In occasione della pausa estiva, magari avete programmato un viaggio nel nostro bel paese o all’estero: e se a poca distanza da voi ci fosse un museo ricco di synth e altre prelibatezze elettroniche vintage? Ne ho selezionati alcuni per voi…
Uno speciale valido sia per chi parte, sia per chi ha deciso di rimanere a casa, perché in questo articolo ci sono contenuti da “rifarsi gli occhi” anche stando comodamente seduti sulla propria poltrona.
Speciale Synth: la selezione dei musei
Dai criteri della mia selezione ho escluso quei musei chiusi al pubblico – come quello Roland nel centro R&D ad Hamamatsu – o dove l’esposizione di sintetizzatori si limita a pochi esemplari, concentrandomi su luoghi dove la visita consente di compiere un percorso filologico attraverso gli strumenti, anche di un singolo marchio. Per il museo Roland tocca limitarsi alla visita virtuale attraverso i video ufficiali.
Infine, ho selezionato soprattutto quegli spazi museali che concedono la possibilità non solo di vedere gli strumenti, ma anche di provarli o addirittura registrarne il suono, per impreziosire un progetto musicale. Pronti a partire per questo piccolo giro del mondo?
AUSTRIA
Eboardmuseum
Situato a Klagenfurt, in Carinzia, questo museo occupa una superficie di ben 2.000 metri quadri. Al suo interno troverete non solo synth vintage, ma un’ampia collezione di pianoforti elettrici, organi e altri strumenti storici. Il plus di questo museo è la possibilità di provare tutti gli strumenti esposti (circa 2.000!)
L’idea del museo nasce grazie al musicista austriaco Gert Prix, un collezionista e grande appassionato di tecnica e storia degli strumenti musicali elettronici, che nel 1987 ha deciso di rendere fruibile a tutti la propria collezione fondando l’Eboardmuseum. Nei fine settimana al museo è possibile assistere anche a concerti ed eventi.
Oltre all’ampia esposizione di synth, tastiere, drum machine ed effetti, se amate in particolare l’Hammond o l'Hohner Clavinet, i CP Yamaha, oppure volete provare un Mellotron questo posto è assolutamente da visitare. Il prezzo del biglietto per accedere a questo piccolo eldorado è piuttosto contenuto: 15 euro.
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EBOARDMUSEUM
GERMANIA
Synthesizer Museum
Questa esposizione permanente sita nel colorato quartiere degli artisti di Kreuzberg a Berlino è parte dello studio Protone, insieme al Synthesizer Studio Berlin. Partner storico di una kermesse berlinese come il Superbooth, nei locali sopra il museo fino al 2022 c’era anche la sede del rivenditore tedesco Schneidersladen.
Sono oltre 50 i sintetizzatori esposti negli spazi della mostra, di cui alcuni disponibili per la prova, mentre il Synthesizer Studio Berlin ospita il resto della collezione, disponibile a pagamento per prove e registrazioni. Tra gli strumenti presenti in questi studi, segnalo un Roland System-700 e tutta la serie Jupiter del brand giapponese, oppure un esemplare dell’Alesis Andromeda A6. Il Prezzo del biglietto del museo è di 12 euro per due ore di visita, ed è aperto tutti i giorni tranne il martedì. All’interno del museo la sera nei weekend si organizzano inoltre concerti di musica elettronica con artisti di spicco del panorama internazionale.
