La chitarra non è più la protagonista assoluta della scena musicale. Si è presa tutte le cinque decadi dagli anni '50 agli anni '90, anni in cui il rock l'ha portata all'apice della scala alimentare degli strumenti. Oggi invece la musica più elettronica e l'evoluzione del pop dal rock all'hip-hop l'hanno fatta scendere dal piedistallo, pur senza relegarla in un angolino buio ma dedicandole nei brani un ruolo importante ma da comprimaria.
Proprio per questo è molto interessante osservare come il mondo della chitarra si sta evolvendo e ve lo mostro utilizzando ad esempio tre nuovi modelli che rappresentano bene i trend che meglio si sono delineati. Intendiamoci, parliamo di evoluzione e futuro della chitarra, quindi gioco forza tralascerò l'immenso mondo della riproposizione dei modelli classici che poco però aggiungono alla storia dello strumento. E questi tre trend sono:
- Classiconi fuori ma Moderni dentro;
- Un Salto nel Futuro;
- Chitarre al Femminile.
SEMBRA UNA STRATO, MA NON LO E'
Misha Mansoor è uno dei chitarristi che più rappresentano il mondo moderno della chitarra. Le sue sonorità progressive metal, le sue ritmiche intricate ed il suo virtuosismo eclettico ne hanno fatto un pioniere non solo a livello musicale ma anche un grande amante e conoscitore di tutto ciò che riguarda lo strumento e la sua amplificazione.
Jackson, parte del gruppo Fender, ha quindi deciso di mettere a terra una versione standard della sua Strato custom shop signature, un modello molto limitato e molto costoso. In pratica questa chitarra, la MJ Series So-Cal, ha la forma di una Strato ma di fatto non è una Strato.
Partiamo dal fatto che ha manico e tastiera in acero roasted con radius da 20" e rinforzo in grafite, quindi super stabile, molto duro, sottile e molto molto piatto. Un manico da shredder senza dubbio. I pickup sono un Bare Knuckle Ragnarok un humbucker al ponte e Bare Knuckle Trilogy Suite single-coil al centro e manico. Un pickup super aggressivo quindi al ponte controbilanciato da pickup belli carichi ma più più morbidi nelle altre posizioni. Ponte e meccaniche sono i moderni Gotoh, con meccaniche autobloccanti ed il tacco tra manico e corpo è stato smussato per un accesso più facile e veloce ai tasti alti. Anche il nut è moderno, in grafite autolubrificante, che assieme al ponte contribuisce ad aggiungere ulteriore aggressività e attacco a questa So-Cal Strat.
ARIELLE, NUOVO VOLTO DELLE CHITARRE DI BRIAN MAY
Forse per molti il tempo sembra non passare mai quando si tratta di icone del rock. Certi miti infatti sembrano fatti per rimanere lì per sempre, cristallizzati dagli scatti migliori della nostra memoria di amanti della grande musica. Se ci diamo un pizzicotto e ci risvegliamo dai nostri sogni in stile "We Will Rock You", ci accorgiamo improvvisamente che il signor Brian May, nonostante continui a suonare e calcare palchi, tra pochi giorni compirà 74 anni, non proprio l'età più adatta perchè i giovani chitarristi di oggi si possano identificare. E allora largo ai giovani, Brian May ha accolto nella scuderia del suo brand di chitarre Brian May Guitars (BMG) la talentuosa chitarrista pop-rock Arielle, che da Austin, Texas, si è trasferita a Londra per seguire il suo sogno di sfondare nella musica.
Ed un passo importante l'ha fatto, perchè Brian May si è accorto di lei, e non ha solo deciso di farle un endorsment pubblico, le ha anche chiesto di creare una chitarra signature per BMG. Da questa storia nasce la BMG Arielle. E sarebbe già una notizia di per se, poichè è la prima chitarra che Brian May contribuisce a creare dopo la celeberrima Red Special che costruì con suo padre quasi 60 anni fa.
Si tratta di una evoluzione della Red Special, realizzata con una finitura a due colori e che dal punto di vista sonoro prende parecchie sfumature dalla sua progenitrice. Nel design possiamo riconoscere un po' di una Explorer e un po' di una Firebird, oltre all'inconfondibile look retrò dei pickup Tri-Sonic. Un'evoluzione che porta con se anche il noto sistema di switching Switchcraft con sei switch, ognuno deputato all'attivazione di un pickup ed alla sua inversione di fase, il che consente una gamma sonora davvero notevole, soprattutto per uno strumento sotto i 1,000 euro.
IBANEZ PUNTA SUL DESIGN FUTURISTICO
Ibanez è da sempre il marchio che più di tutti ha incarnato la visione chitarrista degli shredder. E' un brand che ho sempre stimato non solo per le sue ottime chitarre ma anche per la sua visione sempre coraggiosa e senza timore di fare esperimenti.
La nuova serie Quest e la nuova chitarra signature di Ichika Nito (ICHI10) sono chitarre che spingono il design decisamente verso il futuro. A partire dal fatto che sono headless, senza paletta quindi e risultano non solo più leggere ma anche con un equilibrio completamente diverso.
La ICHI10 è ancora più particolare perchè personalizzata dal formidabile chitarrista giapponese con un manico molto rotondo e i pickup R1 che servono a dare incredibile definizione e brillantezza al suo stile completamente ibrido che unisce tapping, accordi, slap e ogni tipo di legato in senza soluzione di continuità.
A questa si uniscono la Q52 con configurazione HH e la Q54 con configurazione HSS. Per gli instancabili del tapping per i frequentatori assidui della parte alta della tastiera ci sono i modelli QX52, QX54QM e la sette corde QX527PB. Questi tre modelli sono caratterizzati da una tastiera con tasti "slanted" angolati di 8° che, pare, non solo migliorino la costanza dell'accordatura su tutto il manico ma permettono anche di affrontare senza paura le intricate combinazioni di accordi e posizioni soliste anche dal 12° tasto in poi.
Prendendo un po' dalle Strandberg e un po' dalle Steinberger, abbastanza famose negli anni '90, Ibanez ha fatto un ottimo lavoro di sintesi, uscendo con dei modelli che pur mantenendo degli elementi di continuità con le chitarre tradizionali, spostano un bel po' in là l'asticella dell'evoluzione.