Parliamo di udito, la cosa più importante per un musicista. A tutti viene sempre in mente il caso di Beethoven quasi sordo che compone alcuni delle sue opere più grandi, ma se fate mente locale sono sicuro che nella vostra storia di musicisti avrete sentito o assistito a moltissimi casi di colleghi/compagni con problemi di udito.
La mia esperienza fortunata. Sono passati ormai quasi dieci anni, e durante un concerto piuttosto intenso con un batterista dal tocco a dir poco pesante, durante un pezzo mi avvicino alla batteria e mi chino durante una ritmica di chitarra serrata. Proprio in quel momento il batterista tira un colpo di piatto terribile - un crash parecchio acuto. Il mio orecchio destro, a pochi centimetri dal piatto si spegne per qualche secondo e poi inizia a fischiare, un fischio leggero ma continuo, come quello che potreste aver avvertito dopo un concerto in prima fila o una serata in discoteca vicino alle casse.
Per farla breve. Finisco il concerto, il timpano destro mi da fastidio e sente questo lieve fischio continuo per circa una settimana. Mi preoccupo, vado dal medico che mi prescrive un esame audiometrico.
Fortunatamente quel maledetto crash non mi ha lasciato nessun danno permanente, ma per alcuni mesi la musica troppo alta mi diede fastidio e cominciai a cercare così una soluzione per riuscire a suonare senza penalizzare il mio ascolto critico/musicale e preservare il mio udito.
Risultato. Dopo anni i miei test audiometrici certificano che per la mia età e nonostante il mio mestiere di chitarrista rock, il mio udito è ancora ottimo. Non posso dire lo stesso per molti miei colleghi.
Se non fosse stato per quel colpo di piatto forse ora sarei nella loro stessa condizione.
E se pensate che Beethoven sia un caso famoso isolato, che dire di Ozzy Osbourne, Paul Gilbert, Sting, Eric Clapton, Pete Townsend, Phil Collins, Chris Martin, solo per citare alcuni artisti che hanno avuto seri problemi di udito causati dai volumi elevati.
LA MUSICA: CROCE E DELIZIA PER LE ORECCHIE
Qualche numero per avere dei punti di riferimento. Una ricerca Suva, la principale assicurazione svizzera per il mondo del lavoro, dice che i giovani ascoltano musica circa 100 minuti al giorno e che regolano un volume intorno agli 80 decibel. Nessun pericolo. Ma il 7 per cento “ammette di ascoltare musica per un tempo eccessivo e ad un volume superiore agli 85 dB(A), rischiando così di mettere in pericolo l’udito”.
L’OSHA, Occupational Safety and Health Administration staunitense, ci da una scala di volumi e ore:
- 85 dB: soglia di rischio per il livello di ascolto/rumore
- 95 dB: per esposizioni superiori a 4 ore ci può essere danno
- 105 dB: per esposizioni oltre 1 ora ci può essere danno
- 115 dB: per esposizioni oltre i 15 minuti può esserci danno
- 125-130 dB: soglia del dolore immediato e danni permanenti
- 160 dB: danno fisico immediato, perforazione del timpano e grave rischio di perdita dell’udito
Ma siccome voglio essere più comprensibile possibile mi sono messo a creare una mia scala personale da musicista per avere un'idea ancora migliore.
- 60 dB: pianoforte suonato con dinamiche ‘pp’ o ‘molto piano’
- 65 dB: radio bassa in una stanza vicina
- 80 dB: volume normale di studio della chitarra, dinamica ‘mp’ o ‘mf’
- 85 dB: radio ad alto volume, pianoforte con dinamica forte, ‘f’
- 90 dB: musica classica o acustica in una stanza, dinamica ‘ff’
- 95 dB: musica in discoteca
- 100 dB: pianoforte che suona fortissimo ‘fff’ ad un metro di distanza
- 105 dB: acuto di un tenore a 1m di distanza
- 110 dB: orchestra sinfonica a pieno regime
- 115 dB: colpo di piatto crash a 2m di distanza
- 120 dB: rock band live ascoltata sotto al palco
- 125 dB: colpo di rullante rimshot a 1m di distanza
- 130 dB: concerto dei Motorhead al Cleveland Variety Theater nel 1986
- 136 dB: concerto dei Kiss ad Ottawa, Canada, nel 2009
- 139 dB: record test durante il soundcheck dei Manowar al Magic Circle Fest nel 2008.
Come potete leggere è molto più semplice danneggiarsi l'udito di quanto pensiamo. Con l'età, già dai 15 anni in su, l'udito inizia a degradare soprattutto sulle alte frequenze. L'esposizione continuata a livelli di rumore alti accelera di molto il peggioramento fisiologico. Danni più gravi possono essere una iper-sensibilità ai volumi alti, perdita selettiva dell'udito a certe frequenze e poi la sordità parziale o totale.
