BandLab si allinea ai concorrenti proponendo a partire dal prossimo autunno la DAW americana in versione Premium con la classica formula dell’abbonamento mensile/annuale. Rimarrà una variante Free, ma con diverse limitazioni. Ecco il mio pensiero su questa scelta commerciale.
Le news a riguardo circolavano da tempo, e gli utenti si saranno già accorti di questa piccola rivoluzione all’avvio del software: BandLab Technologies ha annunciato che tutti gli utenti registrati sulla pagina dedicata al download gratuito della DAW americana potranno usufruire della nuova versione completa di Cakewalk Sonar solo a pagamento, tramite un abbonamento.
Questa scelta sta facendo molto discutere nell’ambiente, perché rispetto ai concorrenti diretti che già si sono proposti con formule analoghe, a causa delle vicissitudini intercorse in questi anni Sonar all’apparenza parte svantaggiato. Per capire queste vicissitudini è utile fornire qualche piccolo cenno storico sul brand Cakewalk e la DAW Sonar.
Cakewalk Sonar: la storia in pillole
In origine la società si chiamava Twelve Tone Systems e fu fondata a Boston nel 1987 da Greg Hendershott. Cakewalk era il nome del software: un sequencer MIDI disponibile solo per piattaforma MS-DOS all’inizio, e per Windows nel 1993. Una curiosità: il sequencer fu così ribattezzato in onore del brano “Golliwogg's cake-walk”, facente parte della suite “Children’s Corner” di Claude Debussy. Cakewalk in origine si fece apprezzare per la semplicità nell’approccio, grazie a un’interfaccia ben studiata che lo rendeva facile da utilizzare anche a un utente inesperto.
Il team di sviluppo americano rilasciò inoltre il supporto ai file di script CAL, che consentì all’utenza di creare editor personalizzati dei propri strumenti ed effetti da utilizzare in un’istanza del software. Questo supporto fu molto apprezzato soprattutto oltreoceano, dove nacquero le prime community online in cui reperire gratuitamente o scambiare con altri appassionati le proprie realizzazioni in formato CAL.
Negli anni questo sequencer è stato costantemente evoluto dal team americano, fino a tramutarsi in DAW con l’introduzione del supporto dell’audio (Cakewalk Pro Audio). L’abitudine consolidata tra gli utenti di indicare con il nome del software la società, spinse l’azienda nel 1999 a cambiare denominazione in Cakewalk, mentre il software fu ribattezzato Sonar. Cakewalk parallelamente sviluppò anche una serie di virtual instrument da associare in bundle alla DAW o venduti separatamente, tra cui il TTS-1 che divenne gettonatissimo in chi all’epoca di dilettava con l’editing dei MIDIFile: praticamente una virtualizzazione (peraltro ben fatta) delle timbriche General MIDI di un Roland Sound Canvas.
Nel nostro paese questa DAW divenne molto apprezzata in questo periodo anche per un motivo molto meno nobile: non avendo alcuna protezione o chiave hardware, Sonar era facilmente piratabile. Intorno alla metà degli anni duemila, per una strategia volta a creare le proprie divisioni software, Yamaha e Roland decisero di acquisire brand del settore quali Steinberg la prima, mentre la seconda puntò proprio su Cakewalk nel 2008. Roland cominciò a proporre in bundle con tutto il catalogo dei suoi strumenti una versione LE di Sonar, ma non solo: realizzò anche la serie hardware V-Studio, una gamma di sofisticati mixer digitali e superfici di controllo dedicate alla versione più completa della DAW americana (Cakewalk Sonar Platinum).
Purtroppo, in questo periodo sopraggiunse anche la crisi economica, che costrinse Roland negli anni successivi a fare grossi sacrifici pur di stare a galla sul mercato: in Italia ne sappiamo qualcosa a riguardo, con la chiusura nel 2011 dello stabilimento Roland Europe ad Acquaviva Picena. Nel 2013 toccò a Cakewalk che fu ceduta a Gibson. Oltre a fornire supporto software ai prodotti realizzati da un’altra controllata come Tascam, in questo periodo il team Cakewalk cominciò a sviluppare anche una versione della DAW compatibile con la piattaforma Mac. Questa variante era basata sulla tecnologia CrossOver di CodeWeavers, che consentiva alle applicazioni native per Windows di funzionare sui computer della mela.
