Pianoteq giunge alla versione 7 e introduce morphing, layering, nuovi modelli di pianoforte e ottimizza la generazione. Modartt è riuscita a migliorare ancora una volta il proprio strumento di punta?
Il progresso tecnologico è quel curioso processo per il quale l'ultimo passo compiuto sembra sempre aver raggiunto la perfezione, l'arrivo, un risultato che non è possibile migliorare ulteriormente. Guardandosi alle spalle però è possibile osservare molti di questi "ultimi passi". Pianoteq segue perfettamente il progresso tecnologico introducendo nuove funzioni e migliorie qualitative.
Pianoteq 7: le novità
Ho il piacere di utilizzare e recensire Pianoteq dalla versione 4. Chi volesse riprendere il discorso, può leggere il test precedente relativo a Pianoteq 6. La versione 7 porta con sé due nuovi modelli di pianoforte acustico, lo Steinway Model D SPIRIO | r e il Petrof 284 Mistral Concert Grand Piano, la possibilità di creare dei layer, la funzione di Morphing tra modelli e infine, ultimo, ma non per importanza, il miglioramento degli algoritmi che ora sfruttano quella che Modartt chiama doppia polarizzazione. In pratica vengono calcolate le vibrazioni nelle due dimensioni perpendicolari alla corda, anziché in una dimensione soltanto. Tutti i pianoforti sono stati ricalcolati con questa nuova funzione.
Nuovi modelli
Nel pacchetto Steinway è incluso ora un altro Model D, registrato nella New York Steinway Hall, che va ad affiancarsi al preesistente Hamburg Steinway Model D. Nello specifico è stato scelto il modello SPIRIO | r, un gioiello da oltre 100 mila Euro che integra il sistema di registrazione e riproduzione, mediante un'app su iPad e la movimentazione dei martelletti e dei pedali. I due modelli sono decisamente differenti, il primo più brillante e frizzante. Più intimo e morbido il secondo, aumentando la tavolozza timbrica tra cui scegliere.
L'altro nuovo modello è una novità di Aprile 2021 ed è un modello alternativo di Petrof, il 284 Mistral, che si aggiunge al precedente Petrof 275 (qui il mio test). Vale la pena ricordare che Pianoteq non include solo suoni di pianoforte, ma in generale quelli di molti strumenti a tastiera sia acustici che elettrici, di percussioni intonate e persino due arpe e una kalimba. Sul sito ufficiale è presente il lungo elenco, corredato da numerosi esempi sonori. Se invece volete un riassunto, potete leggere questo mio articolo.
Layering
Dalla versione 7 è possibile sovrapporre il suono di due o tre modelli, direttamente dall'interfaccia di Pianoteq. Il funzionamento è molto semplice e intuitivo. Di ciascun layer possiamo decidere livello, transpose e ovviamente quale modello assegnarvi. Con un piccolo trucco, disegnando delle curve di volume nell'editing di ciascun modello, possiamo anche creare dei crossfade in dinamica o lungo l'estensione della tastiera. E' presente una comoda funzione Randomize che crea un mix scegliendo a caso modelli e parametri, resa ancora più comoda dalla funzione Freeze che consente di escludere ciò che non vogliamo venga scelto casualmente. Ricordo che la funzione Randomize esiste anche all'interno di un modello. In questo modo, anche partendo da uno strumento tradizionale, possiamo giungere a risultati sonori inaspettati e interessanti. Il suono così ottenuto può essere salvato nelle locazioni di memoria disponibili.
Morphing
Questa è la novità che mi ha stupito ed emozionato di più. Non si tratta ovviamente di un semplice mix audio di più modelli, come avviene con il Layering. Pianoteq esegue una reale metamorfosi graduale per ciascun parametro dei modelli scelti. Il risultato è un suono nuovo ottenuto passando dalle corde di un'arpa alle ance di un Wurlitzer, dai pick up di un Clavinet a quelli di un Rhodes o ancora dalla risonanza di una campana a quella di un vibrafono. E' possibile fondere fino a otto modelli! Quando il risultato ci soddisfa, possiamo fondere i due strumenti che diventano di fatto un nuovo strumento che può essere a sua volta messo in Morphing con un altro. Le possibilità sono vaste e i risultati proiettano il musicista in territori inesplorati e suggestivi.
Risultati simili erano accessibili fino a poco tempo fa solo ai fortunati possessori di strumenti quali Yamaha VL1/VP1 o Technics WSA1, o agli utenti di AAS Chromaphone, strumenti a modelli fisici coi quali è possibile fondere le caratteristiche di due strumenti anche costruttivamente molto differenti. Tuttavia non era possibile un intervento così immediato ed efficace. Il morphing avviene quasi in tempo reale e con continuità, consentendo al sound designer di verificare il risultato man mano che agisce sui parametri.
