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TEST – Yamaha PSR-SX600: economica, ma che arranger!

COSTRUZIONE8
SUONO8.7
FACILITÀ DI USO8.2
RAPPORTO QUALITÀ/PREZZO8.8
PER NOI
8.4

Compatta e leggera, con una resa sonora rinnovata e un parco funzioni impreziosito da nuove modalità nella sezione arranger che ne estendono il range di impiego: proviamola!

 

 

 

 

Nel mese di agosto avevo dedicato un focus a PSR-SX600, il nuovo arranger posto da Yamaha all’ingresso della serie PSR-SX: ritorno sull’argomento dopo aver ricevuto da Yamaha Music Europe Branch Italy (che ringrazio) un esemplare per compiere un test completo.

Yamaha PSR-SX600: unpacking e primo impatto

Una volta rimosso lo strumento dall’imballo, è inevitabile prendere atto delle dimensioni compatte e del peso di soli 8,1kg che rivelano una discreta propensione alla portabilità. L’alimentazione elettrica avviene tramite adattatore CA esterno (il classico PA300C Yamaha). Lo strumento non è pensato per l’uso di batterie. È possibile suonare PSR-SX600 già otto secondi dopo aver premuto il pulsante di accensione. La scocca richiama la stessa che conoscevamo per il modello precedente PSR-S970, ricca di forme angolari originali e moderne; cambia il colore, ora è nero corvino come tutta la nuova serie PSR-SX, e cambiano alcuni piccoli dettagli della superficie. Sono riproposti sui due lati due aperture per il reflex dei bassi. La robustezza delle plastiche della scocca è adeguata al prezzo.

 

yamaha psr-sx600

 

Tastiera e diffusione sonora

La qualità dei tasti rientra nei canoni della categoria “leggeri”: non abbiamo i tasti FSB dei modelli PSR-SX superiori. La risposta al tocco è configurabile secondo cinque livelli di dinamica. L’ascolto dagli speaker richiede che la manopola del MASTER VOLUME sia ruotata ad ore 14 per ottenere sufficiente energia: un po’ sorprende dato che gli altoparlanti, due coni da 12 cm, producono una massa sonora per 15W ciascuno. Comunque sia, per aumentare la resa sonora, potrebbe essere interessante l’acquisto di un subwoofer a parte come il KS-SW100 il cui prezzo di listino è di 190 euro. Oppure agire (cum grano salis) sul Master Compressor. Altrimenti, esiste sempre la buona alternativa di lavorare con un buon paio di cuffie stereo.

Il display

Lo schermo occupa una minima parte dello spazio disponibile sul pannello: la qualità LCD WQVGA a colori TFT è ottima, ma la diagonale è di soli 4,3 pollici. Ne consegue che anche le dimensioni del font dei caratteri è ridotta ai minimi termini. La definizione è comunque elevata e questo riduce il disagio, mantenendo la facilità di lettura ad un livello buono. L’assenza di touch screen ha indotto Yamaha a mantenere il largo uso di pulsanti fisici sul pannello. Tutti i pulsanti sono piccoli e hanno una minima corsa di contatto. La maggioranza è di colore grigio: questi non danno evidenza del loro stato; altri pulsanti sono bianchi e dotati di un led sulla parte superiore che si accende o spegne di colore arancione quando la funzione è attiva, di colore blu quando vi sono risorse disponibili ma non attivate al momento, altrimenti è spento. Fra questi pulsanti quelli che controllano gli stili e le memorie di registrazione hanno dimensioni più grandi. L’innovazione sta nell’eredità dell'interfaccia video così come nei nuovi standard Yamaha già visti in Genos e PSR-SX900/SX700. L’assenza di touch-screen è significativa e Yamaha ha sopperito mantenendo l’usabilità del precedente modello PSR-S670, dove già mancavano i pulsanti fisici A-E e F-J che circondavano lo schermo tradizionalmente sui modelli PSR. Il controllo utente è quindi demandato a questi pulsanti fisici disposti su tre file orizzontali e che corrono su tutta la lunghezza del pannello frontale.