Nel 2017 però, l’ennesima doccia fredda: a seguito di una razionalizzazione delle sue partecipazioni aziendali, Gibson decise di chiudere Cakewalk. Nei primi mesi del 2018 Gibson annunciò di aver ceduto gli asset di Cakewalk a BandLab Technologies. Dopo l’acquisizione, la società di Singapore scelse di cambiare nome a Sonar rinominandolo Cakewalk by BandLab (QUI la mia news dell’epoca), e di offrirne gratuitamente l’ultima versione a pagamento disponibile sul sito Cakewalk (l'ex Sonar Platinum) agli utenti che creavano un account sulla sua piattaforma musicale. E siamo giunti così ai giorni nostri…
Bye Bye Cakewalk by BandLab, ritorna Sonar
In principio funzionava così: aprivi un account personale su BandLab e potevi utilizzare gratuitamente l’ultima versione di Cakewalk by Bandlab; l’autorizzazione andava rinnovata sul proprio account a cadenza semestrale. Nel mese di aprile è giunto l’annuncio da parte di BandLab Technologies che – a partire dal 1 agosto 2025 – questa procedura è cessata e chi possiede un account associato all’uso gratuito di Cakewalk by BandLab alla prossima scadenza verrà indirizzato sul sito internet dove potrà scegliere una nuova versione della DAW (Free o in abbonamento), che tornerà nuovamente a chiamarsi Sonar.
La prima novità è la centralizzazione delle autorizzazioni: il nuovo Sonar e il suo ecosistema si gestiscono attraverso un singolo account. Oltre a piccoli interventi di restyling e risoluzione bug, il team americano è intervenuto sul “motore” del nuovo Cakewalk Sonar per ottimizzarne l’elaborazione audio con l’uso di CPU Multi-Core in progetti con carichi di plugin elevati. Altra piccola miglioria (finalmente, per chi scrive) riguarda l’ottimizzazione delle prestazioni dell’interfaccia in termini di velocità di scroll nell’editing in quei progetti con svariate tracce audio e istanze di plugin. Rimarchevole l’inserimento, infine, di un analizzatore di spettro sulle tracce. La lista di tutti i miglioramenti apportati la trovate QUI. La nuova DAW sarà disponibile per piattaforme Mac o Windows.
Cakewalk Sonar Free o Premium: differenze
Il nuovo Sonar in abbonamento include queste funzionalità definite Premium da Cakewalk:
- (Novità) Track Manager
- (Novità) Jump-to-track
- (Novità) BandLab Sounds
- Elastique Pro
- Oversampling dei plugin
- Dithering POW-R
- Tracce Arranger multiple
- Plugin Overloud TH-U e FX
- Moduli ProChannel nel Mixer View
Il corredo di software in bundle comprende un nuovo campionatore denominato XSampler, e plugin quali Concrete Limiter e VX-64 Vocal Strip. Nelle ultime ore il team Cakewalk ha rilasciato inoltre una nuova serie di nove plugin denominati Core, che vanno a sostituire la vecchia suite inclusa in Sonar nel formato DX. La suite Core però sarà disponibile solo per la versione Premium.
Amarcord e riflessioni a cuore aperto
Premessa: sono utente Cakewalk da quando ancora si chiamava Twelve Tone Systems e avevo un computer basato su MS-DOS. Ho perso il conto dei progetti musicali realizzati con Cakewalk Pro prima e con Sonar in seguito; inoltre, per qualche anno ho avuto anche il privilegio di esserne tester e specialista per quella storica rivista italiana che oggi conoscete con il nome di Audiofader. Ho visto questa DAW crescere e competere sul mercato con concorrenti quali Cubase, Logic o Ableton Live, per poi seguirne il lento declino di cui leggerete in seguito.
