Siamo agli inizi degli anni '80, l'alba del digitale per i musicisti, e il leggendario Wolfang Palm se ne esce dal suo laboratorio con un concetto inedito e rivoluzionario per i sound designer di tutto il mondo. Inserisce in slot di memoria adiacenti una serie di forme d'onda a singolo ciclo, creando l'idea della wavetable. Modulando il punto di scansione della wavetable si ottengono suoni cangianti del tutto nuovi. Saltiamo quarant'anni ed eccoci a Modal Argon 8.
Quando abbiamo chiesto il prezzo di Argon 8 in Italia, abbiamo pensato a un errore. Un synth di questa qualità, anche costruttiva, e così ben ingegnerizzato è stato posto in range di prezzo sotto ai 700 euro e costringe tutti gli altri a confrontarsi con Modal. Ve lo diciamo subito: avrebbo potuto costare anche il doppio per la qualità dei risultati e lo avremmo comunque amato.
Su Audiofader trovate il test completo, cliccando su questo link.
La serie Argon 8
Completamente digitale e con otto voci di polifonia monotimbrica, è offerta in versione a tre o cinque ottave con Velocity e Aftertouch con ottima meccanica Fatar, oggetto del nostro test, e modulo. Le connessioni comprendono ingresso audio bilanciato su jack TRS, ingresso per pedale d’espressione TRDS commutabile in TRS via software, uscita cuffia, uscite stereo jack TS, interfaccia MIDI In/Out con Out configurabile in Thru, porta USB class compliant per l’editor ModalApp e interfaccia USB/MIDI, pedale sustain a polarità programmabile, Clock Sync In e Out e connessione per alimentatore esterno fornito in dotazione.
In prova
Argon 8 è prima di tutto un synth che sarà amato visceralmente da chi da anni programma synth, perché il suo blocco di oscillatori è a dir poco entusiasmante. Chi non ha mai programmato un synth in wavetable, può anche accontentarsi dell'emulazione VA e del resto della catena, più che valida per ottenere un suono molto moderno, sicuramente digitale, ma mai sterile o non musicale. Argon 8 ha un suono tutto suo e si ritaglia una nicchia ben precisa soprattutto nell’EDM e nel sound design. Nulla gli assomiglia, se non i modelli maggiori di Modal.
L'ascolto dei preset è quanto di più inutile ci sia, perché Argon 8 va programmato a piacere e non è il synth per imitare gli altri synth. Diventano invece utili quando si preme il Play per il sequencer interno, che riproduce quanto il programmatore aveva pensato per quel preset. Ora tutto ha un senso. Il suo timbro, quando si armeggia con la distorsione e le funzioni di waveshaping sulle wavetable, è apertissimo sulle medio alte, ma mai artificiale o spiacevolmente digitale, con una rotondità che è molto musicale e additiva. Nell'emulazione VA, per esempio, è probabilmente il miglior synth digitale per emulare la qualità dei synth analogici Oberheim, in particolare l'OBXA.
I filtri sono digitali e si sentono per come suonano, perché sono sempre molto controllati ma non per questo non fanno il loro lavoro. Hanno una pendenza che ricorda il Moog, anche se sono dichiarati essere a 12 dB/Oct, cosa che non sembra proprio alla prova dei fatti. La fase di decadimento degli inviluppi, che è indispensabile per realizzare timbri percussivi o di basso, è sufficientemente buona ma ho sentito di meglio in altri synth digitali, studiati per l’emulazione analogica. Manca un po’ di pacca nella fase di attacco. Tra tutte le funzioni, il comportamento del decay andrebbe migliorato per poter creare bassi synth più incisivi o bass drum. Le wavetable, ovviamente, sono tutte da scoprire e passerete ore a divertirvi ascoltando ipnotizzati il suono. Le funzioni legati agli oscillatori e alla modifica statica o dinamica del timbro sono il sogno di ogni sound designer e raramente ho visto una tale quantità di funzioni così ben programmate.
