Tony Iommi, inglese di nascita e italiano di origine (da madre palermitana) è uno dei chitarristi che ha lasciato il segno nel moderno guitar sytling. Appartiene a quella schiera di chitarristi “non virtuosi” ma che hanno caratterizzato il nostro modo di suonare e scrivere, così come Brian May, Clapton e molti altri. La storia personale di Iommi ne condiziona sicuramente l’evoluzione, e quella menomazione alle falangi della mano destra lo costringerà a studiare stratagemmi per bypassare il “problema” ma anche a costruirsi un personalissimo stile esecutivo e compositivo. A Iommi si deve proprio un certo modo di pensare il riffing, fatto di appoggi molto larghi strutturati, con una loro epicità intrinseca e mai banale.
Anche il timbro ne determina il carattere ed in primis il “low tuning”, che conferisce un aspetto grave e cupo, nel caso di Iommi direi in maniera più appropriata “tetro”.
L’aspetto “tombale” del sound di Iommi ne caratterizza tutta la carriera, anche se ben lontano dal Satanismo delle band di metà anni ’80.
Ad accrescere questo senso di inquietudine e tenebre tipico della band (i Black Sabbath), l’accordatura più bassa (appunto il “low tuning”) consentiva a Tony di avere delle corde con una minor tensione, aspetto di notevole interesse vista la menomazione alla mano. In realtà ciò influiva pesantemente sul risultato finale del timbro, cambiandone il rapporto con gli armonici ma soprattutto sottolineando ancora di più questo aspetto “grave” del suono. Non dimentichiamo che siamo tra la fine degli anni ’60 e i primi ’70; oggi queste considerazioni farebbero arrossire per la loro banalità, ma non dimentichiamone il contesto.
A livello di strumentazione come per tutto il movimento settantiano abbiamo l’accoppiata Gibson/Marshall o Fender/Marshall; i 2 schemi (Led Zeppelin Vs. Deep Purple come mi piace provocatoriamente definire questi 2 modelli) sono il riferimento di quasi tutti i chitarristi del decennio, ma nonostante ciò, ciascuno si differenzierà per lo stile, la composizione e anche per il suono. Spesso il timbro influenza anche lo styling: Van Halen ad esempio costruisce i suoi riff spesso all’altezza di circa metà tastiera, utilizzando quindi anche rivolti di accorti molto alti. Al contrario di Iommi è sempre impostato sulle note basse o comunque quasi sempre sulla 5a e 6a corda. La sua chitarra inoltre già di per se ha un timbro abbastanza scuro, si tratta di una Gibson SG che nel tempo modificherà nel suo modello signature sulle sue specificità, fino alla versione Black a 24 tasti con pickup signature, molto più potenti degli originali SG e più vicini ad un Tone Zone o un Bill Lawrence.
A livello di amplificazione, Tony Iommi alterna l’utilizzo di Marshall e Laney, entrambi inglesi di origine. Non è un dettaglio se pensiamo alla differenza di suono di Paraonoid (realizzato con un Laney) rispetto a Mob Rules sicuramente più moderno ma anche stilisticamente diverso e realizzato con Marshall.
Per semplificare, le atmosfere più cupe sono proprio quelle riferibili a Laney, mentre le più brillanti ottenute con un Marshall, questo ci racconta la storia. In realtà con gli ultimi modelli delle testate, e soprattutto con il digitale, non è difficile emulare entrambe le sonorità con un unico modello.
Per quanto concerne invece l’effettistica, nel tempo Tony ha utilizzato un booster (per avere maggiore gain e profondità di suono) e un Chorus/Phaser soprattutto sui clean.
Da non dimenticare spesso l’utilizzo di un Wah a metà corsa, che enfatizza l’armonico di quinta…. Un dettaglio per i più sofisticati….
Ricreare il timbro con Guitar Rig 5 di Native Instruments è molto semplice, ma molto importante sarà lo strumento che utilizziamo, in questo caso proprio una Gibson SG e di fondamentale importanza eseguire il riff al 12 esimo tasto sulla 6a corda (e non al 7a tasto della quinta) per avere il giusto armonico. Ad enfatizzare questo armonico il plugin Ultrasonic che supplisce proprio alla funzione del Wah a metà corsa e che, grazie ad uno Sreamer in ingresso (con la funzionalità di boost che Iommi ha tra guitar e amplificatore), crea una curva di equalizzazione proprio sulle medie arrotondando il timbro già di per se ben distorto.
Consiglio anche un compressore magari sulla traccia della DAW per contenere eventuali armonici che potrebbero “bucare” sulle frequenze medio alte….
Non resta che suonare e divertirsi!!!!