Ascolta un po’, cosa hai usato di interessante recentemente?
Questa è la domanda che è sempre presente durante le conversazioni tra appassionati e professionisti, perché da questo scambio di opinioni si scoprono sempre cose nuove e mai scontate. Così, approfittando della pausa natalizia, abbiamo pensato di mettere insieme le opinioni dei nostri collaboratori in redazione, e ne sono venute fuori delle belle!
Non abbiamo voluto scrivere un "best of" o un "editor's choice": abbiamo invece raccolto le idee sui prodotti più interessanti, anche per il rapporto qualità prezzo, che sono entrati nel nostro studio, ci hanno pienamente soddisfatto e abbiamo inserito nel nostro workflow.
Si comincia con l’home recording, con tre outboard che ho provato personalmente e che, per il prezzo di ciascuno, hanno vinto un posto nel rack!
Buona lettura.
LUCA PILLA
Klark & Teknik
Esistono tre outboard che costano come l’equivalente del loro plug-in e si ispirano a classici come il limiter 1176, l’equalizzatore Pultec EQP1A e il compressore limiter LA2A. Ci credereste? Sono state le sorprese del 2018! Sotto il brand Klark Teknik, nelle mani di Behringer, sono arrivati 1176-KT (204 €), ispirato a Universal Audio 1176, EQP-KT (204 €) derivato da Pultec con amplificazione valvolare, e KT-2A (309 €) che fa il verso al leggendario Universal Audio LA2A valvolare.
Suonano come gli originali? Stringendo all’osso, l’1176 è soffice ma mantiene una buona distorsione armonica e quel limiting del FET che da sempre si usa, in parallelo, per voci e drums. L'1176 originale è un'altro pianeta. EQP-KT è utile quanto il Pultec originale per l’equalizzazione, anche se il timbro si allontana dalla dolcezza e naturalezza delle alte frequenze rispetto all’originale che costa, però, circa 12 volte tanto; KT-2A è interessante per aggiungere distorsione armonica e avere un suono più valvolare sulla voce grazie alla compressione.
Dei tre, il KT-2A è quello più interessante per il carattere timbrico ma anche un po’ più difficile da controllare se non si lavora sul livello d’ingresso, che va tenuto molto basso. A questo prezzo è impossibile dire di no e i tre sono perfetti per chi vuole esplorare l’outboard analogico nel proprio home studio, partendo da tre grandi classici!
LUCA ROSSI
Bluguitar AMP1
Da diverso tempo stavo cercando una soluzione di amplificazione che potesse essere molto compatta ed allo stesso tempo avere un suono all’altezza di un vero ampli. Avevo bisogno sia di un ampli muletto per eventuali emergenze nelle serate che di un ampli che potessi portare a demo e prove nella mia custodia per chitarra. Il Bluguitar AMP1 ha risolto tutto questo in una sola mossa. E’ un amplificatore valvolare a pedale che peserà poco più di 1Kg, sta nella sua borsetta 20x30cm, e sfruttando la tecnologia Nanotube riesce ad arrivare all’incredibile potenza di 100W.
Suona in modo eccellente. Ha due canali selezionabili e tre tipologie di distorsione, uno switch per un boost regolabile ed un riverbero di tipo spring. Si può collegare indifferentemente ad un cabinet passivo per chitarra, ad un cabinet attivo o in cuffia, ha un loop effetti in piena regola e volendo è anche programmabile in MIDI.
Durante i concerti lo tengo a fianco della pedaliera e se qualcosa non dovesse andare, ho un secondo ampli pronto in un attimo. Lo uso per studiare e per provare. E’ il coltellino svizzero degli amplificatori valvolari.
RICCARDO GERBI
Roland GO:MIXER
Un accessorio imprescindibile nel mio zaino da oltre un anno. All'apparenza un Session Mixer per realizzare filmati con smartphone/tablet e le app studiate da Roland, in realtà impiegabile in svariati contesti musicali. In fiere ed eventi posso effettuare anche una diretta streaming, basta frapporre il GO:MIXER e un iPad al set che uso abitualmente per realizzare i filmati pubblicati nel nostro canale YouTube. Tutte le sorgenti audio confluiscono nel GO:MIXER, e tramite il suo Monitor Out il mix stereo è veicolato al recorder audio del set. Ecco un esempio di impiego realizzato al recente SHG MusicShow con il nuovo GO:MIXER Pro.