QUANDO LO SCOPRI E' GIA' TARDI
Quanto dura un concerto? Una serata in discoteca? Un DJ set? E una sessione in sala prove? Per tutti questi esempi, molto comuni a dire il vero, siamo già oltre le soglie di esposizione consigliate sia per livelli di pressione sonora che per numero di ore.
Per ogni ora di concerto, un musicista poi spende diverse ore in sala prove. Per questo la sala prove è, anche se spesso non lo si considera, una delle condizioni più critiche per l'udito. Acustica scarsa, guerra dei volumi tra chitarre, basso e batteria, casse ad altezza testa molto vicine all'orecchio. Da mie misurazioni i 120-125dB vengono raggiunti molto più facilmente di quanto si creda.
E lo fate per anni e anni, senza mai pensare alle conseguenze.
Bastano 5-10 per un musicista, professionista o amatore, di concerti e prove per non essere già più in grado di udire come una persona normale. Il risultato è un udito che inizia ad essere via via sempre più sbilanciato, una tendenza a compensare e creare suoni scorretti ed ovviamente via via tutti i rischi connessi di cui abbiamo parlato sopra.
I danni quindi sono molto graduali e subdoli, ma quando il test audiometrico ci certifica che abbiamo perso certe frequenze sono andate, non otterremo mai più un udito normale.
PROTEZIONE
Questo speciale l'ho voluto realizzare in collaborazione con Frenexport, distributore di Alpine Hearing Protection, perchè è la soluzione a cui sono arrivato personalmente nella mia ricerca di un sistema di protezione comodo, semplice ed economico.
Se con un paio di euro potete acquistare in farmacia dei tappi in silicone o spugna, questa soluzione falserà però completamente il vostro udito. Solitamente le frequenze alte vengono tagliate massivamente mentre le basse molto meno. Degli auricolari con calchi personalizzati possono invece costare diverse centinaia di euro.
Gli auricolari Alpine MusicSafe Pro invece con un costo tra i venti e i trenta euro, consentono di attenuare l'ascolto senza pregiudicare un buon bilanciamento tra le frequenze.
Gli Alpine MusicSafe Pro sono degli auricolari a doppia cupola in silicone con un canale centrale libero in cui andrete ad inserire uno dei tre filtri - bianco, argento e oro - che vanno ad ottenere un'attenuazione più o meno elevata.
Questi auricolari che ho potuto testare sono l'ultima versione e sono migliorati rispetto alle prime versioni. Ora li trovo ancora più bilanciati nell'attenuazione e comodi sia da indossare che da trasportare. Molto bello il porta-auricolari con cerniera che può contenere anche il laccio e i filtri alternativi.
Studiati appositamente per i musicisti, questi auricolari ci permettono un ascolto rilassato ed in piena sicurezza sia in sala prove che sul palco, con un attenuazione della pressione sul timpano che riesce a mantenere un ascolto naturale.
Nel grafico potete vedere le diverse attenuazioni a seconda dei filtri applicati.
Il filtro ad Alta Protezione (Oro) non l’ho trovato adatto alle prove e ad un ascolto critico, poichè l’attenuazione è eccessiva sulle medie e sulle alte e riduce la comprensione del parlato e della chitarra; è perfetto invece per chi suona la batteria e deve studiare molto tempo.
Il filtro a Media Protezione è risultato l’ideale per provare con band rock e per i concerti ad alto volume. Sono riuscito a stare contemporaneamente vicino al mio cabinet e vicino alla batteria in una piccola sala senza sentire disagio. Soprattutto con la chitarra la minore attenuazione sulle alte permette di distinguere bene le note e non perdere troppo in definizione.
Il filtro a Bassa Protezione invece si è rivelato un toccasana in discoteca durante un DJ set di un paio d’ore, durante un concerto dal vivo in prima fila e durante una giornata di lezioni di chitarra a medio volume. La riduzione è molto minore sulle basse e quindi si riesce a godersi la pompa dei subwoofer nei live, il parlato è perfettamente comprensibile e tanto rumore di fondo è attenuato al minimo; li ho trovati proprio comodi riuscendo a concentrarmi meglio sulle cose essenziali.
IN CONCLUSIONE
Sembra quasi lapalissiano ripetere che la conservazione dell'udito per un musicista è l'investimento migliore che si può fare. Trascurare questo aspetto o danneggiarsi l'udito perchè mettersi gli auricolari non fa figo è semplicemente stupido.
Che sia una soluzione come quella di Alpine o un'altra la scelta è talmente ad un prezzo arrivabile che non credo ci sia nemmeno bisogno di chiedersi se quanto avete appena letto corrisponde al vero o meno - anche se faccio il massimo per documentarmi e non scrivere inesattezze. Gli Alpine prendono il mio pollice in su semplicemente perchè sono in tanti anni ciò che mi ha permesso di continuare a fare questo splendido mestiere in sicurezza.