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Moog Messenger in studio, la recensione

Suono9
Costruzione9
Rapporto qualità prezzo9
Facilità d'uso9
Moog Messenager è adatto tanto ai neofiti della sintesi quanto ai programmatori di lungo corso, senza mai dimenticare i musicisti live con l'interazione del pannello e dei suoi controlli. Flessibilità timbrica di grande impatto e un editor che apre alla creazione di pattern e alla gestione del synth senza complicare la vita.
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Moog Messenger è molto più che un synth analogico controllato digitalmente monofonico: segna un evoluzione importante nel suono Moog classico, aprendo a nuovi colori

 

 

 

 

 

 

 

 

L'introduzione di Moog Messenger ha rappresentato un evento che ha coinciso con l'ingresso dell'azienda americana nella galassia InMusic, che produce i suoi prodotti in fabbriche cinese di alta qualità. La curiosità è stata forte e abbiamo potuto provare per alcuni mesi Messenger per capire bene dove Moog sta andando. Abbiamo voluto aspettare a scrivere perché sapevamo di imminenti aggiornamenti firmware e dell'uscita dell'editor gratuito. Con buona pace di chi si è strappato le vesti per il passaggio della produzione dagli Stati Uniti alla Cine, Messenger è una evoluzione importante tra i monofonici analogici, non solo per le possibilità di modulazione, la qualità e la flessibilità degli oscillatori e dei filtri, ma soprattutto per il suono. Se cercate il classico Minomoog... compratevi il Minimoog o uno dei suoi tanti cloni. Se invece siete produttori o tastieristi inseriti in contesti odierni, Messenger è il vostro synth per la qualità della distorsione e le novità timbriche. Andiamo con ordine, riprendendo il focus dedicato all'uscita di Messenger di maggio 2025.

 

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Moog Messenger è un monofonico analogico a controllo digitale, con memoria per 256 patch inclusi una serie di preset creati dai migliori sound designer, con due oscillatori VCO a forma d'onda variabile con funzione Wavefolder, un sub oscillatore sempre con VCO a forma d'onda variabile (compreso PWM), un generatore di rumore e un ingresso per segnale esterno da processare che, quando non usato, funziona come feedback del segnale in uscita di Messenger in rientro sul filtro (come Minimoog insegna per ottenere più potenza e distorsione). Il filtro è, per la prima volta, un multimodo sempre realizzato a transistor (il super classico filtro Ladder Moog) che può funzionare come LPF a 24 dB/Oct, LPF 12 dB/Octfiltro passa banda (HP 12 dB/Oct + LP 12 dB/Oct) e filtro High Pass 24 dB/Oct tutti con risonanza a disposizione. Messenger include la compensazione delle basse frequenze del segnale filtrato, grazie a un circuito che aggiunge le basse frequenze del suono prima del filtro al suono processato dal filtro.

L'editor gratuito ha di fatto compensato la mancanza di un display. Navigare tra i preset o catalogarli per tag è un gioco da ragazzi.

 

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Anche il VCA è analogico. Due sono gli inviluppi ADSR, con funzione loop, e due sono gli LFO di cui il primo con forma d'onda variabile e il secondo con la sola triangolare. L'arpeggiatore, ampiamente ripreso da Muse, è affiancato da uno step sequencer a 64 step. Messenger ha una meccanica di tastiera a 32 tasti full size (due ottave e mezzo, con pulsanti KB Octave) con Velocity e Aftertouch monofonico, costruita su specifiche Moog e quindi custom, per un peso inferiore ai 5 kg.

Moog Messenger ha un’uscita monofonica e un’uscita cuffia, quest’ultima utile anche per reintrodurre il suono di Messenger al filtro, grazie all’ingresso Ext In. Presenti connessioni per pedale sustain ed espressione. Tutte queste connessioni sono a ¼” TS. Messenger ha una sezione dedicata all’interfacciamento con sistemi modulati eurorack, con connessioni mini jack da 3,5 mm: Clock In, Clock Out, CV In, Gate In, CV Out (1V/Oct) e Gate Out. Chiude l’interfaccia MIDI standard, la connessione USB C per interfaccia MIDI e aggiornamenti firmware, e l’ingresso per alimentatore esterno a 12 Volt.

