Al NAMM 2020 una delle novità più interessanti è stato lo Yamaha YC61: mi invitano a metter mano a uno dei primi esemplari giunti in Italia, vuoi dire di no?
Yamaha estende il suo catalogo in quel settore definito "Stage Keyboard" con l’YC61, uno strumento in cui convivono ben tre motori sonori: un’emulazione Hammond, sintesi FM-X e AWM2. Lo strumento verrà probabilmente introdotto sul mercato a metà anno, ma Yamaha mi ha invitato alla presentazione ufficiale del prodotto per il nostro paese: ecco il resoconto della piacevole giornata.
La location
All’interno dell'area dimostrativa della sede Italiana di Yamaha a Gerno di Lesmo (MB), il palco ospitava tre postazioni: una con CP88, una con YC61 abbinato a Montage e l'ultima con YC61 abbinato a MODX. La demo è stata condotta da Massimo Morandi, sulle note suonate da Manuele Montesanti che abbiamo ascoltato anche in altre occasioni. Manuele, oltre a programmare alcuni suoni e Live Set, ha svolto una parte attiva nella fase di progettazione di questo strumento, in particolar modo per la sezione Hammond, al fianco del Sound Designer Fumitsugu Ohtaka. Lo Yamaha YC61 è uno strumento pensato per il tastierista live che necessita di una raccolta mirata di suoni di qualità elevata, controllabili attraverso un'interfaccia utente immediata.
Dotazione
L'YC61 è alloggiato in un case molto compatto, largo poco più delle cinque ottave della tastiera waterfall progettata da Yamaha. La costruzione è molto robusta, in alluminio, ma il peso supera solo di poco i 7kg, esattamente 1kg meno di una Nord NE6D. Le leve sono state poste sopra la tastiera, per contenere al massimo la larghezza. Il pannello è fitto di controlli per richiamare e modificare i suoni, anche durante la performance. Sul retro abbiamo la classica uscita stereo e cuffie, un comodo ingresso stereo di linea, ben quattro ingressi pedale (due di tipo switch e due di tipo continuo) e la coppia di porte MIDI. Infine troviamo due prese USB, una per collegare dispositivi di memorizzazione e una per collegare un computer.
Simulatore Hammond
Lo Yamaha YC61 è uno strumento multitimbrico a 3 parti: Organ, Key A e Key B. Queste possono essere organizzate con Layer e Split su YC61 stesso, oppure da una seconda tastiera. La parte Organ occupa lo spazio a sinistra e ospita i pulsanti, potenziometri per intervenire sul suono e le drawbars. Le emulazioni sono a modelli fisici e sfruttano la tecnologia VCM di Yamaha. Contiamo tre simulazioni di organo elettromeccanico Hammond (due B3 e un A100) e tre organi elettrici tipo Vox e Farfisa. La tastiera può essere splittata per poter suonare entrambi i manuali usando unicamente le 5 ottave di YC61. Le drawbars sono affiancate da barre di led multicolore, per poter distinguere l'impostazione del manuale upper da quello lower. Oppure potete intonarle al colore del vostro abbigliamento!
FM-X e AWM2
Nella parte destra troviamo la sezione Key A e B che può generare una vasta selezione di suoni campionati o generati dalla sintesi FM-X. La lista conta 139 preset tra cui diversi campionamenti di pianoforte acustico (CFX, S700, C7 e anche il verticale U1), una scelta di pianoforti elettrici (FM, CP80 ed emulazioni di Fender Rhodes e di Wurlitzer), Clavinet, ma anche violini, ottoni, bassi, chitarre, tappeti, percussioni intonate e synth lead. La memoria flash é di 1GB e in futuro potrebbe essere usata per aggiornamenti timbrici. Come nella sezione Hammond, YC61 offre comodi controlli fisici che permettono di selezionare il suono desiderato ed eseguire le comuni modifiche timbriche senza addentrarsi nei menu. Il motore FM ha ben 128 note di polifonia. Altre 128 sono per AWM2+Organ.
Sezione effetti
La parte più a destra è occupata da una ricca sezione effetti generata anch'essa con la tecnologia VCM: ogni sezione Key ha due effetti dedicati, selezionabili a piacimento. La parte Hammond ha un controllo di Pre Drive per saturare il suono prima di inviarlo agli effetti globali, oltre all'immancabile effetto Leslie (due emulazioni differenti) e il vibrato/chorus. Sul Master abbiamo due blocchi Insert, un riverbero e un equalizzatore. La lista di effetti è davvero lunga e per ogni categoria sono presenti differenti varianti: Chorus, Flanger, Phaser, Tremolo, Auto Pan, distorsore, compressore, Wah Wah, Delay, riverbero, Lo-Fi, Ring Modulator, Slicer, filtro LP e simulatore di amplificatore.