In prova
A parità di modelli, Pianoteq 7 suona più aperto e tridimensionale rispetto alla versione 6. Non ho notato quella nasalità, migliorata rispetto a Pianoteq 5, ma ancora presente e che costituiva un punto di miglioramento. Evidentemente i nuovi algoritmi di calcolo sono più accurati: la doppia polarizzazione implementata nei nuovi calcoli ha un effetto chiaramente udibile. Questo senza pesare sulla CPU: sul mio i7 4790 Pianoteq 7 impegna le stesse risorse di Pianoteq 6.
Anche il rumore dei martelletti e la risonanza della cassa armonica sono migliorati molto. Noto che hanno un equilibrio più realistico rispetto al suono delle corde. Soprattutto sul registro acuto e a dinamiche elevate, il rumore è ora più naturale.
Il modello di Yamaha CP-80, che personalmente utilizzo molto, è più armonioso e meno metallico della versione precedente. Anche questo strumento acquista maggiore tridimensionalità: mentre nella versione 6 il suono era particolarmente sparato in faccia, ora risulta leggermente indietro e più reale. Anche i modelli di pianoforti elettrici, sia di tipo Tines (Rhodes) che di tipo Reed (Wurlitzer), ritengo siano notevolmente migliorati. Soprattutto il modello ad ance ora risponde timbricamente meglio alla dinamica. Non sto parlando di piccole sfumature, ma di differenze chiaramente udibili: per il test ho creato un progetto in Cubase in cui ho caricato tre versioni differenti di Pianoteq (5, 6 e 7), oltre a V-Piano e V-Piano 2 di Arturia, TruePianos 1.9 e NI Berlin Concert Grand.
La versione Studio Bundle in prova include molti modelli di pianoforti acustici, elettrici, percussioni intonate, metalliche e strumenti storici, impossibile parlare di tutti, consiglio a tal proposito di leggere gli altri test scritti su SMStrumentiMusicali e indicati in precedenza in questo articolo. L'assortimento di modelli è perfetto per coprire una buona parte degli strumenti a tastiera. Io da molti anni utilizzo Pianoteq, lo trovo eccellente per pianoforti acustici, verticale compreso, e per il CP-80. Oltre a questi strumenti ho sfruttato spesso Clavinet, glockenspiel, vibrafono, marimba e clavicembalo. I preset sono validi in partenza e i parametri fisici di intervento sul suono sono perfetti per adattare il preset alle proprie esigenze, molto più immediati ed efficaci dei parametri di una classica sintesi sottrattiva di un Rompler o di un campionatore.
Chi ama sperimentare troverà sicuramente affascinante la funzione di Morphing. Il risultato è, secondo il mio personale parere, entusiasmante. Fondendo due strumenti completamente diversi si ottengono risultati inaspettati e lontani da qualsiasi strumento reale, ma ugualmente musicali e originali. Scegliendo invece strumenti simili, come ad esempio un'arpa celtica ed un cimbalom, si giunge a strumenti molto realistici, ma di fatto inesistenti. E la risposta timbrica è quella tipica degli strumenti a modelli fisici: dinamica e senza soluzione di continuità. Per i più pigri è presente la funzione Randomize che sceglie a caso i modelli e i parametri. Il bello è che è facilissimo giungere a risultati interessanti e gradevoli. Pressoché impossibile giungere a rumori inutilizzabili come spesso accade con le funzioni di randomizzazione dei parametri.
Conclusioni
Pianoteq prosegue il suo percorso evolutivo e, versione dopo versione, continua a mettere in ombra la release precedente, rendendo l'aggiornamento una scelta fortemente raccomandata. L'introduzione del Layering crea suoni più complessi, ma la funzione più interessante per il compositore e il sound designer è senza ombra di dubbio il Morphing, col quale è inevitabile perdersi per ore, improvvisando con strumenti dal comportamento suggestivo, come ci si aspetta da un modello acustico. Il miglioramento degli algoritmi è chiaramente udibile e dona a tutti i modelli di Pianoteq un maggiore realismo e tridimensionalità. Il tutto senza richiedere né GB di spazio sull'HD, né processori potentissimi. Complimenti a Modartt!
PRO
Funzioni Morphing e Layering
Possibilità di editing
Modelli di pianoforte elettrico più realistici
CONTRO
Prezzo della versione Pro e Studio Bundle importanti per musicisti non professionisti
INFO
Pianoteq 7 Stage €129,00
Pianoteq 7 Standard €249,00
Pianoteq 7 Pro €349,00
Pianoteq Studio Bundle €799,00