 

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Gli oscillatori e il mixer

Messenger riprende da Labyrinth la funzione di Wavefolder, presente indipendentemente sui due oscillatorima non senza ulteriori controlli (si ingaggia agli estremi del knob per la forma d’onda dei VCO), integrando anche il waveshape continuo nella selezione della forma d’onda, dalla triangolare alla dente di sega per arrivare alla quadra, con relativa PWM. I due più importanti aspetti sono la selezione della forma d'onda, senza soluzione di continuità tra una forma e l'altra, quindi con infinite possibilità intermedie, e la tecnica di wavefolder che parte dalla logica del clipper, ma invece che tagliare la parte eccedente del segnale, sopra un certo livello, ribalta la parte superiore del segnale reintegrandola nella forma d’onda. In questo modo si creano nuove armoniche che sono differenti rispetto al semplice clipper, spostandosi su suoni metallici o inarmonici.

 

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Il sub oscillatore non ha una forma d’onda fissa, bensì un controllo continuo della selezione della forma d’onda (Waveshape), di nuovo da triangolare a quadra con PW modulabile dall’inviluppo del filtro. Messenger mette a disposizione quattro modulazioni già pronte con altrettanti pulsanti:

  • modulazione della frequenza del secondo oscillatore con il primo per realizzare patch in FM
  • modulazione della frequenza del secondo oscillatore con l’inviluppo del filtro
  • modulazione della forma d’onda (Waveshape) del secondo oscillatore con l’inviluppo del filtro
  • modulazione della forma d’onda del sub oscillatore (Waveshape) con l’inviluppo del filtro

Presente anche il knob Modulation Amount per definirne l’intensità. Ovviamente troviamo il sync tra gli oscillatori, il detune e la scelta dell’ottava.
Il mixer permette di controllare il livello dei due oscillatori e del sub, ma anche il segnale del generatore di rumore. Il circuito di mixer, tuttavia, non satura come su altri modelli Moog: è trasparente. Non è più qui che si cerca la distorsione analogica. Il filtro ha un mixer interno che accetta segnali esterni e per il feedback, così da ripetere il classico routing del Minimoog (si prende l’uscita cuffia e la si inserisce all’ingresso del filtro) per aumentare l’aggressività del timbro. Da non dimenticare le possibilità di realizzare patch in FM, sfruttando le forme d’onda triangolari sui VCO.

 

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Messenger risponde all’intero range MIDI di nota (1-127): la nota più bassa che può suonare corrisponde a MIDI Note 12 (16,5 Hz come fondamentale), al di sotto della quale produce solo dei click. La nota MIDI più alta corrisponde alla 120 (fondamentale a 8,37 kHz). In pratica Messenger riesce ad andare sopra e sotto di un’ottava rispetto a un pianoforte!

Filtri

Gli ingegneri Moog hanno elaborato una serie di circuiti accessori per il classico filtro ladder a transistor a 24 dB/Oct, marchio di fabbrica del suono Moog. Come sul primo Minimoog, incrementando la risonanza si perdono le basse frequenze, per cui già all’epoca si usava in studio un equalizzatore per recuperare queste basse frequenze. Messenger può evitare questo problema con uno switch dedicato (Res Bass, che si trova come CC nell'implementazione MIDI riferito a Filter Vintage Mode) per la compensazione delle basse frequenze, che cambia completamente il suono delle patch con risonanza molto alta. L’idea è di far rientrare il suono del filtro, senza risonanza e miscelarlo con il suono processato dal filtro. Inoltre lo stesso filtro LPF può essere commutato a LPF 12 dB/Oct, a filtro passa banda (HP 12 dB/Oct + LP 12 dB/Oct) e filtro High Pass 24 dB/Oct. Per realizzare il filtro passa alto non è stata invertita la fase dell’uscita LPF e sommata in mix al suono originale: il circuito è inedito su Moog Messenger.

 

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C’è ampio spazio per sperimentare nuovi suoni! Il segnale filtrato viene inviato a un VCA controllato da un ADSR, generato digitalmente. L’ADSR del filtro ha il suo controllo di Envelope Amount.  Il secondo oscillatore può essere usato, anche nel range udibile, come sorgente di modulazione per il cutoff, con un knob dedicato. E’ possibile mettere in loop l’inviluppo del filtro o dell'ampiezza e usarli entrambi come sorgenti di modulazione. La sezione del filtro ha un mixer interno che consente di convogliare al VCF anche un segnale esterno (EXT In) oppure, in assenza di segnale esterno, realizzare il feedback del suono di Messenger in rientro sul filtro, come il classico trucco del Minimoog.