 

yamaha psr-sx600

 

Un pannello gremito di pulsanti

A primo sguardo, appare chiaro che sulla parte sinistra del pannello abbiamo tutti i controlli di esecuzione degli stili e delle song, mentre a destra abbiamo il controllo delle voci da suonare da tastiera. Premendo i tasti MENU e MEMORY, si accede all’ambiente DEMO: è come assistere a una serie di presentazioni di ottima qualità nella definizione delle immagini sul piccolo schermo a colori e del suono degli amplificatori. Yamaha ha lavorato bene e queste demo sono un’ottima introduzione a quello che si potrà fare con lo strumento. Osservando il pannello da sinistra verso destra, è piacevole osservare come il pulsante di accensione sia in una posizione molto comoda sulla parte superiore del pannello, subito sotto la manopola MASTER VOLUME. Accanto sono disposte le due manopole del LIVE CONTROL con il pulsante di assegnazione per controlli dei filtri in tempo reale come succede sui synth analogici: possono essere facilmente gestite tre diverse funzioni per ogni manopola. Seguono il RESET/TAP TEMPO e, più sotto, il metronomo. Spiccano poi i pulsanti assegnati al richiamo delle sei categorie di repertorio degli stili: ogni categoria ha un numero ampio di stili, posizionato su diverse pagine da scorrere. Non è presente una specifica funzione di ricerca, quindi bisognerà un po’ arrangiarsi per trovare gli stili navigando fra le pagine di ciascuna categoria. Fra gli altri pulsanti della zona, appaiono i comandi del TEMPO e del TRANSPOSE. Più in basso, ci sono i controlli dello stile: non manca nulla e le funzioni interattive sono le stesse dei modelli PSR-SX superiori fino a Genos: ACMP, 3 INTRO, 4 VARIATION, BREAK e AUTO FILL-IN, 3 ENDING/RITARDANDO e FADE IN-OUT. Per avviare o fermare lo stile senza staccare le mani dalla tastiera sono disponibili i soliti SYNC START e SYNC STOP. Altrimenti si controlla lo stile con il pulsante principale dello START/STOP. Nulla di nuovo. Poco sopra, ci sono i comandi principali della SONG sia per il playback delle basi sia per registrare la propria musica. Più in alto verso destra, si trovano i quattro pulsanti fondamentali per l'accesso a funzioni avanzate dello strumento: SONG FUNCTION, SCORE, LYRICS/TEXT e PLAYLIST.

 

yamaha psr-sx600

 

La parte centrale del pannello

Avvicinandoci alle posizioni sottostanti lo schermo, troviamo i preziosi CHANNEL ON/OFF, BALANCE e poco più in là MIXER. Il MASTER EQ richiede la pressione di due pulsanti per essere richiamato. Otto cursori UP/DOWN sono posizionati in linea con lo schermo e consentono di azionare quelle voci di menu che appaiono sulla riga di fondo dello schermo. Più in basso, gli otto pulsanti REGISTRATION MEMORY sono pronti per gestire i classici banchi delle memorie di registrazione. Due comodi tasti di selezione permettono di spostarsi da un banco di Registration a quello successivo. Un punto nevralgico sul pannello è quello dove sono disposti i controlli principali delle funzioni del display LCD. MENU apre sullo schermo alle modalità di configurazione del sistema ed EXIT è il celebre tasto antipanico presente in tutte le tastiere degne di questo nome, perché permette di tornare sempre al menu principale ovunque ci siamo perduti. La rotella DATA DIAL scorre con leggeri scatti appena percettibili fra una posizione e l’altra. I due tasti TAB e una serie di pulsanti spostano il cursore sullo schermo a destra, sinistra, verso l’alto o il basso. Conviene sicuramente imparare ad usare da subito i due tasti di controllo +YES e -/NO, perché consentono di scegliere al volo i suoni o gli stili, premendo un semplice tasto anziché fare ricorso all'alternativa possibilità della rotella che sposta il cursore sullo schermo e al tasto ENTER per confermare la scelta. Sulla parte destra del pannello, ci sono i controlli delle voci da suonare a tastiera, suddivisi per categoria. Segue un tasto che accede alla memoria di espansione e chiude la fila il pulsante di attivazione del microfono. Più in basso, sulla seconda fila di tasti, c’è l’OTS-LINK prezioso per i timbri associati alle variazioni di ogni stile. Poi, secondo tradizione Yamaha, il gruppo di comandi PART SELECT per individuare le due voci da mettere in layer, la terza da suonare a sinistra del punto di split, gli effetti e l’arpeggiatore. All’estrema destra, i comandi di ottava chiudono la rassegna.

