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Il ricordo di uno dei protagonisti della trasformazione di quel comprensorio industriale nelle Marche, che per quasi trent’anni fu leader mondiale nella produzione di strumenti musicali elettronici

 

paolo bontempi

 

Si è spento a Montelupone all’età di 93 anni l’ingegnere Paolo Bontempi, divenuto celebre per aver guidato l’omonima azienda di famiglia. La notizia della scomparsa è stata data lo scorso 23 dicembre a esequie avvenute e immediatamente ha fatto il giro del web. Per chi scrive, quanto raccontato da quasi tutte le testate nazionali però merita un piccolo approfondimento, perché ridurre l’opera di Paolo Bontempi ai soli strumenti musicali giocattolo o addirittura alle “pianole” è ingeneroso.

Paolo Bontempi: non solo giocattoli!

Le informazioni storiche raccolte dall’amico Claudio Capponi (e reperibili QUI), sono un buon viatico per cominciare a scoprire il contributo fornito da Paolo Bontempi al mondo musicale in oltre 30 anni di attività.

 

paolo bontempi

 

Egisto Bontempi di Castelfidardo nel 1937 aprì l’azienda “La Fisarmonica”, allestendo con Archimede Mancini una piccola bottega artigianale in via Silvio Pellico a Potenza Picena. Nel dopoguerra, Mancini lasciò l’azienda trasferendosi a Pesaro e negli anni cinquanta la bottega cambiò denominazione in “Bontempi”. Paolo Bontempi, il figlio di Egisto, entrò in azienda nel 1960, fresco di una laurea in ingegneria elettronica ottenuta al Politecnico di Torino. Il suo ingresso in azienda coincise con un periodo strategico per il comparto marchigiano delle fisarmoniche che, a causa della contrazione del mercato, fu costretto a reinventarsi.

In principio, Paolo Bontempi puntò sulla produzione di giocattoli musicali, investendo su macchinari per la lavorazione delle materie plastiche per realizzare, oltre alle fisarmoniche, anche pianoforti, chitarre, percussioni e strumenti a fiato per i più piccoli. Questa conversione si rivelò un successo commerciale e per soddisfare la crescente richiesta di questi strumenti Bontempi realizzò nel 1964 un nuovo stabilimento da 25.000 metri quadri in via San Giovanni Bosco, alla periferia di Potenza Picena. In seguito, aprì anche un secondo sito produttivo a San Claudio di Corridonia, sempre nelle Marche.

 

paolo bontempi

La sede di Bontempi a Potenza Picena, costruita a partire dal 1964

 

Gli anni sessanta e settanta

Paolo Bontempi proseguì a investire su nuove tecnologie e prodotti: sul finire degli anni sessanta il catalogo dell’azienda comprendeva non solo i cosiddetti “Chord Organ”, ma anche organi elettrici ed elettronici per il settore semi-professionale. Strumenti a uno o due manuali con mobile generoso, speaker incorporati e un congruo parco di timbriche a corredo per emulare diverse categorie orchestrali. In seguito, furono prodotti organi elettronici dotati anche di una sezione di accompagnamenti automatici o una drum machine.

Questo ampliamento del catalogo spinse Bontempi nel 1976 ad aprire un terzo stabilimento a Martinsicuro in provincia di Teramo, dedicato principalmente allo stampaggio di semilavorati in plastica e componentistica per gli altri due stabilimenti del gruppo. L’organico della Bontempi a fine anni settanta arrivò a toccare quota 650 dipendenti distribuiti nei tre stabilimenti.

 

paolo bontempi

 

Gli anni ottanta e l'IRIS

Nei primi anni ottanta la concorrenza giapponese mandò in crisi il comparto marchigiano, facendo vittime illustri, tra cui un brand come Farfisa. L’azienda versava da tempo in difficoltà economiche e nel 1984 fu rilevata da Bontempi, che acquisì altri marchi in orbita Farfisa quali Mozzani (chitarre), Scandalli o Settimio Soprani (fisarmoniche) e infine Furstein (pianoforti).