Apparentemente il cutoff del filtro può essere controllato dal KB Tracking con un solo valore, tuttavia c’è il trucco. È possibile tenere premuto per due secondi KB Tracking così da assegnare la tastiera a qualsiasi destinazione di modulazione, definendone il range con i sedici pulsanti per la selezione delle patch. E’ possibile assegnare il Keyboard Tracking a un solo parametro sul pannello. Gli inviluppi hanno anche una modalità Multi Trigger come su Minimoog.

LFO e modulazioni

Moog Messenger offre due LFO (programmabile nel range fino a 1,2 kHz), di cui il primo con con quattro forme d’onda, già collegato per le modulazioni in hardware (Cutoff, OSC 2 Freq, OSC 1 Wave e SubWave con knob per l’intensità, ma solo destinazione può essere attivata), ma nulla toglie che si possa usare LFO1 liberamente come sorgente di modulazione. L’operazione è semplicissima: si preme un tasto e si gira il knob che si vuole modulare, con tanto di visualizzazione in 16 step del range di modulazione. Le modulazioni già previste da pannello si sommano alle eventuali modulazioni realizzate nella matrice di modulazione.

Il secondo LFO, con unica forma d'onda triangolare, è destinato alla modulazione del pitch, del cutoff o dell’amplificatore VCA. Velocity e Aftertouch sono altre due sorgenti di modulazione. Il pedale d’espressione può essere usato come un ingresso CV per modulare i parametri di sintesi. L’LFO 1 può beneficiare della funzione di Keyboard Reset, che resetta il punto di inizio ogni volta che Messenger riceve un segnale di Note On/Gate In, anche dal sequencer o dall’arpeggiatore.

 

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Molte modulazioni sono già previste su pannello, ma esiste sempre la possibilità di assegnare una sorgente a una destinazione grazie al pulsante Assign. In questo caso, una sorgente può modulare solo una destinazione alla volta, ma nulla vieta di usare più sorgenti per la stessa destinazione. Nei parametri avanzati, è possibile attivare un  fade-in e un fade-out per l'LFO 1.
Le sorgenti assegnabili sono:

  • LFO 1
  • Keyboard tracking
  • Filter Envelope
  • Amplitude Envelope
  • KB S+H
  • Velocity
  • Aftertouch
  • Expression

Le destinazioni possibili sono

  • LFO 1 Rate
  • LFO1 Depth
  • OSC 1 Tune
  • OSC 2 FREQ
  • OSC 1 Sub Wave
  • OSC 1 Waveshape
  • OSC 2 Waveshape
  • OSC 1 (mixer)
  • OSC 2 (mixer)
  • Sub OSC (mixer)
  • Noise (mixer)
  • FB/EXT In
  • OSC 2 Cutoff
  • Cutoff
  • Resonance
  • LFO 2 Rate

Una volta assegnate al parametro, muovendo il knob relativo, è possibile configurare anche l’intensità di modulazione usando i sedici pulsanti PGM. Ci vuole un secondo per perdersi, ma anche in questo caso l'editor risolve ogni possibile dubbio e, anzi, è la via più diretta per programmare con consapevolezza.

 

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I controlli alla sinistra della tastiera includono Pitch (+/-7 semitoni che possono essere modificati in configurazione) e Modulation Wheel, agganciata all’LFO 2 (forma d’onda triangolare) con un knob dedicato per la frequenza da 0,05 a 12 Hz con possibilità di sync, assegnabile al pitch degli oscillatori, al cutoff o all’ampiezza,  e  i controlli di Glide con modalità esponenziale, lineare a rate costante, o lineare a tempo costante.

 

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Arpeggiatore e step sequencer

Moog Messenger riprende quanto già visto da Muse, che prevede per esempio l’inserimento di pause per creare pattern ritmici. Ogni singolo preset ha il proprio pattern dell’arpeggiatore o, detto in altro modo, sequencer e arpeggiatore sono salvati nella singola patch, non hanno memorie dedicate. I comandi sono tutti sopra la tastiera. Lo step sequencer dispone di 64 step con funzioni generative basate sulla probabilità e registrazione dei parametri per tutti i controlli fisici del pannello. I sedici pulsanti con cui si richiamano le patch corrispondono al singolo step in modalità sequencer.