 

yamaha psr-sx600

 

Le connessioni

Più semplice la descrizione del pannello posteriore che prevede tutti gli ingressi: porte USB TO DEVICE, USB TO HOST, presa jack mono per microfono, AUX IN, jack per le cuffie, due uscite jack per l’output, due pedali e cavo di alimentazione. Va tutto bene, ma – personalmente – l’ingresso per le cuffie lo trovo sempre più comodo sulla parte frontale.

 

yamaha psr-sx600

 

Tavolozza sonora

La varietà e qualità di campioni a cui Yamaha ci aveva abituato negli anni passati richiama da vicino il contenuto timbrico dei modelli PSR superiori e persino sulla serie Tyros: collaudando questo strumento, ho provato spesso la sensazione che PSR-SX600 possa far sentire a casa propria i tastieristi che hanno suonato quegli arranger seppur di classe prevalente. E questo è un vantaggio, visto il posizionamento di prezzo. Il rinnovamento hardware è completato dall’introduzione di nuovi convertitori DAC e nuovi DSP con effetti originali.  Le categorie degli strumenti sono:

  • Piano & E.Piano
  • Organ & Accordion
  • Guitar
  • Bass
  • Strings & Choir
  • Brass
  • Woodwind
  • Synth & Pad
  • Perc. & Drums
  • Legacy
  • MegaVoice

 

Le Voice di pianoforte

I timbri di pianoforte sono sempre curati con attenzione sui prodotti Yamaha. Si apre con il suono di ConcertGrand che abbiamo già visto in diversi modelli e che nasce dal campionamento stereo di un pianoforte a coda Yamaha CFX, ma qui sprovvisto dei controlli Super Articulation come succede invece su Genos. MIDI Grand è un suono di pianoforte più ricco di effetti: questi danno maggiore presenza al suono e permettono di bucare il mix negli stili e nelle song. RockPiano ci ricorda lo storico timbro di piano di Korg M1. Numerose le variazioni di pianoforti elettrici: spiccano SuiteCase EP ed ElectricPiano per la trama dinamica e le sottili sfumature. Altrettanto numerose le variazioni di DX: non potevano mancare visto che Yamaha gioca in casa con il campionamento di suoni FM. Stesso discorso per il timbro di CP80 Stage. Fra i preset in layer, pur segnalando il classico PianoOrchestra, Yamaha si limita a suggerire alcune opportunità: sarà il musicista quindi che potrà costruire i propri suoni sovrapponendo Right1 e Right2 e personalizzando appositamente le voci dello strumento.

