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Yamaha: 10 anni di Reface e il suo Robot


Il pretesto per questo Focus è la seconda generazione del concept sviluppato dal team di progettazione Yamaha, però con questo articolo voglio soprattutto celebrare i dieci anni di questa fortunata serie di tastiere: buon compleanno Reface!

 

 

Yamaha Reface: 10 anni sulla cresta dell’onda

Questa gamma di mini tastiere è stata immessa sul mercato nel 2015: QUI trovate il test redatto all’epoca dal nostro Luca Pilla. Quattro modelli compatti e dotati di tastiera mini a 37 tasti, ciascuno mirato a una precisa categoria timbrica:

  • Reface CP – Dedicato al pianoforte elettrico
  • Reface YC – Emulazione delle timbriche di organo
  • Reface CS – Un mini sintetizzatore “virtual analog” derivato dal modello AN1X
  • Reface DX – Mini sintetizzatore in sintesi FM a quattro operatori, con feedback su ciascun operatore

Sulle caratteristiche e soprattutto la resa del quartetto il buon Luca nel suo test è stato davvero esaustivo con la descrizione a suo tempo, ma in seguito sono saltate fuori piccole chicche legate a questa serie che magari vi sono sfuggite...

 

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Yamaha Reface CS

 

Tips&Tricks – Reface CP: il timbro segreto!

Essendo derivato strettamente dal CP50, all’epoca l’apripista della gamma di pianoforti stage della serie CP, nel Reface il team di progettazione Yamaha scelse di fornire solo cinque preset selezionabili di pianoforte elettrico e un “Toy Piano”, escludendo quello dedicato al pianoforte acustico, che però è rimasto immagazzinato nella ROM dello strumento.

Per chi ancora non lo sapesse, questa è la procedura da seguire per richiamarlo: a strumento spento posizionate il selettore delle timbriche in mezzo ai preset Rhodes 1 e Rhodes 2, poi accendete lo strumento e divertitevi con il timbro di pianoforte acustico nascosto. Ovviamente, al prossimo riavvio dello strumento si ritorna alle impostazioni di default e per richiamare il timbro occorre ripetere la procedura descritta sopra.

Reface DX: il Programmer!

Per questo modello l’olandese Dtronics ha sviluppato da tempo un Programmer da fissare sul pannello posteriore dello strumento. La seconda generazione di questo Programmer - denominato DT-RDX-V2 - fornisce sul pannello fino a 41 piccoli knob e nove switch, per intervenire su tutti i parametri dei quattro operatori senza dover navigare tra i menu del display di Reface DX.

A differenza del primo modello il DT-RDX-V2 è dotato inoltre di un MIDI Merger integrato e tra gli accessori – oltre al supporto per ancorarlo al Reface DX – trovate anche un pratico cavo sdoppiato per fornire l’alimentazione a entrambi gli strumenti. Il prezzo è importante (350 euro circa), ma l’accoppiata con il piccolo DX è vincente se vi piace esplorare con la sintesi FM. Vediamo ora come nasce l’idea di un programmer robotizzato.

 

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Il Programmer DT-RDX-V2

 

Reface Robot: la genesi

Durante questi 10 anni di vita dei Reface, il team di progettazione dei sintetizzatori Yamaha, capitanato da Yuji Yamada, ha studiato quello che in gergo si indica come “Proof of concept”, una prova di fattibilità di un’idea, nello specifico utilizzando un sintetizzatore Reface. Al Superbooth 2017 di Berlino il team Yamaha presentò il primo modello di Reface Robot: basato su un sintetizzatore Reface CS, l’idea era quella di gestire in remoto i controlli sul pannello del sintetizzatore, attraverso una serie di piccoli bracci robotizzati. Qui sotto il video del "Making Of" del robot.

 

 

Nel video qui sotto potete vedere il Reface Robot in azione.

 

 

Il Reface CS ben si presta a questo tipo di sperimentazione, perché oltre al pannello controlli composto di soli slider, lo strumento è dotato inoltre di un Phrase Looper che permette di registrare e sovraincidere più frasi sovrapposte. In realtà, il Phrase Looper integrato consente anche di registrare i valori iniziali degli slider delle sezioni LFO, Portamento, Osc, Filter ed EG, ma non automatizzare il loro andamento durante la performance, ed è qui che entra in gioco la seconda generazione del Reface Robot 2…

 

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Reface Robot 2

 

Reface Robot 2

Il palcoscenico della presentazione è stato sempre il Superbooth, però l’ultima edizione che si è svolta lo scorso mese di maggio. In occasione dei festeggiamenti per i 50 anni di attività nel mondo dei sintetizzatori, oltre al Reface Robot 2, i progettisti Yamaha hanno presentato altri due pezzi unici frutto dei loro studi, e dedicati all’ammiraglia Montage M; due mastodontici Programmer MIDI di cui vi ho parlato in questo articolo.

Torniamo al nostro robot. La base di partenza è sempre il modello CS e nel capitolo precedente ho fatto cenno al suo Phrase Looper: il Robot 2 non solo è stato aggiornato ampliando le opzioni per i controlli dei 20 bracci servo assistiti, ma è stata implementata l’automazione per registrare/riprodurre le variazioni sui controlli apportate dall’utente in tempo reale sulla frase riprodotta. Ecco il video di presentazione realizzato alla kermesse berlinese.

 

 

Conclusioni

Il Reface Robot ha fatto molto discutere gli appassionati riguardo all’effettiva utilità. Per chi scrive, molto spesso si perde di vista che si discute di un concept, un esercizio di stile. Yamaha, negli ultimi 50 anni ha realizzato diversi strumenti sul tema. Si pensi per esempio alla collezione presentata al salone del mobile di Milano nel 2008: tutti pezzi unici e oggi in buona parte esposti al museo Yamaha ad Hamamatsu.

Anche i concorrenti sul tema non sono stati a guardare: per esempio, oltre al primo prototipo del sintetizzatore Oasys mai comparso sul mercato, in quanti ricordano anche il Korg Lennon Piano? Uno strumento apparso circa 20 anni fa (e subito scomparso) realizzato sulla base di un pianoforte portatile Korg, con coperchio di design reclinabile per il trasporto e il viso stilizzato all’interno del compianto artista.

 

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L'avveniristico Roland GPX-F1 Facet Piano

 

Nel 2015 Roland ha indetto il concorso “Digital Piano Design Award”, vinto da un progetto di Jong Chan Kim che nel 2020 il marchio giapponese ha tradotto in realtà, presentando al NAMM il GPX-F1 Facet Grand Piano. Sotto quella scocca dalle forme avveniristiche c’è un condensato di tecnologie all’avanguardia che – con tutta probabilità – oggi fa bella mostra nel museo Roland allestito all’interno del suo centro R&D a Hamamatsu.

Solo il tempo ci dirà se i contenuti proposti in questi originali prototipi troveranno utilità nella produzione su larga scala. Però se l’azienda oggi investe sulle ricerche del suo dipartimento R&D vuol dire che gode economicamente di buona salute, e questo non può che far ben sperare per il futuro. Nel frattempo, questa compatta gamma di tastiere Yamaha ha spento ben 10 candeline: Auguri ai Reface e a voi, come sempre, buona musica!

 

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YAMAHA

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