 

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L’arpeggiatore ha tredici modalità differenti da cui scegliere, dieci modalità di range di ottave e note, swing, lunghezza del gate e programmazione della probabilità di nota e relativa lunghezza. Il clock può essere raccolto anche dagli ingressi Clock In e il parametro Tempo seleziona la suddivisione desiderata. Una nota molto piacevole del sequencer è la trasposizione della sequenza premendo semplicemente una nota sopra o sotto C5 per definire il grado. La sequenza originale è sempre assegnata a C5.

L'arpeggiatore può desumere le note in modalità random, una volta suonate sulla tastiera, oppure rifarsi al sequencer o richiamare un pattern attraverso Setting.

 

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Grazie all'editor gratuito, ci si può dimenticare delle diverse combinazioni di pulsanti per accedere a ogni funzione di programmazione dell'arpeggiatore e del sequencer. Per esempio diventa facilissimo inserire la velocity e la destinazione di modulazione di ogni singolo step con relativo valore di intensità.

 

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Altre funzioni

Accanto ai pulsanti dedicato all’arpeggiatore e sequencer, ne troviamo altri:

  • Fade in/out dell’LFO1 fino a 10 secondi, salvato per singola patch
  • KB S+H: sorgente di modulazione che genera valori casuali bipolari ogni volta che si suona una nota, con la consueta assegnazione già vista per altre sorgenti di modulazione
  • Velocity come sorgente di modulazione
  • Aftertouch come sorgente di modulazione
  • Expression come sorgente di modulazione
  • MIDI Channel: selezione indipendente del canale MIDI in ricezione e trasmissione. Memorizzato per tutte le patch.

Infine un paio di parole sull’implementazione MIDI: i controlli su pannello usano una combinazione di due Control Change (MSB e LSB) per inviare e ricevere i valori dei parametri più importanti per il suono, così da avere un’alta risoluzione (fino a 16.384 step). Sono previsti oltre 50 parametri di programmazione e, un po' nascosta e solo via MIDI, è possibile memorizzare e usare scale diverse dalla temperata (RPN 03 Tuning Program, Select)L'uso di valori a 14 bit (con due CC differenti) ha la finalità di migliorare la fluidità del valore, ma nello stesso tempo può diventare un incubo per assegnare l'invio dei CC da pannello ad altri synth. Con l'aggiornamento firmware 1.0.8 Moog ha permesso di disabilitare l'invio a 14 bit a favore del più classico, e ridotto, 7 bit: in questo caso il valore CC assegnato al parametro corrisponde al numero MSB citato nella tabella di implementazione MIDI. Per passare a 7 bit si entra nel menu Config Page 3, Item 5. A questa funzione, ne sono state aggiunte o modificate altre:

Sequencer Play Modes (CONFIG Menu Page 1, Item 7)
Sequencer Modes – Seq Transpose Patch Loads (CONFIG Menu Page 2, Item 4, Option 5)
Velocity Sensitivity (CONFIG Menu Page 2, Item 6)
Aftertouch Sensitivity (CONFIG Menu Page 2, Item 5)
MIDI Clock Settings – MIDI Clock Transmit (CONFIG Menu Page 3, Item 3)
Selezione CV Output Source (CONFIG Menu Page 3, Item 8)
Analog Clock Input PPQN Settings (CONFIG Menu Page 3, Item 9)
Tuning degli oscillatori (CONFIG Menu Page 4, Press Item 14 to run tuning)
MIDI CC. Expression Inputs su CC11. SUB WAVE spostato su CC71
Bulk dump: CONFIG Page 3 Item 7
Inizializzazione della sola patch, senza cancellare i dati del sequencer: PATCH + INIT

 

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Messenger ha una interfaccia MIDI con In e Out, gestisce il MIDI Clock, una connessione USB che funziona come interfaccia MIDI, che può lavorare contemporaneamente con la classica interfaccia MIDI.

Tutti i knob su pannello trasmettono e ricevono Control Change MIDI, ma non possono essere riassegnati. Moog Messenger risponde anche ai messaggi MPE, ma essendo monofonico risponde a una nota alla volta.

