Spesso noi musicisti veniamo visti come una categoria di lavoratori anomali, ovvero quei lavoratori virtuosi e particolari che tutto sommato non si aspettano di essere pagati per le loro prestazioni. Ovviamente è falso, anche se molti artisti che fanno parte della nostra categoria ce la mettono tutta per consolidare questa convinzione in manager, organizzatori e gestori dei locali. Sia che lo facciate per mestiere o come hobby, quello del musicista è un lavoro straordinario e bellissimo, ma pur sempre un lavoro su cui altre persone fanno business. Proprio per questo non c'è motivo per cui il musicista debba rimanere al di fuori del business, come ultima ruota del carro.
QUANDO E' GIUSTO NON ESSERE PAGATI
Qui faccio subito tre distinguo, perchè come in tutte le professioni bisognerebbe essere onesti e flessibili. Il primo riguarda quelle occasioni in cui il business non c'è, non c'entra o è teso a scopi più elevati. I musicisti solitamente amano suonare per le giuste cause o per beneficenza, quindi una volta verificata la buona fede e serietà degli organizzatori, facciamolo ogni tanto, serve a ricordare che la musica ha un grosso impatto sulle persone e può raggiungere scopi anche molto nobili.
Il secondo distinguo riguarda la promozione: se siete una band emergente, avete un disco da lanciare, un'iniziativa da promuovere, il classico "do ut des" funziona sempre. L'importante è che siano occasioni circoscritte in cui il rapporto prestazione/benefici sia chiaro e bilanciato, altrimenti il vostro business rischia seriamente di non ingranare mai.
Il terzo distinguo, e qui rientra l'autocritica e l'obiettività di ciascuno di noi, va fatto per coloro che vorrebbero farsi pagare per qualcosa che non sanno fare. Guardatevi attorno e fatevi valutare da persone competenti, se vi accorgete di non essere al livello necessario, lavorate per migliorarvi fino a quando non lo avrete raggiunto.
CONSIGLI UTILI PER FARSI PAGARE
Dopo centinaia di concerti ed altrettanti musicisti conosciuti negli anni, posso dirvi che questo argomento sta nella Top Ten dei discorsi tra artisti sicuramente nelle prime tre posizioni. Il motivo è che non si tratta di un business semplice: c'entra la passione, in tanti vogliono farlo, può dare anche un certo livello di fama e riconoscibilità, e appaga immensamente la nostra innata vanità. Un vecchio batterista, nei primi anni in cui facevo questo mestiere mi disse: "L'unico modo sicuro per uscire da un locale con dei soldi, è entrarci armati". Senza istigare la categoria a darsi al crimine, ho citato questa battuta per simboleggiare il secolare rapporto di amore e odio tra i musicisti e gli organizzatori degli eventi, un rapporto che possiamo far pendere decisamente più verso l'amore e la collaborazione virtuosa con alcuni accorgimenti che vi elenco come consigli pratici per evitare delusioni e prevedibili fregature.
DECIDETE IL VOSTRO PREZZO
Utilizzare un po' di razionalità imprenditoriale, anche se facciamo un lavoro creativo, è molto utile come primo passo per ottenere degli utili dalla musica. I vostri servizi e le vostre performance devono avere un prezzo, e anche se ci può essere un certo margine di trattativa, dovrete mantenerlo. Svalutare troppo ciò che fate, porterà inevitabilmente chi vi ingaggia a dare alla vostra professionalità quel valore deprezzato, e sarà molto difficile convincerli in un secondo momento che quel valore deve essere più alto. Anche sopravvalutarvi è un errore da non fare, ma questo è più facile da correggere regolando man mano il tiro.
Provate a rispondere alle seguenti domande per darvi un valore.
- Quante persone suonano nella band?
- Qual è il livello musicale dei musicisti?
- Quanto dura la vostra performance?
- Avete un tecnico o un service con voi?
- C'è qualcuno che vi promuove che prende una quota?
- In media quante persone vengono ai vostri concerti?
- Quanto sono attivi e forti i vostri social?
- Quante altre band fanno quello che fate voi?
Senza entrare in una valutazione tecnica dei singoli fattori, come vedete ogni risposta aggiungerà o toglierà punti per arrivare ad una fascia di prezzo consigliata. Alla fine sarete in grado di definire, per le diverse occasioni, dei prezzi chiari a cui attenervi.
