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David Gilmour - Un suono epico che resiste al tempo


Ci sono chitarristi che sposano lo stesso suono quasi per tutta la carriera ed artisti che invece durante il loro percorso provano tante soluzioni differenti evolvendo il loro sound man mano che la loro musica cambia. Quest'ultimo è il caso di Van Halen, chitarrista mitico di cui abbiamo parlato il mese scorso e che potete trovare in Questo ArticoloIl grande David Gilmour, chitarrista di questo mese su SM, può essere considerato una via di mezzo tra queste due categorie. Sebbene abbia sempre seguito un filo conduttore coerente e scelte di amplificazione ed effettistica collegate tra di loro negli anni, è anche un musicista che ha sperimentato talmente tanto e così perfezionista che per descrivere ciò che ha utilizzato ci vorrebbe un libro e non un articolo.

 

Lungi dal volerlo fare, cercherò oggi di portarvi con la nostra macchina del tempo nei momenti cruciali della lunga carriera di Gilmour per capire come ha costruito, consolidato ed evoluto il suo suono dagli anni '60 ad oggi. Quando pensiamo ai Pink Floyd ed alla sua carriera solista infatti solitamente pensiamo sempre allo stesso suono a grandi linee, ma vi stupirete di quante sfumature e piccoli accorgimenti abbia cambiato in cinquant'anni.

IL GIOVANE GILMOUR, DAI PRIMORDI ALLA SCOPERTA DI HIWATT

Il David Gilmour dei primi anni con i Pink Floyd e del primo disco "A Saucerful of Secrets", sebbene sia stato studiato nei particolari, è forse quello più difficile da descrivere poichè il suo ruolo si sovrapponeva ancora con quello di Syd Barrett, che presto verrà invitato a lasciare la band, e per questo il sound della prog band destinata a diventare una pietra miliare della storia della musica non era ancora ben caratterizzato dalla personalità decisa di Gilmour.

Selmer Stereomaster david gilmour strumenti musicali

In quegli anni le scelte di amplificazione furono varie ma una certa costanza David la ebbe con le testate Selmer Stereomaster, sia nelle versioni a 50W che a 100W. Un amplificatore valvolare stereo di vecchia concezione con due ingressi per ogni canale. Il suono di Gilmour infatti non ha ancora preso la sua rinomata corposità ed il sustain epico per cui rimarrà noto.

david gimour - hiwatt primi anni

Una delle prime foto che nel 1969 ritraggono David con le testate Hiwatt

Queste caratteristiche inizieranno a caratterizzare il suo sound a partire dal luglio del 1969, quando deciderà di passare agli amplificatori Hiwatt dopo aver saputo che sia i Jethro Tull che i The Who avevano scelto di usare questi nuovi amplificatori costruiti da Dave Reeves, che aveva iniziato a costruire testate custom per artisti inglesi locali. Il sodalizio di Gilmour con il sound Hiwatt, nonostante molte variazioni, rimarrà praticamente ininterrotto per cinquant'anni.

IL SOUND HIWATT PER I DISCHI DELLA CONSACRAZIONE

Dal 1969 fino al 1987 circa e su tutti i dischi di maggiore impatto dei Pink Floyd e della sua carriera solista, David Gilmour sceglierà come fonte primaria del suo suono le testate Hiwatt DR 103 Custom costruite per lui da Reeves.
Ancora oggi David utilizza le sue tre testate DR 103 originali del 1974 con valvole dell'epoca. Negli anni, soprattutto dal vivo, Gilmour è passato a diverse configurazioni, preferendo però nella maggior parte dei casi utilizzare principalmente da due a sei testate su due percorsi di segnale differenti. Il suo live rig è sempre davvero complesso, a volte al limite del maniacale, ma il risultato è dalla sua parte, quindi come dargli torto.

Anche per i cabinet la scelta che si afferma in quegli anni lo accompagnerà per molto tempo. Il chitarrista cantante inglese sceglie dei cabinet WEM Super Starfinder 200 4x12" con speaker Fane Crescendo non specifici per chitarra ma per PA, così da avere una risposta in frequenze più ampia. Più avanti utilizzerà anche coni Celestion 75s in combinazione con questi per arricchire la gamma media.

 

LE ALTRE SCELTE DI SIR DAVID

Se ci potessimo fermare ad Hiwatt praticamente potremmo chiudere qui l'articolo, oppure potremmo parlare ore delle variazioni più o meno significative che David ha fatto realizzare alla sua configurazione principale di amplificazione. Invece Gilmour si è sempre dimostrato un perfezionista e ricercatore del suono, puntando per ogni album e per ogni tour su diverse sfumature che potessero arricchire la sua tavolozza timbrica. Questo non perchè attratto come molti dalle ultime uscite tecnologiche, ma poichè si è sempre dimostrato un chitarrista attento alla funzionalità dei suoni ed alla realizzazione con il suo strumento di quella che poteva essere la sua idea compositiva.