Configurazioni avanzate

La combinazione del pulsante Settings e uno dei 16 pulsanti per il richiamo delle patch, permette di accedere a parametri ulteriori, tra le quali citiamo il range degli LFO, fino a 1,2 kHz, il range del Pitch Bend indipendente per Up e Down, il comportamento al MIDI Out della tastiera rispetto al sequencer, la modalità del glide, il reset degli inviluppi, le combinazioni tra interfaccia MIDI e MIDI/USB., l’esclusione dal richiamo della patch delle impostazioni di Volume, Modulation Wheel e KB Oct, il Local Control, la modalità di funzionamento dei knob (Relative, Snap, Pass Thru), la priorità di nota (Last, Low e High), la trasmissione MIDI solo per tastiera e wheel. In questo caso è necessario avere in mano il manuale, perché non c'à alcun riferimento sul pannello oppure, più semplicemente, passare dall'editor.

 

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In prova

Messenger sta crescendo molto bene. Grazie al nuovo editor (in Java), finalmente si possono programmare le modulazioni con grande facilità e capire perchè un preset suona in questo modo. Il punto critico, infatti, era lo schema di modulazione, che può diventare facilmente complesso e, senza un display, ci voleva carta e penna per non perdersi. L'importanza delle modulazioni dipende dal proprio grado di preparazione: così come è strutturato il layout, è possibile arrivare ai classici risultati di un monofonico analogico senza addentrarsi nei meandri delle modulazioni assegnabili. Messenger è adatto tanto a chi vuole iniziare a esplorare i sintetizzatori quanto al professionista che, in questi anni, ha lasciato passare i vari moduli Moog, sognando un One e sperando in un synth molto accessibile con il suono Moog degli ultimi anni. Già solo con gli oscillatori e il wavefold c'è un universo da esplorare, senza toccare il filtro, e il sub con più forme d'onda è una buona idea per chi cerca di muovere il dance floor, grazie anche agli inviluppi Moog che non hanno perso quella loro caratteristica di percussività con attacchi e decay veloci. Se c'è una caratteristica particolare di Messenger è la quantità e l'esaltazione dei bassi: non nascondiamo che qualche volta abbiamo pensato che Messenger includa un shelving sulle basse frequenze perché è veramente carico. Abbiamo voluto misurare le reali prestazioni di questi oscillatori per scoprire che si può arrivare a 40 kHz o sotto i 20 Hz senza alcun problema. Va dato atto a Mood di non aver inserito alcun filtro HPF o LPF agli estremi delle frequenze. Messenger è un vero analogico di razza, cosa di cui tener conto in produzione perché in mix occorrerà davvero inserire un HPF a 20 kHz per evitare che il synth riduca troppo l'headroom sulle alte frequenze. Allo stesso modo, un LPF a 20 Hz permetterà di non avere soprese nella somma dei canali e nell'headroom. La distorsione analogica si coglie soprattutto sulle medio alte frequenze, che sono poi quelle che predomina oggi nell'ascolto mobile o con cuffie. Messenger è perfettamente allineato ai dettami timbrici delle produzioni odierne. Scorrendo i preset si può tornare indietro nel tempo: il banco 14 sembra voluto per la colonna sonora di Miami Vice! Altri banchi esprimono al meglio l'evoluzione timbrica di Moog: la patch 12 del Back 12 dimostra tutta la potenza di Messenger nel mettere assieme i classici colori analogici con la distorsione. Tutto l'intero banco 12 è da ascoltare con attenzione, perché è qui che si sente la differenza con gli analogici. Se volete ancora più distorsione, passate in rassegna il Bank 3.  Era da troppo tempo che non sentivamo più qualcosa di realmente nuovo: tutti i preset sono intriganti, ben realizzati e ispirano subito alla creazione di musica, che poi sarebbe lo scopo di un synth. Si percepisce lo sforzo dei programmatori Moog nell'estendere la palette timbrica oltre al classico suono analogico (ascoltate in  Bank 6, 8 e 9). I preset non sono solo ottimi di per sé: basta per esempio cambiare il tipo di filtro e ci si ritrova in altri panorami. Anche il meno esperto dei programmatori potrebbe riuscire a creare una grande patch modificando filtri e oscillatori di un preset. Per chi ama il suono elettronico, suggeriamo l'ascolto del Bank 7 perché sembra di lavorare con un arpeggiatore e un synth modulare anni '70. Che cosa dire dei filtro multimodo, se non che è ora di esplorare un nuovo mondo? Tutti i filtri hanno un sapore analogico vero e non sono mai statici o sterili. Si passa da accette sonore in stile Minimoog, alle più fini oscillazioni della risonanza, per provare a distruggere i sub con l'HPF e la risonanza. Sono semplicemente belli e musicali: è come avere della plastilina in mano. Ci potete fare e sperimentare quello che volete, e non deludono mai!