Al Musikmesse del 2007 infine ho conosciuto e intervistato Greg Hendershott, in occasione delle celebrazioni per i 20 anni di Cakewalk; di quell’incontro conservo gelosamente una maglietta celebrativa ricevuta in dono dal fondatore. Tutto questo per spiegarvi che – della materia – non ne scrivo per sentito dire…
Il declino di questa storica DAW non è dovuto a elementi quali l’approccio – l’interfaccia americana è stata presa a esempio da molti concorrenti negli anni – o problemi di affidabilità, perché nonostante le vicissitudini aziendali il team di Boston ha sempre rilasciato nuove versioni di Cakewalk Sonar al passo con i tempi come stabilità. Dove Sonar ha pagato dazio è in termini di contenuti, perché in ogni acquisizione ha perso tasselli importanti nel proprio corredo di funzionalità e bundle.
Durante la proprietà Roland, il team di Cakewalk ereditò alcune importanti tecnologie, una tra tutte quella denominata VariPhrase che su Sonar fu impiegata con successo per realizzare l’efficace (per chi scrive) modalità V-Vocal. Nel frattempo, però, l’offerta di contenuti in bundle cominciò a essere ridimensionata, partendo dal potente sintetizzatore Dimension Pro o il TTS-1, messo da parte a favore (per un breve periodo) della virtualizzazione ufficiale del modulo Sound Canvas.
Ovviamente, la cessione a Gibson fece scomparire i contenuti Roland dal software, mentre il bundle si ridusse a quanto sviluppato come plugin dal team Cakewalk, oltre ad alcune proposte di terzi. All’acquisizione da parte di BandLab, Cakewalk Sonar manteneva sempre un’ossatura efficiente e ben aggiornata, ma un passo indietro in termini di contenuti rispetto ai concorrenti. L’ultimo taglio in ordine di tempo è del 2024, con l’annuncio della scomparsa dal bundle del TTS-1, su richiesta (guarda caso) di Roland. Tutti questi sacrifici hanno portato gli utenti americani di Sonar – la fetta più grossa dell’utenza mondiale di questo prodotto – a guardare altrove nonostante la gratuità dell’offerta: e adesso?
Cosa scegliere
Se siete utenti fidelizzati con il precedente Cakewalk by Bandlab gratuito, il passaggio al nuovo Cakewalk Sonar Free costringe a un bel compromesso in termini di funzionalità disponibili. A mio modesto parere, se il Dithering e il motore Elastique o l’oversampling dei plugin sono tool per i professionisti, sulla versione gratuita si poteva mantenere ugualmente i ProChannel nel mixer, magari andando a limitare la configurazione (o i preset) dei processori a corredo. Analoga considerazione può valere per le tracce multiple nel modo Arranger, in passato una mano tesa al producer in erba a corto di budget ma con tanta voglia di sperimentare.
Al momento, chi scrive fa fatica a giustificare i quasi 100 euro richiesti per un abbonamento Premium di un anno a Cakewalk Sonar. Se il restyling con l’annuncio dei nuovi Core in area plugin mi fa ben sperare, in quello dei virtual instrument nutro qualche perplessità. Oltre agli strumenti già citati nell’articolo, Cakewalk in passato forniva in bundle anche un’ottima suite con quattro volumi a costo zero denominata Studio Instruments: saranno mantenuti oltre l’XSampler? I BandLab Sounds potrebbero rivelarsi un valore aggiunto, a patto di allestire in breve tempo una collezione corposa (e ben sonante), sulla falsariga di quanto realizzato da un concorrente come Tracktion (dove però questi contenuti si pagano a parte…).

Sulla sinistra, i quattro Studio Instruments di Cakewalk: benché datati, sono intuitivi e soprattutto ancora ben sonanti.
In ogni caso, se siete utenti oramai fidelizzati della DAW BandLab by Cakewalk avete ancora un piccolo margine di tempo per decidere se migrare sul nuovo Sonar o altrove. La buona notizia è che i due software possono tranquillamente convivere sulla stessa piattaforma, una mano tesa se volete effettuare delle comparazioni utilizzando i vostri progetti preferiti. Nei mesi che rimangono alla scadenza della vostra autorizzazione è probabile che Cakewalk irrobustisca il bundle di Sonar Premium con nuovi contenuti, che potrebbero giustificare l’investimento in un abbonamento annuale. Nel frattempo, ciao Cakewalk by BandLab, e grazie per il supporto fornito negli ultimi sette anni alla mia musica.
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