Gli Amplificatori Fender di Gilmour

Iniziamo col parlare di Fender, perchè sarebbe stato quanto meno strano che un artista della sua generazione non usasse questo marchio che per molto tempo fu la scelta quasi automatica di molti chitarristi.
David ha utilizzato molto spesso nei suoi setup e registrazioni il Fender Twin Reverb, uno degli amplificatori più iconici della casa americana. fender-vintage-reissue-65-twin-reverb-guitar-amp-xlIl Twin Reverb, con il suo suono valvolare ricco di basse, molto morbido e con un clean nitido ma non troppo squillante, è stato utilizzato poichè ha la capacità di non andare in saturazione anche ad alti volumi. Le medie scavate lo rendono molto risonante ed adatto a lavorare bene con i pedali effetto. Molti dei suoni di "Dark Side of the Moon" infatti furono realizzati con questo ampli nella sua versione Silverface. La versione testata, chiamata Showman, fu utilizzata in diversi punti dell'album "Wish You Were Here" invece.
Tra i Fender preferiti del chitarrista britannico ci sono anche i 59 Bassman, simili al Twin ma con più medie, e più adatti a lavorare con saturazioni come quelle del Big Muff che Gilmour ha sempre amato molto. Nell'album "Division Bell", ad esempio, il mix delle chitarre è realizzato principalmente con un 59 Bassman e un Hiwatt SA212.

 

David Gimour Fender Twin e Mesa Mark V

Photo by Rob Verhorst/Redferns

Negli anni '90, prima di tornare ad utilizzare come amplificatori principali gli Hiwatt, Gilmour utilizzò le testate Fender Twin Reverb assieme al Mesa/Boogie Mark I per il "Momentary Tour" ed il "Division Bell Tour".

Mesa/Boogie Mark I

Come forse riuscite ad intuire dalla foto qui sopra, l'etichetta posta sopra la testata Mesa/Boogie Mark I riporta la scritta "FUZZ". Dal 1984 fino alla fine del "Division Bell Tour" infatti, David utilizzo queste testate per il loro suono distorto molto caratteristico, proprio come un pedale fuzz all'interno della sua catena del suono.

Gallien-Krueger 250ML

Utilizzato quasi esclusivamente in studio e per un periodo limitato, dal 1987 al 1990, cito anche il G-K 250ML poichè è stato utilizzato per un suono che molti ricercano e che si discosta abbastanza dalle scelte usuali di Gilmour. Negli anni '80, e qui probabilmente la moda attecchì leggermente anche sui Pink Floyd, per ottenere una distorsione più tagliente, David cercò diverse soluzioni. Un esempio molto caratteristico è "Sorrow", nell'album "A Momentary Lapse of Reason", in cui la distorsione interna del 250ML fu utilizzata per una saturazione molto aggressiva e scavata sulle medie. Gli altri suoni più pieni e corposi su questo pezzo invece sono realizzati con un Fender Super Champ.

Gli amplificatori Yamaha

Una citazione doverosa la meritano anche gli amplificatori Yamaha, che nel corso degli anni hanno svolto un ruolo abbastanza importante nella strumentazione di Gilmour, anche se significativi soprattutto per l'effettistica.
David è stato visto dal vivo, negli anni '70, utilizzare una rara testata preamp Yamaha PE-200A, probabilmente collegata alla sua amata chitarra lapsteel. Una testata potente e dal suono piuttosto brillante e vivace, in grado di far uscire bene la lapsteel dal mix.

 

L'amplificatore Yamaha che però è più conosciuto per essere stato utilizzato da Sir David è lo Yamaha RA-200R, che fin dal 1976 e dalla registrazione di "The Wall" nel 1978 è stato utilizzato fino ad oggi per l'effetto Doppler. David sia prima che dopo ha utilizzato diverse soluzioni per questo tipo di effetto, sperimentando sia il Leslie che i sistemi Rover e con i custom Doppola, ma lo Yamaha spesso risultò vincente o più pratico.

 

Yamaha RA-200 rotary gilmour strumenti musicali amplificazione

Yamaha RA-200 rotary

L'RA-200, a differenza di altri sistemi rotary come il Leslie, non è valvolare ma un ampli da 200W a stato solido. Possiede tre speaker nella parte superiore che ruotano  sullo stesso asse verticalmente affiancati. Nella parte inferiore ci sono invece due speaker fissi da 60W. Gli speaker rotary sono alimentati da un finale e gli speaker fissi da altri due. Si può capire come questa soluzione fosse considerata spesso più pratica e meno delicata del pesantissimo Leslie valvolare, soprattutto in tour. David ne ha fatto uno dei suoi effetti prediletti, utilizzandolo a più riprese fino ad oggi.

 

Rimanete collegati e con le orecchie ben aperte perchè la prossima settimana David Gilmour sarà protagonista di Virtual Guitar, la serie di articoli realizzata da Frank Caruso, in cui impareremo a ricostruire i suoni più famosi di questo mitico chitarrista.

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