E' possibile passare in pochi giorni da una dichiarazione di guerra che sa molto di "stiamo venendo a prendervi" ai più miti consigli delle ultime dichiarazioni di Gibson che potrebbero equivalere ad un buffetto ed un generico "non fatelo più per favore"?
Evidentemente si, perchè la casa americana della grande G ha capito due cose dal grande polverone che si è levato dopo la sua entrata a gamba tesa di giugno: non importa se hai ragione o torto, importa se la gente crede tu abbia ragione o torto; se ruggisci come un leone, poi devi dimostrare di essere un leone.
Probabilmente in questo momento Gibson è ancora troppo sulle gambe, mentre cerca di rialzarsi dalla bancarotta del 2018, per fare la voce grossa e pensare che tutti le credano. Allo stesso tempo James 'JC' Curleigh, nuovo presidente ed AD, sa che non si può vincere una battaglia lanciando il proprio esercito sempre all'attacco. Si tratta di una strategia di lungo corso portata avanti con il bastone e con la carota. A giugno è stato il momento del bastone, ora della carota.
La novità sta nella recente dichiarazione proprio di Curleigh: "Sono orgoglioso dei progressi che abbiamo fatto in quanto attenzione sulla qualità, con il lancio delle nuove collezioni, e il rinnovato impegno verso i nostri rivenditori Gibson autorizzati. Allo stesso tempo crediamo ci siano ancora diversi problemi di identità da risolvere, specialmente attorno alla protezione del marchio e del mercato."
"E' tempo di spostare la leva del cambio dal confronto [anche duro, ndr] alla collaborazione, pur continuando a proteggere i nostri brand, e siamo motivato a farlo partendo da ora."
E riguardo alla disputa legale con Dean Guitars che tanto ha fatto parlare e scrivere, Gibson specifica che la decisione di agire in modo così deciso e risoluto è avvenuta solo dopo diversi tentativi di comunicare direttamente con l'azienda rivale per non addentrarsi in una lunga battaglia a colpi di carte bollate.
C'è anche da aggiungere che l'attuale AD non ha iniziato questa campagna di cause contro chi copia le chitarre Gibson, ma sono iniziative cominciate sotto la precedente amministrazione. E' suo compito quindi cercare di portarle a termine nel modo più amichevole possibile.
Gibson ha quindi rivalutato il suo approccio con l'intenzione di trovare un approccio più costruttivo alla protezione del marchio. Nelle settimane precedente dichiara di aver già fatto notevoli progressi nel ridurre i casi di contraffazione, arrivati ad oltre 4,500 chitarre false provenienti da oltre-Oceano solo nell'anno precedente. Inoltre Gibson afferma di essere entrata in un regime di accordo e collaborazione creativa con diversi dei liutai boutique di maggior nome e di altri brand dell'indotto.
Questo significa che Gibson offrirà supporto a chi fabbrica modelli simili a Gibson perchè questi somiglino un po' meno ai loro modelli? Vedremo.
Di sicuro c'è che per ora le dichiarazioni pubbliche e bellicose si fermeranno, con la certezza di aver certamente attirato molte critiche ma anche di aver risvegliato il sentimento forte che la gente ha per questo brand, facendo sentire che dietro ad esso c'è un'identità forte e molta gente motivata pronta a difenderla.
Se posso dire la mia, questo James 'JC' Curleigh mi sembra uno che la sa davvero lunga...