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SYNTHESIZER MUSEUM
GIAPPONE
Korg Museum
A Nakatsugawa, una piccola città nella prefettura di Gifu, è situato questo museo all’interno dell’abitazione del suo fondatore: Hideki Ishikawa. Un museo inaugurato nel 2021 che – dato il valore storico dei suoi contenuti – ha ricevuto dalla casa madre l’autorizzazione a fregiarsi del suo marchio nella denominazione. Quanto raccolto da Ishikawa negli anni ha del maniacale, perché si parte dai primi prodotti realizzati da Tsutomu Kato (il fondatore di Korg) e Tadashi Osanai nel 1962 – quando l’azienda si chiamava Keio – per finire ai sintetizzatori workstation Korg dei primi anni novanta. L’esposizione è organizzata in quattro sezioni:
- The era of rhythm machines (1963-1971)
- The beginning of keyboard instruments (1972-1978)
- Ideal for electronic musical instruments (1979-1981)
- Design Digital (1982-1990)
Amante degli strumenti di design, Hideki Ishikawa ha allestito una seconda esposizione in altro spazio dell’edificio, dove espone circa 50 strumenti per lui iconici sul tema. La mostra copre una range temporale che parte dal 1970 e arriva al 1985: dal MiniMoog al Polivoks Russo, un viaggio per scoprire 15 anni di evoluzione nel design dei sintetizzatori. La brutta notizia è che da marzo 2025 il museo è temporaneamente chiuso, perché Ishikawa è in cerca di spazi più ampi di quelli domestici per la sua esposizione. Se siete intenzionati a visitarlo in futuro, salvate tra i preferiti il sito del museo, così da rimanere aggiornati sulla data di riapertura.
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Korg MUSEUM
Hamamatsu Museum of Musical Instruments
Il Museo degli Strumenti Musicali di Hamamatsu è il primo museo municipale di strumenti musicali in Giappone. È stato istituito nel 1981 e inaugurato nel 1995, nell'ambito del programma "Creazione di una Città della Musica" nella città giapponese situata nella parte meridionale dell'isola di Honshū, dove hanno sede i quartier generali di Yamaha, Roland, Suzuki e Kawai. Questo museo racchiude una raccolta incredibile di strumenti musicali (oltre 3.300) provenienti da tutto il mondo.

Al centro della foto l'esemplare di Roland System-700 e accanto, sulla destra, il Korg MS-20C con il suo pannello verticale e realizzato all'epoca per fini didattici
Rimanendo agli strumenti musicali elettronici, la sezione dedicata del museo offre delle vere e proprie chicche, tra cui il Prototype 1 di Korg e dello stesso marchio un raro esemplare di Korg MS-20C . Per concludere, di Roland è esposto nel museo un esemplare del System-700.
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Toshio Kashio Memorial Museum of Invention
Un museo che farei visitare a quelli che: “Ah, ma Casio fa calcolatrici e orologi!”. A Tokio, nella casa del co-fondatore del brand nipponico, Toshio Kashio, è stato allestito un museo che raccoglie non solo la produzione di calcolatrici e orologi, ma tutto quanto studiato da Casio in quel comparto che è definito in azienda EMI (Electronic Musical Instrument).
Nella camera numero tre della casa, denominata “La sala de suoni” - come potete vedere nel video inserito qui sopra - sono esposti il Casiotone 201 del 1980, il piccolo VL-1 del 1981 (quello della hit “Da Da Da” dei Trio), ma anche la chitarra MIDI DG-10, il sax MIDI DH-100 e due esemplari di Cosmo Synthesizer, nato in collaborazione con Isao Tomita e “papà” dei fortunati sintetizzatori della serie CZ. Il museo si può visitare previa prenotazione attraverso il sito ufficiale del museo (in giapponese).
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SITO UFFICIALE
Yamaha Museum – Innovation Road
Torniamo ad Hamamatsu, dove è possibile visitare anche il museo della casa dei tre diapason. Il percorso della visita, denominato “La strada dell’innovazione”, vi mostra attraverso i prodotti e gli strumenti musicali esposti le sfide affrontate e superate da Yamaha nei suoi 138 anni di storia.
L’esposizione è suddivisa in 10 categorie di strumenti e include anche quelli significativi di altri brand del gruppo Yamaha, come Line6 o Nexo. Tra le chicche della raccolta, segnalo l’oramai costosa tromba MIDI EZ-TP, uno splendido esemplare del GX1, la chitarra SG-2000 resa celebre da Santana, oppure il prototipo del pianoforte digitale denominato Key Between People, facente parte della collezione "Key For You" ed esposta da Yamaha al Salone del Mobile di Milano nel 2008.
