Diamo seguito alla rassegna delle tastiere entry level, nell’estensione della quale abbiamo dato lustro agli strumenti digitali a tastiere con accompagnamenti fino ai 700 euro di prezzo. In questa seconda rassegna, ci concentriamo sui prodotti di rango superiore: ci fermeremo prima della soglia dei 2.000 euro, rinviando il tema delle tastiere ammiraglie ad un resoconto di successiva pubblicazione.
Arranger mid-level: non lasciatevi ingannare dalle apparenze!
Nella terra di mezzo degli arranger workstation, non si trovano strumenti di ripiego a metà strada fra le tastiere economiche e quelle di alta gamma. In questo luogo di mercato troviamo prodotti con i fiocchi che consentono prestazioni professionali sia dal vivo sia in studio. Questi sono gli strumenti ideali per chi vuole fare musica a qualsiasi livello (per divertimento o per lavoro) senza cedere un millimetro alle esigenze di portabilità.
Questo è il segmento tipico e classico degli autentici arranger!
L’arranger è questo, inteso come quel particolare tipo di strumento portatile che permette di disporre di una stazione musicale operativa completa davanti al pubblico o fra le proprie mura: accompagnamenti, lettore di basi MIDI e audio, sequencer MIDI, registratore audio e amplificatori di bordo. C’è tutto quello che serve per suonare, registrare e comporre. Il rapporto qualità/prezzo si sposa con risorse notevoli ereditate da modelli superiori.
I modelli: caratteristiche generali
Tutti i modelli di cui parliamo in questa rassegna hanno 128 voci di polifonia, tasti dinamici, 4 parti da suonare in tempo reale con la tastiera (3 in layer una quarta in split), almeno due effetti Insert, Master EQ e compressore/limiter. Il numero di modelli sul mercato non è molto ampio essendo, sostanzialmente, composto da due coppie di fratelli (Pa700 e Pa1000 per Korg e PSR-SX700 e PSR-SX900 per Yamaha) e da due outsider ancora a listino anche se non di ultimissima generazione di altre due case: E-A7 per Roland che sembra aver abbandonato definitivamente questo segmento di prodotti dopo averlo inventato e dominato per diversi lustri e SD40 per Ketron, la casa di Ancona che di solito non frequenta quest’area di mercato, ma che si sposa bene a questa rassegna soprattutto perché è l’unico modulo arranger disponibile nella gamma di prezzo.
L’elenco è in ordine crescente di prezzo. Il prezzo è quello indicativo di mercato al momento della stesura del presente articolo.
Korg Pa700
Pa700 è una ruggente macchina color Rosso Mugello lanciata nel 2017. Complice lo smaltimento delle scorte della prima serie con uscita video RCA, da alcuni mesi è possibile trovare esemplari super scontati sotto i 1.000 euro, mentre la nuova serie - uscita nella primavera del 2019 - offre la più moderna e universale uscita HDMI e il prezzo si è assestato sui 1.079 euro. I punti di forza di questo strumento sono il perfetto bilanciamento qualità/prezzo e la disponibilità di risorse provenienti dall’ammiraglia Pa4X: 1.700 timbri (incluso uno Stereo Piano Multi-Layer con Damper e Body Resonance), 106 Drum Kits, 51 suoni DNC, emulazione Hammond con drawbar su touch-screen, arpeggiatore basato su Kaoss FX, possibilità di editazione completa dei suoni come da tradizione Korg, 256MB lineari per importazione di campioni. Per la sezione stili, i 370 stili di fabbrica sono affiancati da 1152 locazioni utente in cui caricare tutti gli stili extra, provenienti da qualsiasi arranger Korg prodotto precedentemente e quelli aggiuntivi pubblicati sul sito ufficiale. Si possono registrare basi MIDI e MP3. Altre caratteristiche degne di nota sono lo schermo touch-screen a colori da sette pollici, il Songbook, il Vocal Remover, lo Style Creator Bot, il Chord Sequencer e il miglior gestore di Marker nelle song: il corredo di funzioni di serie impressiona per la ricchezza di possibilità. Non mancano le uscite e gli ingressi fondamentali mentre gli speaker di bordo vantano 2 x 25W. Per la memorizzazione dei dati sono a disposizione una memoria interna a 960MB, uno slot per una memoria SD Card e uno per una memoria USB. Pa700 visualizza lo Score, le Lyrics e i file di testo. Il peso di 9,9kg la rende appetibile a chi cerca la migliore trasportabilità senza rischiare l’ernia del disco. La leggerezza dei tasti dinamici va provata di persona, per capire se sia sufficiente secondo la sensibilità di ciascuno.