In ambito musicale, sempre collegato a un iPad può fungere da interfaccia audio per dei virtual instrument gestiti con un controller tramite MIDI Bluetooth. Alimentato con un Battery Pack per ricaricare uno smartphone, il GO:MIXER può trasformarsi infine anche in un mixer stand alone per situazioni essenziali.
Il prezzo parte dai 75 € per la versione a cinque ingressi e se volete saperne di più, potete leggere il test pubblicato su SM Strumenti Musicali.
GIACOMO DALLA
Xpand!2
Incluso nelle dotazioni di Pro Tools, è un virtual instrument di Air Music Technology che fa della semplicità di utilizzo il suo cavallo di battaglia. Abituato a caricare di default strumenti virtuali ben più pesanti per il mio sistema, ho scoperto il suo reale potenziale in realtà dopo anni di utilizzo della DAW di Avid. L'engine è su quattro layer, ognuno dei quali dispone di tantissimi controlli tra cui livello, pan, due mandate effetto, arpeggiatore, sezione di modulazione ed editing. Si contano oltre 2500 tra Presets e Parts che includono una vasta sezione dedicata a suoni sintetici, FX e soundscapes.
Personalmente lo utilizzo in pre-produzione per la stesura degli arrangiamenti; spesso diversi suoni realizzati in questa fase rimangono anche nel prodotto finito. Sono molto efficaci, nonostante i controlli semplici, i riverberi e l'arpeggiatore; mappare i parametri di modulazione è intuitivo e dà una grande padronanza dello strumento anche per esibizioni live. Quindi, perché non sfruttarlo anche nel proprio armamentario di strumenti virtuali da palco?
A sottolineare il tutto c'è il prezzo: di listino su PluginBotique costa € 51,94; in questo periodo è in promozione a soli € 4,46!
ROBERTO ROSSETTI
Polytune clip!
Per molti sembrerà una banalità, un concetto già detto molte volte, ma rimango dell’idea che quando si calca un palcoscenico (di qualunque portata) è fondamentale avere i propri strumenti accordati per una buona riuscita della nostra performance!
Di accordatori come si sa ne esistono centinai di modelli, con svariate forme e dimensioni .. a rack , a pedale, a clip, ecc… ed è proprio di quest’ultimo modello che voglio suggerire il mio preferito: il Polytune Clip della TC Electronic. E’ diventato il mio TOP per diverse caratteristiche: la semplicità di funzionamento (basta un tasto per accenderlo e poi fa tutto lui!); la precisione nonostante sia un accordatore da paletta quindi funzionante con le sole vibrazioni del legno.
La possibilità come tutti i Polytune di accordatura polifonica per tutte le corde con una sola pennata; l’utilizzo a 360 gradi con rotazione automatica dello schermo, sempre leggibile; la comodità nel maneggiarlo; e in ultimo ma non da meno, il display veramente brillante che, per chi è solito utilizzare occhiali con lenti molto scure anche sul palco, in qualsiasi condizione di luce (credetemi…in qualsiasi!) è una manna dal cielo!
JACOPO MORIGGI
ZILDJIAN L80 Low Volume
Questo nuovo modo di suonare garantisce un suono più silenzioso senza perdere il feel autentico di un piatto perché suona e risponde appunto come un vero piatto acustico. Questi piatti Zildjan L80 pieni di “forellini” offrono fino all’ 80% in meno di volume rispetto ai piatti tradizionali, si suonano con qualsiasi bacchetta o mallet e sono perfetti per studiare.
Da più di un anno utilizzo il Crash Ride da 18” ed il Charleston da 13” per lo studio e durante le lezioni perché, non avendo un volume alto, mi permettono di apprendere ed analizzare al meglio gli argomenti o tecniche affrontate.Mi è capitato di utilizzarli anche in Open Day scolatici ed in live dove c’era la richiesta di avere un volume basso. Al posto di applicare del nastro adesivo sui piatti veri (sappiamo tutti che è una cosa insopportabile a livello di feeling) ho preferito utilizzare questi Low Volume abbinati ovviamente ad un drumset piccolo. In questi casi li ho usati con una Sonor Martini con cassa da 14” ed hanno funzionato alla grande!