Yamaha avrebbe anche uno spazio espositivo in Europa, perché in occasione dei 50 anni di attività nel mondo dei synth, recentemente il brand giapponese ha allestito un’esposizione a Berlino denominata Yamaha Synth Space, all’interno dell’Hub House of Music in Revaler Straße. Una mostra pressoché identica a quanto già creato a Los Angeles dieci anni fa, in occasione del quarantennale dell’evento. In questo raffinato spazio berlinese Yamaha realizza da tempo i suoi contenuti video sul tema, ma a quanto pare non è uno spazio aperto al pubblico per delle visite. Peccato.
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YAMAHA
INGHILTERRA
Korg Gallery
Oltre 50 strumenti del brand giapponese esposti in questa installazione permanente presso il Musical Museum di Brentford, nella zona ovest di Londra. L’esposizione è incentrata sui prodotti Korg realizzati a partire dal 1973 fino ai giorni nostri.
In questo museo troverete esposto anche un mastodontico Theather Organ di Wurlitzer dei primi anni venti del secolo scorso, le cui canne (oltre 5.000) e percussioni, insieme alla parte elettrica e le pompe per l’aria, occupano ben due stanze della struttura!
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KORG UK
STATI UNITI
EMEAPP
Si tratta di un’incredibile collezione privata a cui l’organizzazione no-profit Electronic Music Education and Preservation Project (EMEAPP) ha avuto accesso, con il compito di preservarla e mantenerla per le future generazioni. L’organizzazione con sede ad Harleysville, in Pennsylvania, ha annunciato che – entro il prossimo autunno – trasformerà la sua struttura in un museo aperto al pubblico, denominato Museum of Music Technology.
Una visita costa 100 dollari (da 1 fino a 4 persone), da pagare in contanti all’ingresso della struttura, accompagnati da due guide per la durata di circa tre ore. Un escamotage più economico per poter accedere all’EMEAPP è iscriversi per far parte del pubblico alle sessioni video e le performance che – regolarmente – si svolgono nella sala grande della struttura. L’iscrizione a questi eventi prevede solo una piccola donazione, il cui ammontare è deciso dall’organizzazione secondo la tipologia di sessione.
La collezione privata curata da EMEAPP comprende un raro esemplare di Kinetic Sound Prism, ma anche prototipi e altri synth di aziende quali Moog, EMS, Oberheim, PPG, Sequential Circuits, Yamaha e molto altro. Molti dei sintetizzatori esposti provengono dai setup di Stevie Wonder, Chick Corea o Tony Banks, ma il pezzo forte della mostra sono gli strumenti del compianto Keith Emerson. Se cercate il suo Hammond per i tour, il modulare Moog o il mastodontico Yamaha GX1 questo è il posto giusto! Nel video qui sotto potete ammirare e ascoltare il gran coda Steinway Model D appartenuto al compianto tastierista americano.
Oltre ai sintetizzatori, la collezione comprende un ampio catalogo di Drum Machine e processori effetti, ma anche chitarre, bassi e amplificatori appartenuti a celebri artisti come Jimi Hendrix, Steve Howe, Frank Zappa e Bo Diddley o band quali Fleetwood Mac, Queen o gli Who, The Allman Brothers, Parliament Funkadelic, Black Sabbath, Genesis, Pink Floyd, Yes, Cheap Trick o Kraftwerk.
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EMEAPP
Moogseum
Per gli amanti delle geniali creazioni di Robert Moog questo è il posto da visitare! Allestito dalla Bob Moog Foundation ad Asheville, in Nord Carolina, nel Moogseum troverete tutta la storia di questo straordinario personaggio che – con le sue creazioni – ha contribuito a rivoluzionare il mondo della musica.
All’interno della struttura troverete dei percorsi cronologici con immagini e descrizioni della carriera di Bob Moog, ma anche mostre interattive e multisensoriali, tra cui una cupola immersiva che mostra ai visitatori come l'elettricità diventa suono. Tra le chicche del museo, la ricostruzione del banco da lavoro di Bob Moog. I visitatori possono anche provare alcuni sintetizzatori e Theremin Moog.
