In questa puntata di Synth Legend il nostro team vi propone un sintetizzatore degli anni Settanta davvero particolare, con un engine a cura di Moog e assemblato qui da noi, nelle Marche.
Complice l’esemplare facente parte della collezione dell’amico Giorgio Marinangeli, facciamo un piccolo viaggio a ritroso nel tempo in quegli anni dove, tra il mare e le colline delle Marche, c’erano aziende in grado di tener testa ai “big” di questo settore. La storia dell’azienda americana Thomas Organ la trovate QUI, ma fa riflettere oggi il motivo per cui una serie di prodotti quali gli organi e i pedali Wha Wha – si, anche il mitico “Cry Baby” per diverso tempo fu assemblato nelle Marche – di questo brand furono prodotti in Italia.
Oltre alla qualità delle nostre maestranze, all'epoca il costo del lavoro in Italia era tra i più competitivi al mondo, e questo spinse diversi brand stranieri negli anni sessanta (e anche dopo… vedi Bob Moog con Crumar) a scendere tra le dolci colline marchigiane e stringere partnership con aziende locali.
La EME
Tra gli artefici di alcune di queste operazioni va menzionato in primis Oliviero Pigini, il fondatore di EKO. Pigini insieme ad aziende quali Danieli Milano, JMI (Vox) e Thomas Organ Company creò una joint venture nel 1957, che fu formalizzata però solo a metà anni Sessanta, attraverso il consorzio denominato Elettronica Musicale Europea (EME). Nel 1966 Pigini volle realizzare per EME uno stabilimento dedicato all’assemblaggio dei prodotti a Sambucheto di Montecassiano (MC).
Il secondo personaggio da ricordare in questa storia è Ennio Uncini (il papà di Franco, campione di motociclismo negli anni '80), che si fece carico di gestire la EME in una delicata fase dopo la prematura scomparsa di Pigini nel 1967. Nel 1970 lasciò la EME e con Joe Benaron (ex presidente di Thomas Organ) fondò a Pescara la JEN Elettronica. In quasi un decennio (la EME fu ceduta a Farfisa nel 1975), dallo stabilimento di Sambucheto uscirono prodotti per svariati marchi dedicati a chitarristi e tastieristi: oltre ai pedali effetti, furono assemblati anche organi EKO, il Vox Continental in diverse varianti, e gli organi Moog o Thomas, tra cui il Synti oggetto del nostro approfondimento odierno.

Lo stabilimento EME nel 2011. Farfisa lo chiuse nel 1978 e fino a pochi anni fa giaceva in completo stato di abbandono.
Thomas Synti 1055
Moog e Thomas non le ho affiancate a caso alla fine del capitolo precedente: anche questo piccolo sintetizzatore nacque da una joint venture avvenuta in quel periodo tra i due brand. In quel periodo Thomas acquisì da Moog i diritti per produrre il modello Satellite, che inserì come manuale superiore sui suoi organi, andando a creare una sezione di timbriche Synth/Orchestra monofonica per le melodie.
Il Synti 1055 è questa sezione superiore tramutata in alternativa abbordabile come prezzo al più costoso Satellite originale. Tutti gli strumenti frutto di questa joint venture furono prodotti sempre in Italia dalla EME, anche quelli Moog come il famoso organo Cordovox/CDX-0652 ribattezzato dagli appassionati “l’elefante bianco”. Fin qui alcune pillole di storia, ma adesso passiamo all’approfondimento tecnico dell’amico Giorgio sul Thomas Synti 1055.
Thomas Synti 1055: il focus tecnico di Giorgio Marinangeli
Non una mera esposizione tecnica, ma il racconto di come l’amico Giorgio è intervenuto per recuperare un piccolo cimelio personale, come il Synti 1055 ricevuto in dono da suo padre in gioventù. Una bella storia che vi consiglio caldamente di andare a leggere, ecco un estratto del suo racconto:
“Con l’aiuto di alcuni amici e appassionati, sono riuscito a recuperare tutta la documentazione tecnica necessaria: schemi elettrici, funzionali, note di progetto e persino un documento originale della Moog datato 1972, che descrive in dettaglio le procedure di taratura. Dal momento che la fabbrica che lo produceva si trovava nelle Marche, sono anche riuscito a mettermi in contatto con un signore che, nel suo garage, conserva ancora alcuni pezzi di ricambio originali. Grazie a lui ho potuto ripristinare diversi controlli e slider che ormai non funzionavano più. Seguendo passo dopo passo la documentazione tecnica, avendo a disposizioni le giuste parti e con molta, molta pazienza sono finalmente riuscito a riportare lo strumento al suo stato originale, perfettamente funzionante.”
LEGGI QUI L’APPROFONDIMENTO DI GIORGIO MARINANGELI
Il video di Marcello Colò
Il Thomas Synti 1055 di Giorgio è stato trasferito nello studio dell’amico Marcello, per una demo che spazia da sonorità Prog a quelle elettroniche di Jean Michel Jarre, peraltro possessore di un organo Moog CDX-0652 con la stessa sezione a bordo. Buona visione!
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