Le Voice di organo

Nella categoria degli Organ & Accordion, spicca la presenza dei suoni S. Art! utilissimi per l’emulazione dell’organo Hammond. Per la cronaca, non dovrei nemmeno dirlo, qui torna utilissima la rotella della Modulation per cambiare la velocità del Leslie. Purtroppo, non disponendo di una sezione drawbar, ci dobbiamo affidare ai suoni preset. In ogni caso suoni come JazzRotary MW, WhiterBars MW (per la cronaca, perfetto per suonare A Whiter Shade of Pale) e AllBarOut MW fanno tremare i polsi. I suoni di organo liturgico sono contati, anche FullOrgan, HymnOrgan, ChapelOrgan1 e 2 sono molto rispettosi dei timbri originali, facendo conto su un riverbero che richiama l’ambiente acustico di una cattedrale. Ben cinque variazioni del suono VintageAccomp possono tornare utili come tappeti e accompagnamenti tipici della musica degli anni 60.

 

 

Le novità tra le altre Voice

Le voci S.Art! dominano la categoria delle chitarre: è richiesto l’uso del pedale per ottenere armonici e rumori fisici. Apprezzabile la possibilità di ottenere la tecnica espressiva del legato. Alcuni suoni di chitarra difficilmente si trovano nelle tastiere di questo livello come FlamencoGuitar e CavacoLegato. Fra le chitarre elettriche mi hanno impressionato favorevolmente SingleCoilClean, GrungeGuitar e Feedbacker MW. Anche nella categoria dei Woodwind, compaiono voci S.Art! e, nel caso ad esempio del Saxofono, ci consentono il legato oppure il trillo. In RockSax MW è notevole il rumore del fiato sulle Ance e un efficace glissando. Migliora il realismo e la brillantezza su tutta la categoria degli archi, interessanti anche le voci di SynthString. Sebbene i suoni percussivi suonino possenti da soli, Yamaha ha lavorato molto per bilanciare lo strumento secondo gusti validi a livello internazionale in diversi contesti: ne consegue che le percussioni non hanno quel tiro che molti musicisti italiani si aspettano di avere, quando si suona dal vivo… Ma questa non è una sorpresa: è la scelta stilistica di Yamaha. Tutte le voci possono emettere un piccolo stacco dimostrativo delle potenzialità timbriche; alcuni suoni hanno anche uno spazio di testo INFO che illustra le tecniche esecutive che consentono effetti particolari.

 

yamaha psr-sx600

 

L’arranger propriamente detto

Chi proviene da altri arranger si troverà in un ambiente molto familiare: la maggioranza degli stili proviene dalla serie Tyros o PSR e sono stati qui aggiornati e adattati alle caratteristiche dello strumento. Il repertorio più curato è quello del Latin&Jazz che dispone di 95 stili. Il settore meno esteso è quello del Country&Ballroom che ne ha 44. Le altre famiglie sono Pop&Rock, Dance & R&B, Entertainment e World. Il numero totale di stili di bordo è 415 ed è immediatamente espandibile: dal sito Yamaha è possibile scaricare gratuitamente una cartella di 31 stili aggiuntivi di repertorio Pop, Latin e Dance, da copiare nella memoria User dopo averli fatti transitare su una memoria USB. Yamaha ha introdotto una serie di stili nuovi che suonano brillanti e convincenti nei moderni ritmi brasiliani (ArrochaSofrencia, ForróVaqueiada, LatinSamba, SertanejoEvidente, Funknejo e GaloPolca), per l’emergente mondo asiatico (ChinaKidDance, ChinaPopDance, KungFu) e per l’affascinante continente africano (Afrobeat, Highlife e PartyJuju). Assenti gli stili con tracce audio.

Vitamine all’arranger: Yamaha Music Soft

Il punto di forza degli arranger PSR e nell'accesso all'ecosistema Yamaha che permette di aggiungere risorse addizionali reperibili sul sito eCommerce di Yamaha Music Soft (o da terze parti) per espandere i suoni e gli stili di bordo secondo gusti personali o regionali. Questa proposta di Yamaha è in vigore dal 2011 ed è stato un autentico colpo di genio, dato che ha consentito di personalizzare l’arsenale sonoro di strumenti economici in ogni parte del mondo, secondo i repertori specifici di ogni nazione o continente. Si tenga presente che la memoria a disposizione è di 100MB.