La matrice di modulazione consente il controllo di ogni parametro visibile su ModalApp, compresi quelli degli effetti, diventando un tool importantissimo, assieme alle quattro linee di Animation che, da sole, possono creare suoni alla Prophet VS o Wavestation in un sol colpo di mouse. Mi aspettavo di più, invece, circa le sorgenti di modulazioni, che sono un po' poche per un synth di questa potenza e non prevedono, per esempio, funzioni matematiche o l’uso di control change, sebbene quasi tutti i parametri siano mappati in Control Change. In ogni caso, quel che può fare questo piccolo synth ha del miracoloso in fatto di suoni inediti, modernissimi e futuristici. Ciò che più mi ha sorpreso è il fattore ispirazione: normalmente ogni synth ha una serie di timbri che risaltano meglio degli altri e portano a suonare e a comporre. Ce ne sono altri, invece, che per quanto ci si applichi tendono a bloccare quel processo intuitivo per trovare lead, accordi o ritmi. Quando ho cominciato a programmarlo come volevo, mi sono ritrovato a registrare in continuazione dei groove, linee lead, linee di basso e serie di accordi come non mi era mai capitato su altri synth digitali, men che meno in quelli a wavetable. Porta il musicista direttamente nel mondo del rock, quando si programma con un synth analogico, e contemporaneamente anche nella dance, nell'EDM e nell'hip hop, con una naturalezza sorprendente. Considerata questa sua felicissima attitudine, il sequencer interno è più che una necessità, perché su Argon 8 timbro e composizione sono embricati e inscindibili.
Gli effetti sono di buona qualità, organici al synth, ma non sono adatti, soprattutto i riverberi, per dare tridimensionalità. Vanno visti nell’ottica di una estensione per il sound design. Dopo aver compreso un paio di concetti che portano fuori strada, come per esempio il fatto di aver messo serigrafie con nome Wave 1 e Wave 2 su panello, o Bank 1 e Bank 2 che fanno pensare che ci siano altri parametri nascosti, la programmazione su pannello fila via molto liscia e velocissima, rendendo questa fase (almeno per gli esperti) naturale e intuitiva. Alcune funzioni sono descritte solo su manuale, forse perché aggiunte in seguito, ma tutto può essere richiamato da pannello. L'applicazione Modalapp Argon 8 chiarisce in un istante la logica operativa, anche se avrei preferito avere dei menu a tendina per le funzioni di WaveMod 1 e 2 e per il processore per i due oscillatori. Qualche bug su ModalApp c’è, ma nulla che non permetta di portare a casa il risultato.
Conclusioni
Molto raramente un synth digitale ha catturato la nostra attenzione come Argon 8, che si trova in una fascia di prezzo accessibile a tutti ma offre risultati timbrici degni dei migliori synth digitali recenti. Occorre essere maniacalmente amanti della sintesi del suono per apprezzare appieno le sue capacità, ma anche chi ne conosce poco è in grado di ottenere velocemente risultati. Il suo suono è unico e apre orizzonti nuovi. Non aspettatevi l’emulazione di un PPG o di un VA, ma andate dritto al cuore sintetico di Argon 8, che rivoluziona il concetto di wavetable associandolo a un timbro molto musicale ed evocativo. Destinato al successo, soprattutto per chi ama sondare nuovi colori e lasciarsi ispirare!
PRO
Eccellente rapporto qualità prezzo
Costruzione e meccanica di tastiera
Sintesi molto flessibile
Suoni creativi e musicali
Editor molto efficace e semplice
CONTRO
Blocco nella trasposizione in ottava inferiore
Pattern non memorizzati con la patch
Limiti nell’assegnazione delle destinazioni nelle modulazioni
Nessuna possibilità di importare campioni
INFO
Argon 8 €664,90
Argon 8X €767,38
Argon 8M €596,58