Consiglio questo prodotto a batteristi che suonano in molte situazioni diverse in modo da facilitare il lavoro ed avere sempre un’ottima resa!
STEFANO AIROLDI
Zoom H4n Pro
È fondamentale per studiare, ma anche per immortalare un esibizione, una performance, o semplicemente registrare un discorso. La tecnologia ha fatto passi da gigante anche in questo settore. Zoom circa una decina di anni fa presentò i suoi rivoluzionari registratori. Le due principali differenze rispetto ai precedenti apparecchi era che la qualità in termini di risposta in frequenza e realismo era stupefacente. Inoltre non distorceva neanche in presenza di alti livelli di pressione sonora.
Da allora la gamma si è ampliata, registrando anche video, ma il mio H4n è da sempre nella mia valigetta. Indispensabile in sala prove, durevole durante i live, comodissimo per le interviste o le registrazioni “on the road”. I suoi 4 canali registrano i segnali dei due microfoni integrati in configurazione X/Y e quelli provenienti da altri due microfoni esterni o segnali di linea stereo. L’altoparlante integrato permette un immediato preascolto. Il display grafico è ampio e retroilluminato.
È possibile anche acquistare un comando a filo per controllarlo da alcuni metri di distanza. La memoria è una comune SD, ma è possibile collegarlo al computer tramite USB diventando anche un’interfaccia audio. Il più recente H4n Pro si trova sui 200€, mentre un H1n e H2n circa la metà.
VINCENZO BELLANOVA
Zero-G Ethera EVI 2.0
La scelta di uno strumento da portare con sé su di un’isola deserta, o, se preferiamo, da avere sempre pronto nello zaino, è un bel grattacapo, specie per chi per la natura del suo lavoro è costretto a cambiare stile musicale, genere, influenze e, di conseguenza, tool, continuamente. Mutatis mutandis, tuttavia, ci sono alcuni strumenti a cui ci si affeziona rapidamente, e credo che questa particolare affezione sia dovuta in massima parte alle esperienze positive durante l’utilizzo, specie le prime.
Zero-G Ethera EVI 2.0 è uno di quei casi in cui ci si trova a disposizione una palette sterminata di suoni ad un prezzo davvero basso (80 dollari). Il felt piano è di certo lo strumento che spicca, assieme alle patch vocali (True Legato in particolare), ma non c’è solo questo. Brass, bassi, texture, pad, atmosfere, tutto pronto all’utilizzo.
L’ideale non solo per cominciare a comporre e a scolpire le proprie idee, ma anche per il “lavoro di fino”, quando aggiungere un solo effetto o un solo strumento, specifico e mirato, può fare la differenza nella composizione. Adatto ai compositori come ai produttori, a produzioni moderne, ibride ed elettroniche così come a sapori più orchestrali e ambient.
BEPPE BORNAGHI
Nektar Impact LX88+
Nel mio zaino non può mancare la Master Keyboard. Scrivo, trascrivo, compongo e controllo tutto dalla Nektar Impact LX88+. Ogni software musicale mi richiede ormai un controller e un device data input. Leggera, semi-pesata ma con l’estensione di un pianoforte, portatile ma ricca di controller: è la mia compagna di viaggio, la comunicazione diretta con il mio mondo musicale.
In caso di produzioni in studio utilizzo invece la Komplete Kontrol S88 con tasti pesati. L’ammiraglia della Native Instruments. Unita alle librerie della Komplete Ultimate mi garantisce una fusione perfetta, adatta a qualunque produzione audio e audio-video. Un’orchestra "in tasca”, anzi…molto di più.
Il mondo dell’informatica musicale è vastissimo e ancora poco conosciuto (non solo tra gli studenti ma anche tra gli stessi docenti e professionisti). Avere un approccio soft ma corretto, con la strumentazione giusta è indispensabile per un apprendimento efficace di questo mondo e delle sue potenzialità. Ecco perchè, anche per un neofita, avere un computer, una scheda audio e una master keyboard può essere, a mio avviso, un’ottima partenza. Buona musica a tutti.