Yamaha PSR-SX700
La nuovissima serie di arranger Yamaha esordisce con PSR-SX700 il cui prezzo al pubblico si sta assestando sui 1.129 euro. La novità che spicca più di ogni altra per Yamaha è la User Experience (UX) inaugurata su Genos e basata su uno schermo touch-screen a colori da sette pollici. I 986 timbri di fabbrica includono Super Articulation!, MegaVoice e 24 OrganFlutes per l’emulazione dei suoni organi con drawbar digitali. Risaltano 5 blocchi per effetti Insert. La memoria per i campioni è di circa 400MB ed è tipicamente destinata ad ospitare i suoni e gli stili forniti da Yamaha tramite gli Expansion Pack (acquistabili a parte).
I 400 stili di serie sono comunque estendibili gratuitamente grazie al vasto repertorio disponibile in rete e proveniente dalle altre (numerose) tastiere Yamaha del passato. Gli illimitati banchi di Registration possono avere otto memorie ciascuno. È possibile registrare basi MIDI, WAV e MP3. Fra le altre caratteristiche, vanno menzionate Playlist, Vocal Cancel, Lyrics, supporto ai file di testo e la migliore pagina Score della serie. Non mancano le uscite e gli ingressi fondamentali, anche se la connessione video è possibile solo tramite USB; gli speaker di bordo sono destinati all’uso casalingo (2 x 15W) e, per la memorizzazione dei dati, sono a disposizione una memoria interna da 1GB e uno slot per una memoria USB. Il peso di 11,5kg è leggermente più alto di quello che ci si aspettava e coincide con il fratello superiore PSR-SX900 che vedremo qui sotto. La qualità dei tasti FSB dovrebbe risultare gradita a chi è a disagio con i tasti troppo leggeri.
Roland E-A7
La presenza di un modello Roland nella rassegna è essenzialmente dovuta ad un segno di rispetto verso il marchio che ha fatto la storia degli arranger. E-A7 è un prodotto lanciato nel 2015 e si trovano ancora esemplari in vendita nei negozi a 1.185 euro. E' un arranger apprezzato da chi ama avere il controllo fisico a pannello di tutti i parametri. A fronte di un numero sterminato di pulsanti e cursori fisici, sono disponibili due piccoli schermi monocromatici per aiutare il musicista a tenere sott’occhio la situazione. È disponibile al download E-A7 Tone Manager, un’applicazione software per gestire le librerie dei suoni su PC/Mac.
La pasta sonora è quella inconfondibile di Roland: 1500 timbri brillanti e già ricchi degli effetti giusti. Il numero di 600 stili è impressionante ma 180 di questi appartengono ai repertori mediorientali e asiatici; la compatibilità totale con gli stili Roland delle precedenti serie è comunque totale. Rispetto la concorrenza, spiccano quattro pattern di Intro/Ending (uno in più degli altri), gli Style Make Tool per riarrangiare gli stili e il calcolo automatico degli accordi dalle basi MIDI. Le impostazioni preferite possono essere salvate e richiamate alla bisogna, mentre la registrazione audio è solo in formato WAV. Uscite e ingressi sono di base e gli speaker di bordo sono al minimo sindacale (2 x 12W). I tasti sono leggeri e di dimensioni ridotte rispetto lo standard. Questo arranger è super compatto e molto leggero (7,9kg): vince il premio della trasportabilità di questa rassegna fra i modelli a tastiera.