 

yamaha psr-sx600

 

Arranger: modo Unison

Nel mio test, mi sono concentrato sulle quattro novità introdotte nella sezione arranger. Innanzitutto, la funzione Unison disponibile su 80 stili preset: normalmente la caratteristica è inattiva e va attivata tramite pedale oppure accedendo dal tasto MENU fino alla pagina Style Setting 1 (meglio usare il pedale, fidatevi). Ho provato ad utilizzarla per divertimento nel riff ripetitivo di “Summer Nights” con lo stile 80’s Guitars Pop, in effetti, funziona molto bene. Sono ammesse diverse modalità: in All Parts tutti gli strumenti assegnati alle otto parti dello stile eseguono le stesse note suonate con la mano destra, in Split si suona con due mani mentre gli strumenti assegnati alle parti dello stile con suono basso seguono la mano sinistra, i suoni melodici seguono la mano destra; infine c’è Auto Split, una finezza che si presta utile quando gli strumenti da suonare hanno un’ampia gamma di registri come piano e archi.

Arranger: modo Accent

Questa seconda nuova funzionalità si accoppia bene con Unison, dato che aggiunge note in base agli accenti della performance. Nello stesso modo, si può personalizzare l’Accent in base alla dinamica con cui si suona. Il controllo dell’Accent richiede un po’ di esercizio per la scelta parametri di soglia dell’accento (Threshold) e il controllo della dinamica fra Narrow, Medium e Wide. PSR-SX600 intercetta l’accento alla variazione della dinamica con cui stiamo suonando, sia con la mano sinistra sia con la destra. Se ci si pone contemporaneamente in modalità Mixer, è interessante vedere come le varie parti dello stile alzino o abbassino autonomamente il volume alla variazione di accento e, nei momenti più intensi, anche le percussioni aiutano con colpi sui piatti. Non escludo che Yamaha mediti di far evolvere Unison e Accent, ampliandole in futuro sugli arranger di categoria superiore.

Altre novità nell’arranger

La terza funzione da citare è Half Bar Fill-in, assegnabile ad un pedale: quando premuto al primo beat di una sezione dello stile, l’arranger avvia la sezione successiva dalla parte centrale con Fill-in automatico. Style Section Reset è particolarmente utile per effetti di accelerando nei brani EDM. La quarta funzionalità riguarda principalmente chi non ha la totale padronanza degli accordi e dell’armonia: il riconoscimento degli accordi Smart Chord consente di suonare una sola nota, delegando all’arranger la scelta se suonare un accordo di maggiore, minore, sesta, settima, nona o diminuita in base all’armonia. L’interpretazione ottiene risultati interessanti con l’attivazione del genere Pop: il risultato è notevole e arricchisce di varietà musicale le proprie esibizioni o composizioni, suggerendo accordi più elaborati e più ricchi di armonia. Ho provato a impostarlo su brani noti e, suonando solo la tonica di ogni accordo, ne è uscito uno scenario armonico sorprendente. Ma è nel genere Jazz che Smart Chord dà il massimo con soluzioni armoniche sofisticate: allego la tabella estratta dal manuale officiale di Yamaha e vedete da voi. Ovviamente lo strumento si aspetta che voi dichiariate in anticipo la tonalità del brano.

 

yamaha psr-sx600

Tabella Smart Chord

 

Playlist

Le funzioni di Registration Memory operano come da tradizione su un numero illimitato di banchi da otto locazioni ciascuno. La novità consiste nella Playlist ereditata dai modelli PSR-SX e Genos. Lo scopo di una Playlist è quello di costruire scalette o elenchi di performance personalizzati. Ogni Playlist contiene gli indici alle singole locazioni di un qualsiasi banco di Registration. È possibile scaricare gratuitamente le Bonus Playlist dal sito Yamaha che vi rendono disponibili impostazioni pronte a suonare centinaia di brani famosi suddivisi nelle stesse categorie di repertorio degli stili. Un po’ come nel vecchio Music Finder. Anche quest’ultimo può essere convertito in Playlist su PSR-SX600 dove diventa infatti una serie di Registration Memory raccolte in una sola grande Playlist.