Per fronteggiare la crisi e poter competere con la ricerca compiuta nel Sol Levante, Gianni Giudici in questa intervista mi raccontò come andò con il consorzio ISELQUI, nato ad Ancona nel 1983 per supportare le imprese del settore musicale. Nonostante le buone intenzioni nel voler collaborare, l’individualismo prevalse e molte aziende scelsero di investire su propri laboratori R/D. Quello finanziato dal gruppo Bontempi/Farfisa (nel frattempo divenuto Comus Bontempi) nacque nel 1988 all’interno di un parco naturale a Paliano, a pochi chilometri da Roma. Per dirigere il team di validi fisici, ingegneri e informatici provenienti da tutta Italia, Bontempi scelse una figura come il fisico Giuseppe di Giugno, proveniente dall’IRCAM di Parigi, istituto da lui fondato nel 1975 insieme a Luciano Berio e Pierre Boulez. Il nuovo laboratorio fu ribattezzato IRIS (Istituto di Ricerca per l’Industria e lo Spettacolo).

 

paolo bontempi

Il primo esemplare di un'unità MARS collegata a un computer Atari (credits: Museo del Synth Marchigiano)

 

All’interno dei laboratori di Paliano si dovevano studiare nuove tecnologie di sintesi ed elaborazione del suono in tempo reale, proseguendo gli studi compiuti da Giuseppe di Giugno all’IRCAM con i computer musicali 4I e 4X. Uno dei progetti più importanti realizzati dall’IRIS fu sicuramente la workstation denominata MARS (Musical Audio Research Station), un sistema dotato di processori sviluppati dai tecnici italiani. Della tecnologia multisintesi sviluppata per la MARS beneficiò nel 1993 un ambizioso progetto come la serie F di Farfisa, una gamma di workstation arranger all’avanguardia sotto il profilo delle caratteristiche. In seguito, nel 1996 fu realizzata anche la gamma di tastiere serie G e l’expander 7X: di quest’ultimo, QUI trovate l’approfondimento realizzato dal sottoscritto con il team di Arranger Legacy.

 

 

L'epilogo

Purtroppo queste serie di tastiere Farfisa non furono un successo commerciale, “schiacciate” sul mercato da competitor dell’epoca più abbordabili come prezzo, tra cui le Roland serie E, le Yamaha PSR o le Technics KN. Da qui in poi, il declino: una crisi nel 1997 obbligò Comus Bontempi a un ridimensionamento che portò, nel 1998, alla chiusura di Farfisa e del suo stabilimento di Aspio Terme, mentre l’anno dopo stessa sorte toccò anche al centro ricerche IRIS.

Tra alti e bassi – tra cui un’altra crisi nel 2003 superata con la nascita di una nuova società denominata Sigma – il marchio Bontempi ha resistito fino al 2014, poi il Tribunale di Macerata ne ha decretato la chiusura definitiva dei due stabilimenti ancora attivi (Potenza Picena e Martinsicuro) approvando il concordato preventivo.

Oggi i marchi Bontempi/Farfisa sono stati rilevati da un’altra società e hanno ricominciato a produrre strumenti musicali giocattolo e tastiere elettroniche nella storica sede di Potenza Picena (QUI una news comparsa su SM di un nuovo pianoforte digitale Farfisa), ma questa è tutta un’altra storia.

I vecchi sistemi MARS realizzati nel centro IRIS sono stati recuperati in maniera fortunosa nel 2019 in un vecchio stabilimento Farfisa e restaurati dal Museo del Synth Marchigiano: nel video sotto un esemplare all’opera.

 

 

Io lo ringrazio, perché...

Paolo Bontempi in carriera ha ricevuto diversi riconoscimenti e l’ultimo in ordine di tempo è stato il Premio Mugellini nel 2022, per l’intuizione avuta nel realizzare strumenti rivolti all’educazione musicale dei più piccoli. Un premio dato non a caso, perché tra le altre intuizioni di Bontempi va ricordata quella di aver allestito un metodo di studio semplificato della musica abbinato ai suoi strumenti.

Qualcuno sui social nelle ultime ore ha ricordato con affetto Bontempi per essere cresciuto suonando i suoi strumenti didattici, mentre chi ha collaborato o lavorato per lui l’ha ringraziato per la fiducia accordata. Io Paolo Bontempi lo ringrazio soprattutto per l’IRIS, perché se oggi abbiamo tastiera e mouse di una DAW sulla nostra scrivania per fare musica lo dobbiamo un po’ anche a lui.

 

Un ringraziamento agli amici della pagina FacebookElettronica Musicale Italianaper alcune fotografie inserite in questo articolo.

 

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