Il suono degli oscillatori si discosta da un Minimoog, mentre affianca chiaramente quelli di Moog One. Ciò che li caratterizza, quando vanno in sync o si usa il wavefold, è la facilità con cui vanno in distorsione, ma senza spappolare il suono o diventare un fastidioso ronzio da transistor. Messenger, tra tutti i synth che abbiamo provato in questa fascia di prezzo, è il synth più potente e interessante per chi cerca suoni distorti e nuovi, ma pur sempre analogici. I risultati sono sempre musicali, mai artificiali, e non sono noiosi. L'analogico si sente tutto e, come sui modulari, spostare di pochissimo il knob della forma d'onda può cambiare radicalmente il suono. Meno male che ci sono i preset! Sarebbe stato interessante anche registrare in automatico le variazioni mentre si registra, ma questo si può fare facilmente con l'editor o registrando i controller MIDI sulla DAW. Se decidete di programmarlo, fatelo! Vi ritroverete spesso a voler tornare indietro di qualche minuti su un suono che avevate creato ma che poi avete modificato.

 

moog messenger review recensione test opinion luca pilla smstrumentimusicali

 

I primi punti forti di Messenger sono anche la costruzione e una meccanica di tastiera con passo standard e ben realizzata, con una grande facilità di controllo dell'aftertouch grazie a una corsa e a uno scalino ben evidente sotto la pressione delle dita. L'alimentatore esterno, per quanto scomodo, è molto ma molto meglio di qualsiasi alimentazione via USB C: garantisce immunità dai disturbi introdotti dall'alimentazione USB e, soprattutto, quella potenza necessaria per la dinamica. Fosse stato interno sarebbe stato perfetto, ma va bene così. Difetti? Molte delle critiche che avremmo diretto al progetto derivavano dalla mancanza di un display per seguire le modulazioni o l'impostazione dei parametri. Lavorare senza editor significa tenere sempre il manuale, ora anche in italiano, a portata di mano. L'editor ha spazzato via la necessità del display ed è indispensabile. Moog ha fatto in modo di poter programmare qualsiasi cosa da pannello, senza display, ma questa abbondanza si paga con sequenze di pulsanti. Al prezzo a cui è venduto (mentre scriviamo ci sono offerte a 660 €), Messenger è un piccolo gioiello di qualità. Costa un po' di più di decine di synth sotto i 500 € ma quello che offre è un synth analogico moderno, potente e integrato nella produzione odierna, sia per suono che per la flessibilità dei controlli e della programmazione del funzionamento del synth. E poi è un Moog, che mantiene il suo valore più di altri brand. Desideri nascosti? Al momento un paio: Moog avrebbe potuto inserire anche una modalità parafonica, non così indispensabile ma spesso divertente nei risultati, e un chorus con delay, magari sempre analogici. Noi, nel frattempo, abbiamo speranza che in futuro veda la luce anche un synth polifonico, basato su Messenger, a buon prezzo!

 

Conclusioni

Moog Messenger è il miglior segnale possibile per il futuro di Moog: produzione cinese di alta qualità, struttura analogica ottima e al di sopra di molti altri synth, possibilità di programmazione e suono moderno con una flessibilità timbrica notevole. Il rapporto qualità prezzo è molto buono. Messenger è il synth perfetto per chi vuole imparare seriamente a programmare un synth analogico, suonare dal vivo con una forte interazione con i controlli o passare a un livello più alto di sound design professionale, magari avendo una esperienza decennale su altri synth. Moog non ha ricercato l'ennesimo clone di sé stessa, ma un percorso nuovo e moderno. Messenger riassume in un unico synth tutta l'evoluzione del suono e della tecnologia Moog degli ultimi anni.

 

Pro

Suono moderno e analogico
Filtro multimodo
Wavefolder
Connettività
Editor gratuito
Modulazioni
Eccellente implementazione MIDI
MIDI + USB
Trasmissione CC da pannello

Contro

Programmazione modulazioni su pannello
Parametri avanzati con combinazioni di tasti

Info: MIDIWARE
Prezzo: € 699,00 (promozione fino al 31 dicembre 2025)

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