TRATTARE O NON TRATTARE? QUESTO E' IL DILEMMA
La trattativa è non solo inevitabile ma talvolta anche consigliabile. La maggior parte degli organizzatori vorrà tirare sul prezzo e voi non dovete prenderla come un'offesa. Diffidate però da tutti coloro che rendono la trattativa infinita, che abbassano continuamente la contro-offerta e, soprattutto, da coloro che non garantiscono il prezzo a fine serata.
Prevedendo un minimo di trattativa al ribasso, il consiglio è quello di aumentare il vostro prezzo del 10-20%, così che possiate lasciare quella quota con più serenità e non scendere di troppo sotto il cachet che vi siete prefissati. E' davvero inutile chiedere una cifra X e poi accettare per la metà o meno ancora. Fate del male al vostro business futuro e vi ponete in una posizione di debolezza rispetto all'organizzazione. A volte bisogna saper rinunciare se quello che ci offrono è troppo poco. Un organizzatore può avere un budget definito per ogni serata ed è onesto che ve lo comunichi. Se non arriva vicino al vostro prezzo avete diverse opzioni: aspettare che il locale cresca e possa pagarvi la cifra giusta; cercare uno sponsor o contributore esterno che intervenga con la parte restante; affrontare il difficile percorso della condivisione dei profitti della serata; fare uno sconto deciso a fronte di una programmazione certa di più serate durante la stagione.
FIDARSI E' BENE, NON FIDARSI E' MEGLIO
Già nell'Antica Grecia si diceva: “Quando parli di affari con tuo fratello, sii gentile ma bada di avere sempre un testimone.” Questo poichè negli affari l'amicizia, la fiducia ed un certo modo amichevole di condurre le trattative sono importanti, ma sono anche delle mine che disseminiamo sul terreno. La soluzione è la chiarezza e la certezza. Il mondo è pieno di persone che vorranno approfittarsi della vostra buona fede, di organizzatori filibustieri o semplicemente improvvisati che non danno nessuna importanza alla parola data. Perciò alle strette di mano è preferibile far seguire anche due righe scritte.
Se avete un management potrà stipulare un vero e proprio contratto vincolante legalmente valido, anche però una piccola scrittura privata praticamente senza valore effettivo, in cui scrivere i termini dell'accordo, vi aiuterà a capire la differenza tra un organizzatore serio ed uno con la coda di paglia. Chi si rifiuta categoricamente di firmare un foglio che sancisce un impegno preso, probabilmente non è così certo di volerlo mantenere. Alzate le antenne.
QUANTA GENTE PORTATE?
Credo sarei molto ricco se avessi un euro per ogni volta che mi sono sentito rivolgere questa domanda, e così credo la maggior parte dei musicisti che sono in attività da qualche anno. Riesce ad essere allo stesso tempo la frase più fastidiosa e rivelatrice che un organizzatore può rivolgerci. Perchè? Primo perchè spesso viene posta come unica condizione per accettare/rifiutare una data, rivelando che a questo organizzatore in realtà importa poco o niente della musica, dei musicisti e di cosa andremo a fare. Secondo, ci dice che l'organizzatore ha un locale che molto probabilmente non tira e che cerca band che facciano per lui il lavoro di pubbliche relazioni portando amici e parenti. Terzo, ci mette sicuramente sull'attenti sul rischio che a fine serata, magari, proverà a decurtare il nostro cachet o addirittura a non pagarci se l'affluenza è stata non all'altezza delle aspettative.
Gli organizzatori che ci sanno fare conoscono il pubblico del proprio locale/evento, l'affluenza media e che tipo di programmazione può essere gradita o meno. In base a questo cercano di accaparrarsi le migliori band nella loro fascia di budget, così che la gente si affezioni, rimanga, consumi e torni per le prossime serate o edizioni.
Quando vi proponete a questo tipo di organizzatori o direttori artistici loro si informano su di voi, guardano i vostri video, i vostri social, le foto dei vostri concerti e la promozione che fate ai vostri concerti. Non hanno bisogno di porvi quella domanda perchè lo sanno già e decidono in base alla probabile affluenza ma non solo, lavorando per ottenere il miglior intrattenimento per i propri clienti.