Misc

Per il bilanciamento dei volumi per gruppo di parti, torna comodo il tasto BALANCE ma, per un controllo accurato di tutto, l’uso del nuovo mixer ereditato da PSR-SX è premiante nella sua semplicità e immediatezza d’uso. Può essere richiamato da ogni funzione e automaticamente opera sulle parti dello stile, della song, del segnale in arrivo dagli ingressi o delle parti da suonare in tempo reale. Nel mixer avvengono anche le impostazioni dei sette blocchi effetti disponibili: Reverb e Chorus sulla mandate effetti generale; DSP1 applicabile a scelta sull’intero stile o song, oppure in modo Insert su una singola traccia di entrambi; DSP2-5 applicabili in modo Insert con l’eccezione dei Multipad. L’EQ digitale lavora a due bande ed è granulare su tutte le parti. Alla fine della catena, c’è il Master Compressor utile sia per evitare sorprese dal segnale audio di ingresso sia per giocare sul guadagno e aumentare il livello generale, creando cosí un suono più potente. Non ci sono memorie preset per il compressore e si dovrà personalizzare (personalmente lo raccomando data la modesta potenza degli amplificatori, prestando attenzione a non esagerare). Nessuna novità per i Multipad: quelli MIDI possono seguire il cambiamento degli accordi in tempo reale (CHORD MATCH) e quelli audio sono collegati a file WAV denominati AUDIO LINK: il loro utilizzo permette utilizzi molto creativi dal vivo.

 

yamaha psr-sx600

 

Interazione con device esterni

È possibile collegare uno smartphone o un tablet all’ingresso AUX IN per suonare sopra i brani originali. ad un cavo USB da collegare alla porta USB-to-Host, oppure ad un adattatore LAN wireless da acquistare a parte. Manca solo l’accesso Bluetooth. Yamaha pubblicizza l’integrazione con l’app Rec’N’Share che permette di registrare su dispositivo esterno in formato audio e di integrare con immagini e filmati per creare semplici clip video da condivere nei social network. L’ingresso microfonico richiede un jack standard monofonico per ricevere il segnale del canto applicando effetti di riverbero o chorus. Il pulsante TALK esclude gli effetti.

Songs

PSR-SX600 dispone di lettore di basi MIDI e audio WAV: il formato MP3 non è supportato. Le basi MIDI possono visualizzare sullo schermo la partitura digitali, i testi e gli accordi in sincronia (se presenti). È possibile anche visualizzare un file di testo. Il pulsante CHANNEL ON/OFF permette di mettere in Solo o in Mute le singole tracce. La funzione GUIDE consente di escludere una traccia e di suonarla in tempo reale, mentre lo strumento si ferma se non suoniamo la nota esatta al tempo giusto. È un sistema micidiale per esercitarsi ad essere precisi. La registrazione rapida MIDI avviene tramite il Song Creator e permette di registrare le parti suonate a tastiera, le parti dello stile e dei Multipad. Si può anche registrare in modalità multitraccia, assegnando ad ogni canale i timbri che si vogliono. La sovraincisione è ammessa indicando il punto di inizio e fine della porzione da suonare nuovamente (Punch In/Out) con possibilità di sostituire il contenuto della precedente registrazione o meno. L’editing successivo lavora solo a livello di traccia: si possono quantizzare o cancellare tracce intere, eseguire il mix fra due tracce o trasportare la totalità, ma non c’è edit a livello di evento MIDI. Su questo punto, si percepisce la distanza dai modelli superiori. La registrazione audio avviene solo su memoria USB (WAV) e, anche qui, non è supportato il formato MP3. La frequenza di campionamento è pari a 44,1kHz con risoluzione a 16bit stereo. Il registratore elabora tutto quello che suona la tastiera o che proviene da uno dei suoi ingressi audio: microfono, smartphone/tablet AUX IN, dati file audio in arrivo dal terminale USB TO HOST.

