Il 2007 è l’anno in cui Native Instruments introduceva Massive, il sintetizzatore che avrebbe fatto parlare di sé, attraverso innumerevoli artisti, brani e, perché no, patch libraries. L’alone di leggenda che gravita attorno a Massive è giustificato dal grande utilizzo che se ne fa ancora oggi, in moltissimi settori e generi diversi, primi tra tutti EDM e Dubstep.
L’annuncio, ormai molto tempo fa, di Massive X, è stato seguito da uno slittamento della release date da Febbraio 2019 a giugno 2019. NI Massive X è qui, l’attesa è finita. Si tratta di un ritorno della leggenda? Lo scopriremo assieme. La “X” sta ad indicare i prossimi dieci anni di musica che saranno definiti da questo nuovo prodotto.
Da una chiacchierata con l’amico e collega Riccardo Gerbi, è nata l’idea di questo breve focus, il cui scopo è solamente riportare le primissime impressioni sul prodotto, e non di analizzarlo in maniera sistematica. Si noti che, nel momento in cui si scrive, non è ancora disponibile un manuale, ma soltanto una Quickstart guide, pertanto si rinvia il giudizio su Massive X in un secondo momento, dopo un test più approfondito.
Il primo incontro con Massive X
Questo nuovo prodotto, a più di dieci anni di distanza, oltre a sottolineare come passi il tempo, non ha l’obiettivo di sostituire il più anziano Massive - che continuerà ad esistere - nonostante si parli di “successore”. La buona notizia è che Massive X è disponibile ad un prezzo lievemente inferiore per i possessori di Massive, ed è incluso in Komplete 12, anche se la licenza è piuttosto anziana, come nel mio caso. Mi è bastato aprire Native Access per trovare, bello e pronto, Massive X e la sua Factory Library da installare. Una volta terminata l’installazione, non resta che fare il nostro primo incontro con l’erede di Massive.
NI Massive X - L'interfaccia
L’interfaccia di Massive X è davvero molto diversa da quella del suo predecessore. Al di là dei colori, si nota subito una divisione in blocchi e moduli che certamente fa fede alla menzionata struttura (più o meno) modulare di questo sintetizzatore. Nella sezione superiore troviamo due oscillatori, il cuore del sintetizzatore, un filtro, effetti insert ed effetti “Master”. Ognuno dei moduli per gli effetti è diviso in tre parti: A, B e C per gli effetti insert, e X, Y e Z per gli effetti Master. In ognuno di questi slot possiamo inserire un effetto differente. Se ricordiamo, nei due slot degli effetti Master di Massive, la lista di processori disponibili non era la stessa. Ora, invece (e per fortuna) sì.
Di seguito la lista di effetti, partendo dagli Insert:
- Anima
- Bit Crusher
- Utility
- Folder
- Frequency Shifter
- Distortion
- OSC
- PM OSC
- Ring Mod
- Sample + Hold
- Track Delay
Ecco l’elenco degli effetti Master:
- Dimension Expander
- Equalizer
- Flanger
- Nonlinear Lab
- Phaser
- Quad Chorus
- Reverb
- Stereo Delay
- Stereo Expander
Alcuni di questi effetti sono totalmente nuovi, altri, vecchie conoscenze. Ora inoltre alcuni di loro hanno anche dei preset. Il modulo dedicato al filtraggio ha subito un notevole cambiamento, infatti troveremo diverse modalità nell’elenco, come Asimov o Blue Monark, ognuna delle quali metterà a disposizione più comportamenti di filtraggio. Piuttosto sorprendente il fatto che ci sia un solo filtro.
Gli oscillatori principali sono due, e mettono a disposizione oltre 170 Wavetable accuratamente preparate (alcune delle quali, nella cartella “Remaster”, sono vecchie glorie, come Modern Talking). Il parco di wavetable è nutrito e oltre alle curiosissime Monster, si segnalano Operator e Formant, di particolare interesse specie per Keys, Pads e Soundscapes. Le modalità di lettura delle wavetable (il Warp Menu, per intenderci) conta ora ben dieci candidati, tra cui la meravigliosa famiglia “Gorilla”, composta da “King”, “Kang” e “Kong”: ora molte modalità ospitano diverse opzioni aggiuntive, moltiplicando, di fatto, lo spettro delle opzioni.