Ketron SD-40
Unico modulo arranger presente nella rassegna, Ketron ha lanciato SD-40 nel 2016 e si trova oggi al prezzo indicativo di 1.690 euro. Dal punto di vista sonoro, questo prodotto si distingue per il realismo acustico che rappresenta da sempre il punto di forza della casa marchigiana: ai 668 suoni GM si affiancano 368 timbri preset, un Grand Piano stereo di notevole fattura, e 3368 locazioni per timbri personalizzati. Gli stili sono 260, includono Audio Drum e Groove, si distinguono per la presenza di 4 Break e una lunghezza superiore delle 4 variazioni di accompagnamento: gli stili di serie possono essere estesi grazie ai pacchetti di stili in vendita sul portale Ketron. Le basi MIDI possono essere rinnovate con il Drum Remix. Fra i vari gingilli, SD-40 include un processore vocale composto da Vocalizer e Voicetron, lettore di basi MIDI, WAV, MP3, CDG e filmati video. Le basi audio multitraccia possono essere controllate da un mixer 5+1 con potenziometri dedicati. Ottima l’integrazione MIDI per fisarmoniche e Master Keyboard, ci sono due ingressi audio (microfono XLR e chitarra) entrambi con effetti dedicati. Al top sono le connessioni MIDI: due ingressi (GM e keyboard), OUT e THRU. Per la memorizzazione dei dati è presente un disco SSD di 16GB, uno slot per SD Card e tre connessioni per le memorie USB. L’uscita video è DVI. Lo schermo touch screen a colori è di 7 pollici e visualizza Lyrics, file di testo e PDF. Essendo solo un modulo (niente tastiera), pesa solo 2kg ed è ovviamente destinato esclusivamente all’uso dal vivo in contesti professionali.
Korg Pa1000
Anche il fratello maggiore di Pa700 si trova sul mercato in due versioni: la prima serie lanciata nel 2017 con uscita video RCA e la seconda comparsa quest’anno con uscita HDMI. Pa1000 include tutto quanto di buono contiene Pa700 (si veda sopra) ma, rispetto al fratello minore, vanta tasti semi-pesati con Aftertouch, il processore vocale TC-Helicon, 50 timbri in più per un totale di 1750, un secondo suono di piano stereo multilayer, 600MB lineari di memoria per i campioni (il doppio) e 430 stili contro 370. Lo schermo a colori è reclinabile. Queste differenze incidono sul valore del prodotto in modo notevole e portano Pa1000 a brillare nella categoria.
Il prezzo si è stabilizzato sui 1.799 euro e si pone in una posizione ideale che rappresenta il giusto compromesso fra chi predilige i prodotti Korg senza dover necessariamente fare ricorso ad un investimento significativo per acquistare Pa4X. Il peso raggiunge i 10,7kg.
Yamaha PSR-SX900
Arriviamo così al modello più costoso di questa serie visto che oggi si trova abitualmente a 1.959 euro: essendo però uscito da poco tempo, non si esclude che, a distanza di 6/8 mesi dal lancio, il prezzo possa consolidarsi verso il basso. Su PSR-SX900, si percepisce nitidamente il valore dell’eredità di Genos e che essenzialmente coincide con l’utilizzo del touch screen per una User Experience (UX) adeguata ai tempi attuali. Potrebbe essere interessante verificare se e quando Yamaha, rilascerà le guide vocali sulla serie PSR-SX a favore delle persone con disabilità visiva.
Ancora una volta, qui possiamo trovare tutte le caratteristiche già descritte per il fratello minore PSR-SX700, ma con l’aggiunta di notevoli arricchimenti fra cui 8 blocchi Insert (contro 5) e 1337 timbri (contro 986). Anche il numero di voci Super Articulation! (252) e MegaVoice (54) è superiore in entrambe le categorie. Gli stili di fabbrica passano da 400 a 525, che è il numero più alto di questa rassegna. La memoria per i campioni raggiunge 1GB e la memoria per le altre risorse è di 4GB. È presente il Vocal Harmony utile per i cantanti e la connessione Bluetooth. Specialmente con PSR-SX900, Yamaha ha coperto alcune lacune rispetto la distinta concorrenza introducendo Chord Looper, Style Section Reset e registratore MP3.
Non vi resta che andare a provare tutti questi arranger workstation. Divertitevi!
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