Yamaha YC61: la prova
Si presenta come uno strumento agevolmente trasportabile: piccolo e leggero. Questo farà sicuramente la felicità del tastierista on the road. Oltre a questo noto che il pannello frontale segue la strada già percorsa dagli Stage Piano CP88 e CP73: siamo di fronte ad uno strumento espressamente progettato per l'utilizzo live, con tutti i controlli principali azionabili con comodi interruttori, pulsanti e potenziometri. Il display e i tasti di configurazione entrano in gioco solo quando voglio, per esempio, programmare un Live Set o assegnare una sorgente di modulazione ad un parametro, che comunque rimane un'operazione semplice e veloce. Ho apprezzato la scelta di avere dei drawbar fisici, anzichè tasti "+/-". Le barre di led sono un'informazione aggiuntiva, per visualizzarne la configurazione, soprattutto quando si alterna tra Upper e Lower Manual.
La presenza di tre sezioni e tre differenti tipologie di generazioni rendono YC61 uno strumento molto versatile. Nel caso si disponga di una seconda tastiera, magari pesata, è comodissimo associargli una o più sezioni, per sfruttare il tocco di una meccanica a martelletto o semplicemente per avere qualche ottava in più. Il collegamento può avvenire tramite porta USB o DIN pentapolare. La seconda porta USB trasmette audio e MIDI ad un computer, trasformando a tutti gli effetti lo Yamaha YC61 in un'interfaccia audio, per riprodurre basi o il suono di strumenti virtuali. Apprezzo infine la presenza di un ingresso stereo perché in situazioni leggere permette di lasciare a casa il proprio mixer.
Come suona
All'ascolto sono rimasto impressionato dalla qualità dei suoni: pianoforti acustici secondo la tradizione Yamaha, molto realistici e brillanti, con risonanza simpatetica e una dinamica di prim'ordine. Suonati da una tastiera pesata non fanno sentire la mancanza di uno Stage Piano. Anche la selezione di pianoforti elettrici, basata su multisample, è varia e spazia dal Rhodes morbido e dolce a quello funky e aggressivo, al Wurlitzer, col caratteristico sound delle ance e dei pickup elettrostatici. Gli effetti aumentano la bellezza di questi suoni, perché sono di qualità davvero elevata. E' divertente giocare con il simulatore di amplificatore o il ring modulator, a scopo di sound design.
Yamaha ha posto nelle sezioni Key dei potenziometri per modificare l'inviluppo e il timbro, senza doversi addentrare in poco immediati parametri ADSR o filtri. Basta ruotare il controllo per passare da un timbro brillante e sottile ad uno più cupo e corposo, oppure modificare il decadimento o ancora controllare il cutoff, a seconda del preset. Ho apprezzato anche la presenza di un pianoforte verticale e di due CP80. Non dimentichiamo gli storici pianoforti FM che brillano per la loro intensità, generati dal motore FM-X. Il motore FM è utilizzato anche per simulare Vox e Farfisa che faranno la felicità di chi ama il sound 60s di questi organi a transistor. Utili e ben fatti anche i suoni di ottoni, violini, synth lead e tappeti che rendono YC61 uno strumento davvero completo per molte situazioni.
…e l’Hammond?
Ho lasciato volutamente questa simulazione per ultima: quella dello Yamaha YC61 si presenta come un'emulazione piuttosto convincente. Il calore del timbro è ricreato con buona fedeltà. Key click, leakage e percussione contribuiscono a rendere il risultato finale ancora più gradevole e realistico. Il controllo Pre Drive aggiunge saturazione prima di inviare il segnale al multieffetto. E' molto credibile, così come il funzionamento del pedale del volume che non varia solamente il livello, ma anche leggermente il timbro e la distorsione. Il simulatore di Leslie ha due impostazioni, una più neutra e una che ho trovato personalmente più gradevole. Nelle impostazioni è possibile regolare indipendentemente i livelli e le velocità del rotore e della tromba, così come accelerazione/decelerazione. Chi acquisterà YC61 probabilmente non è alla ricerca di un clone Hammond 1:1, ma facilmente smetterà di usare altre simulazioni già in suo possesso.
Conclusioni
Yamaha con l'YC61 si inserisce in un settore di mercato dove la caratteristica principale è la piena soddisfazione del tastierista live. Quindi suoni di qualità, tavolozza timbrica che spazia tra gli strumenti a tastiera più importanti e fondamentali, un'interfaccia immediata e per finire dimensioni e peso contenuti. Con queste caratteristiche, Yamaha YC61 si presenta agli acquirenti come uno strumento a 360° da portarsi ovunque oppure come il perfetto complemento di un setup composto da un sintetizzatore puro o da tastiera 88 tasti pesata. Se siete alla ricerca di un buon emulatore Hammond che può trasformarsi anche in una tastiera tuttofare, prenotate una prova non appena YC61 arriverà nei negozi: potrebbe essere lo strumento che fa al caso vostro.
INFO