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MOOGSEUM
Vintage Synthesizer Museum
Se siete dalle parti di Los Angeles, ecco un altro spazio dove vedere e provare un bel parco di strumenti vintage nel quartiere di Highland Park. La collezione del Vintage Synthesizer Museum comprende circa un centinaio di sintetizzatori prodotti fino alla metà degli anni Ottanta, e decine di processori ed effetti analogici e digitali realizzati fino ai primi anni Novanta.
Se amate i synth storici di Moog, Oberheim, la serie CS Yamaha, i modulari Serge o un CMI Fairlight, nel museo americano troverete “pane per i vostri denti”. Il VSM è anche studio di registrazione e nel listino prezzi – oltre al prezzo di un biglietto per la visita (60 dollari circa) – troverete anche le tariffe orarie per sessioni in studio con gli strumenti dell’esposizione, e il supporto di un fonico della struttura.
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VSM
SVIZZERA
SMEM - Swiss Museum for Electronic Music instruments
Un luogo che ricorre spesso tra le discussioni degli appassionati italiani sul tema, perché custodisce un vero e proprio tesoro di strumenti. Il museo e centro svizzero degli strumenti musicali elettronici (o SMEM) si trova a Friburgo, in uno spazio di circa 600 metri quadri all’interno del centro di innovazione Blue Factory. Nel museo troverete ben 5.000 strumenti esposti, ma non solo: all’interno di una stanza denominata Play Room potete provare una selezione di 50 strumenti della collezione.
Il museo si basa sulla collezione dell’attore elvetico Klemens Niklaus Trenkle, che per oltre 40 anni ha raccolto gran parte degli strumenti esposti. Nel 2016 è subentrata l’associazione SMEM, che ha rilevato la collezione e si è impegnata non solo a conservarla, ma a renderla accessibile e soprattutto fruibile al pubblico. La collezione è in costante crescita e nell’ultimo lustro lo SMEM ha acquisito diverse centinaia di strumenti, frutto di donazioni di privati.
Lo SMEM consente inoltre a musicisti e ricercatori di prenotare all’interno della struttura la prova di un preciso strumento, anche per sessioni di registrazione: sul sito del museo troverete la lista degli strumenti disponibili nella Play Room e i listini prezzi per prove o noleggi. Il catalogo dello SMEM è sterminato e comprende sintetizzatori analogici e digitali, organi, pianoforti, drum machine, processori effetti di vari formati (stompbox, a rack, ecc), campionatori e sequencer. Da visitare!
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SMEM
Synthorama
Un museo sito nel piccolo centro di Luterbach, nel Canton Soletta vicino a Berna. In una superficie di circa 400 metri quadrati il fondatore Martin Hollinger ha raccolto ben 360 sintetizzatori e 60 drum machine. Il pezzo più antico della collezione è un Theremin della RCA risalente al 1931. La collezione include una bella serie di synth analogici di Moog, ARP, Buchla, EML, Oberheim e Sequential Circuits, ma anche un ELKA Synthex o il francese RSF Kobol.
Oltre a una serie di synth analogici di brand giapponesi come Roland, Yamaha e Korg, visitando Synthorama troverete inoltre sintetizzatori analogici poco noti realizzati fino agli anni ottanta da aziende dell'ex Repubblica Democratica Tedesca, della Repubblica Ceca, della Russia, dell'Estonia e della Svezia. La collezione termina con gli ultimi analogici prodotti intorno alla metà degli anni Ottanta, perché l'avvento del leggendario Yamaha DX-7 nel 1983 decretò la fine del sintetizzatore analogico. Buona parte degli strumenti esposti si può provare, però è caldamente consigliato portarsi un paio di cuffie. Synthorama fornisce infine anche un servizio di riparazione per sintetizzatori vintage. Un biglietto d'ingresso a persona per una giornata al museo costa 14 franchi svizzeri.
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SYNTHORAMA
…E IN ITALIA?