Non sembra che in molti seguano l’esempio di Serum: importazione di file audio da utilizzare come sample o come wavetable. E Massive X non fa eccezione: ad oggi, non si possono importare i propri file audio. A proposito di Noise Oscillator, ecco un fiore all’occhiello, ora abbiamo la possibilità di utilizzare due campioni, e, naturalmente, il pool di sample è stato notevolmente arricchito includendo anche Field Recording e materiale organico. Anche qui, nessuna possibilità, ad oggi, di importare i propri file. Un vero peccato, qualcosa su cui speriamo di poter tornare a parlare con un futuro upgrade. Il reparto di modulazioni è assolutamente sterminato: ben 16 controlli macro in prima linea.
Ben nove slot in cui possiamo scegliere, liberamente, se avere un Inviluppo o un LFO (entrambi disponibili in due varianti: Switcher LFO e Random LFO, Modulation Envelope ed Exciter Envelope), tre Performer Modulator, in cui possiamo disegnare una curva di modulazione che duri ben 8 battute, se vogliamo, quattro Tracker Modulator e un Voice Randomization. Davvero immenso, sotto questo profilo. Lascia un po’ perplessi il fatto che, aggiustando gli inviluppi, ad esempio, il grafico rimanga invariato: non c’è feedback visuale. Nemmeno per gli LFO né per altro, non noteremo alcun movimento.
Infine, una delle novità forse più intriganti, la possibilità di modificare liberamente il percorso del segnale nella tab routing. Ora possiamo collegare gli oscillatori, ad esempio, a uno specifico effetto Insert o Master (ecco perché tre lettere diverse nel modulo). Questo aspetto renderà di certo Massive X in grado di sfruttare nuove possibilità sonore e di garantire una profondità nella programmazione assai maggiore.
Prima di passare all’azione, e di descrivere le impressioni sui preset, forse conviene sottolineare l’uscita di questo prodotto piuttosto in sordina rispetto a quanto ci si aspettava. La mancanza di info hint, di un manuale, di feedback visivo (muovendo i parametri legati all’inviluppo, notavamo modifiche nelle curve anche nel vecchio Massive, perché ora no?), fanno forse pensare che Massive X avrà molto di più da dire con futuri upgrade, e che la sua uscita non rappresenti sicuramente la sua forma definitiva.
Il suono
Per quanto riguarda la qualità del suono, Massive X dimostra subito un carattere tutto suo. Deciso, potente, enorme, specie sui bassi, ma allo stesso tempo rafinato e delicato. I preset che ci hanno colpito di più sono, ovviamente, nella sezione dei bassi, i Kick nella sezione Drum, decisamente pieni e tonanti, ma il comparto più cinematico è, almeno ad un primo sguardo, la vera sorpresa. Il carattere del sintetizzatore qui si fa diverso, più fine ed evocativo con Mallet, Keys e Pad incredibilmente morbidi e a tratti molto più organici di quanto ci si possa aspettare da un sintetizzatore del calibro di Massive, forse complice la sezione di Field Recording nel nuovo Noise Oscillator? La prima impressione è che Massive X sia molto diverso da qualcosa di già sentito, appunto per il carattere che, forse impropriamente, potremmo definire organico. Allo stesso tempo è in grado di trasformarsi e di farci sentire alcuni tra i Sub più ricchi di armoniche, rotondi e convincenti di sempre. La prova suono, è ben più che superata, sia per il carattere unico e distintivo, sia per le immense possibilità che offre il prodotto. Speriamo vivamente, oltre al manuale, di vedere presto upgrade che implementino nuove funzioni nel menu, animazioni per le modulazioni e sample import.
Massive X è incluso nei bundle Komplete 12, Komplete 12 Ultimate e Komplete 12 Ultimate – Collector's Edition, ma è acquistabile separatamente al prezzo di € 199, oppure è possibile effettuare il crossgrade da Massive al prezzo di €149.
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