RENATO RESTAGNO
Adattatore Apple (per fotocamere)
Da quando mi sono procurato questo adattatore, la mia esperienza con le tastiere è cambiata. Il nome è fuorviante: altro che fotografi, questo adattatore è perfetto per molti tastieristi. Io ne ho intuito le potenzialità dovendo suonare dal vivo un pianoforte Yamaha P115 che non era dotato di schermo e le cui funzionalità da pannello richiedevano le competenze di un enigmista.
Grazie a questo adattatore e ad un cavo USB 2.0, ora uso l’app gratuita Digital Piano per controllare in remoto nel P115 il Transpose e, soprattutto, con immediatezza i suoni (layer, split, effetti). Irrinunciabile. Il portale Yamaha è ricco di applicazioni interessanti per il pianista intrattenitore come Pianist Style o Piano Diary, mentre Chord Tracker genera gli accordi dai brani audio della vostra libreria iTunes e vi consente di applicarli su uno stile di accompagnamento dell’arranger in modo geniale.
Se possedete uno strumento Roland va provata l’app gratuita Smart Pianist 2, Dexibell propone l’app XMURE, un potente arranger software dotato di tre modalità operative, per impiegarlo anche svincolato dai pianoforti digitali del marchio italiano.
JACOPO MORDENTI
Novation Launchpad
Economico, compatto, potenzialmente deflagrante: il Launchpad – in combutta con Live! di Ableton - ha rivoluzionato il mio modo di fare musica, rendendo ergonomica e immediata la logica della riproduzione e della registrazione “a clip”.
Difficile non consigliare un controller del genere a quanti vogliono affrancare il proprio processo creativo dalla rigidità della linea temporale di una tipica DAW. Complice l’elasticità di Live!, Launchpad consente di gestire in sincronia fra loro – e in punta di dita! – eventi MIDI e eventi audio, siano essi campioni isolati, frasi, program e control changes, ecc. ecc.. Non solo: Launchpad risulta funzionale anche per pilotare i parametri essenziali del mixer della DAW, e ancora di più quei virtual instruments che beneficiano di un layout “a griglia”, come drum samplers e affini.
Addirittura, a sua volta pilotato da specifici sottoprogrammi – penso in primo luogo ad alcuni strategici devices di Max4Live - può svolgere compiti avulsi più o meno sofisticati, come quello di step sequencer. Ultimo ma non ultimo, il software a corredo: Live! Lite, un paio di virtual instruments e una cospicua libreria di campioni rappresentano un punto di partenza agile ma non superficiale, per crescere fra creatività e divertimento.
ANDREA MAIO
Udg Ultimate Digi Headphone Bag
Economica, costosa, firmata, con driver piccoli o grandi, wireless o con cavo, con padiglioni pieghevoli o fissi, ce ne sono per tutti i gusti. Di cosa sto parlando? Del compagno forse più importante per ogni DJ, le cuffie!
Spesso però, un compagno così prezioso, non trova la sua giusta collocazione in mezzo a borse e trolley. Mi è capitato spesso di infilarle dove capitasse. Nello zaino insieme a cavi e ciabatte. Nel trolley, un po’ compresse insieme alla console o in una busta trovata per caso all’ultimo momento, con la preoccupazione costante che potessero rompersi. Diamogli allora il giusto spazio e la giusta protezione con una borsa UDG dedicata a loro. La Udg Ultimate Digi Headphone Bag è adatta a contenere un paio di cuffie, chiavette USB, un hard disk esterno, cellulare, SD Card, carte di credito o documenti, cavi USB e altri accessori che sicuramente vi saranno utili durante i DJ set e non solo.
Dotata di tracolla regolabile è disponibile in molte colorazioni. Con prezzi che vanno dai 30 ai 50 euro, potrete avere una borsa che sin da subito si trasformerà in un’ottima compagna di viaggio quotidiano, permettendovi di portare sempre con voi musica e soprattutto, le giuste cuffie per ascoltarla!