Studio di Fonologia Musicale RAI
Un piccolo strappo alle regole che mi ero imposto alla stesura dell'articolo, perché si tratta di un contenuto dall'alto valore storico/culturale per chi ama i synth e la musica elettronica. Lo studio nacque da un’idea di Luciano Berio e Bruno Maderna e fu progettato dal fisico Alfredo Lietti. Fu attivo dal 1955 al 1983 negli studi RAI di Milano, per la produzione sperimentale di musica elettronica e la realizzazione di commenti e colonne sonore per la radio e la televisione. Un podcast online su RaiPlay ne racconta in modo esaustivo la storia.
Nel 2008 lo studio è stato trasferito in una sala del Museo degli Strumenti Musicali di Milano: l’allestimento esposto è quello utilizzato da musicisti, ricercatori e tecnici RAI nel 1968. Prezzo del biglietto: 5 euro e questo museo è assolutamente da visitare.
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Museo del Synth Marchigiano
Per gli amanti dei synth italiani a Recanati c’è questa bella realtà, in cui potete trovare molti pezzi storici prodotti nel nostro paese, tra cui alcuni piuttosto rari, come per esempio la drum machine EKO Computerhythm recentemente restaurata o i sintetizzatori Oberon e Uranus 2 della CRB Elettronica. Tra le chicche dell’associazione spicca il recupero del MARS, la workstation digitale frutto degli studi compiuti dai ricercatori dell’IRIS, il centro di ricerca musicale che fu aperto dalla Bontempi a Potenza Picena negli anni Novanta.
Attualmente il Museo non ha uno spazio espositivo aperto al pubblico, ma nella sua sede gran parte della collezione di synth sono tutti collegati e suonabili; quindi potete richiedere una visita all’associazione attraverso i contatti nel suo sito internet.
Uno dei co-fondatori dell'associazione, Paolo Bragaglia, è anche uno degli organizzatori dell'Acusmatiq Festival, giunto quest'anno alla ventesima edizione. Tre giorni ad agosto di performance elettroniche in cui, sul palco allestito alla Mole Vanvitelliana di Ancona, saliranno anche due illustri amici/colleghi di chi scrive, come Enrico Cosimi (aka Tau Ceti) e Gianni Proietti (aka Gattobus). Maggiori info sulla pagina Facebook del festival.
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Farfisa Museum
Frutto degli sforzi di Claudio Capponi, un valente tecnico accordatore di pianoforti ed ex dipendente Farfisa. Claudio è ritenuto oggi da alcuni addetti ai lavori (compreso il sottoscritto) la memoria storica di quella che fu - per oltre trenta anni - la mecca della produzione di strumenti elettronici in Italia. Il suo sito internet è divenuto nel tempo una sorta di archivio dove potete trovare informazioni su gran parte delle aziende operanti negli ultimi 60 anni nel comparto marchigiano.
Attualmente, parte della collezione Farfisa è visionabile nel periodo estivo a Camerano, vicino ad Ancona, contattando Claudio sul suo sito internet per prenotare la visita. Nei giorni 6 e 7 settembre si terrà infine a Castelfidardo la quattordicesima edizione del “Farfisa Day”, organizzato sempre da Claudio Capponi.

Una foto scattata al Farfisa Day 2024: il secondo partendo da sinistra è il "nostro" Marcello Colò. Il primo partendo da destra è Claudio Capponi.
Nella mostra allestita presso l’Auditorium San Francesco a Castelfidardo, oltre agli strumenti Farfisa, quest’anno saranno esposti alcuni storici modelli di organi e synth della CRB Elettronica, azienda a cui è dedicata questa edizione dell’evento.
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FARFISA MUSEUM
Termina qui la mia selezione, ma al termine della stesura di questo articolo sono emersi dal web e dai feedback degli amici altri spazi espositivi degni di nota in giro per il mondo, quindi è probabile che nasca a breve una seconda parte di questo tour virtuale nei musei dedicati ai synth e agli strumenti elettronici. Stay Tuned e – come sempre – buona musica!