 

 

Il test

Senza dubbio, PSR-SX600 rappresenta un balzo in avanti rispetto il pur valido predecessore PSR-S670. Siamo sempre nella categoria delle tastiere economiche ma siamo al top di queste, con caratteristiche oggettive che, per chi è appassionato di arranger, fanno la differenza nella definizione dei suoni, nella ricchezza dei timbri, nell’efficacia degli effetti, nella dinamica e nell’arricchimento di funzionalità. In particolare, è apprezzabile l’introduzione dello schermo a colori, l’ampliamento a 100MB della memoria di espansione, l’incremento a 415 stili e 850 suoni totali, l’introduzione delle voci Super Articulation! E poi l’inserimento della triade di trattamento audio (Time Stretch, Pitch Shift e Vocal Cancel). Le innovazioni come Smart Chord, Unison, Accent contribuiscono a dare il segno del rinnovamento del modello di questa categoria. Risalta poi la presenza dell’interfaccia audio USB di bordo su PSR-SX600, che Yamaha ha reputato di escludere dai modelli PSR-SX superiori. Non vi nascondo che nei primi giorni del test, mi veniva spontaneo toccare inutilmente schermo; poi andavo alla ricerca del tasto relativo e, data la distanza dallo schermo, non era sempre immediato intuire dove fosse il pulsante da premere. Talvolta ho dovuto fare ricorso alla lettura del manuale. Il musicista che acquista PSR-SX600 dovrà quindi mettere in conto un periodo di apprendimento prima di andare a memoria nell'attivazione immediata delle funzioni, cosa altamente fattibile perché – una volta capita la logica - la semplicità d'uso è alla portata di tutti. Il collegamento con PC è immediato: dopo aver installato l’ultima versione del driver Yamaha sul mio PC con Windows 10 e collegato PSR-SX600 tramite cavo USB, ho avviato Cakewalk by BandLab, aperto un progetto a 16 tracce, ho armato tutte le tracce e avviato il REC: la registrazione dell’intera performance con uno stile di accompagnamento ha funzionato al primo colpo. Tutto questo partecipa alla creazione di uno scenario interessante nel quadro delle tastiere arranger economiche.

 

 

Conclusioni

Ci sarebbero ancora un sacco di funzioni da testare e raccontare: MegaVoice, suoni XG, Arpeggio, Style Creator, Multipad Creator, editing (essenziale) delle voci, integrazione con YEM, pacchetti di espansione, configurazioni di sistema: la sostanza è molta. In breve, seppur PSR-SX600 sia un arranger tradizionale a buon prezzo, nel senso che affianca una valida sezione di accompagnamenti ad un sequencer MIDI e a un registratore audio per comporre e registrare in modo semplice e istantaneo. La qualità sonora che ha raggiunto è comparabile a quella che abbiamo visto nei precedenti modelli PSR di levatura superiore e nei modelli Tyros delle prime generazioni. L’introduzione di nuove caratteristiche rende rimarchevole l’impegno di Yamaha che continua ad investire nell’evoluzione tecnologica dei prodotti arranger. I tagli operati rispetto a PSR-SX700 vanno comunque valutati alla luce di una prova personale in un negozio. Cosa raccomandata a tutti gli appassionati di arranger alla ricerca di un prodotto semplice, poco costoso ma efficace.

 

 

Ci piace

Voci S.Art!
Nuovi convertitori DA ed effetti
Interfaccia audio USB
Modalità Unison & Accent
Smart Chord

Non ci piace

Supporto audio solo per file WAV
Limitazioni del Song Creator
Assenza di Bluetooth

 

 

INFO

YAMAHA

Yamaha PSR-SX600: € 847,00

 

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