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Test - Roland Fantom: non chiamatemi workstation!

Rapporto qualità/prezzo8
Costruzione9
Suono8.5
Facilità d'uso9
PER NOI
8.6

Roland Fantom poggia le fondamenta per i prossimi anni e sfida il mercato con un progetto tanto innovativo quanto ambizioso.

 

 

 

 

 

A Settembre 2019 Roland organizzò un evento presso il Le Park di Milano per presentare alcune novità, tra cui la tanto attesa nuova ammiraglia, Fantom. Partecipai con estremo interesse perché chi vi scrive è storicamente Rolandiano, ma l'ultimo strumento Roland che ho usato e amato davvero tanto è stato lo storico V-Synth GT. In seguito a quella giornata scrissi un reportage su Fantom basandomi sulla performance di Gianni Proietti e sulla manciata di minuti che ho avuto a disposizione per provarlo. Quelle prime impressioni, molto positive, mi hanno spinto ad acquistare ben presto un Fantom 7 ed eccomi nuovamente a scrivere di questo strumento. Le mie aspettative sono state superate o deluse? Non resta che leggere il seguito...

 

roland fantom

 

Roland Fantom: un'occhiata generale

Nonostante Roland ci tenga a definire Fantom come una "piattaforma in evoluzione", il termine comune che identifica questa tipologia di strumento è sicuramente Workstation. Tuttavia, questo termine potrebbe farci pensare che Fantom sia uno strumento molto simile ad altri, comunemente noti come Workstation. Ovviamente Fantom possiede un sequencer, migliaia di suoni di ogni genere, un arpeggiatore, opera in modalità multitimbrica come qualsiasi Workstation, ma possiede anche alcune caratteristiche al passo coi tempi e funzioni innovative che non troviamo nelle ammiraglie di altre case. Ora vi descriverò lo strumento, in modo tradizionale, per sezioni. Nei prossimi mesi approfondiremo le sezioni innovative ed esclusive di Fantom.

 

Roland Fantom

Il pannello posteriore di Roland Fantom

 

Chassis e connessioni

Fantom è alloggiato in uno chassis completamente metallico, ad eccezione dei fianchi e della zona joystick che sono in plastica. Il pannello posteriore è sagomato con una rientranza verniciata in rosso acceso. In altre parole Roland ha voluto senza dubbio offrire un alloggiamento senza compromessi qualitativi ed estetici. Anche dal punto di vista della connettività siamo di fronte ad uno strumento al top: uscite sia in formato jack che XLR, due uscite ausiliarie stereo, cuffie, uscita stereo a valle del filtro analogico di cui parleremo più avanti, ben cinque porte USB di cui una dedicata a memorie di massa, una al collegamento con il computer e tre a periferiche esterne, quali controller o master keyboard. Poco sotto, troviamo due coppie di uscite CV/Gate, ormai sempre più diffuse, ma singolari per una Workstation. Superando il marchio Roland troviamo due ingressi combo che accettano segnali bilanciati di linea o microfonici (con alimentazione Phantom), quattro ingressi pedale di tipo switch o continuo e tre porte MIDI pentapolari, dove la porta THRU può diventare una seconda porta MIDI OUT.

Pannello frontale

Anche il pannello frontale mostra un livello qualitativo molto elevato, con ben pochi compromessi: ampio touch screen, encoder con corona di led, potenziometri con "aureola" luminosa, fader anch'essi con barra di led, pitch bender e modulation in doppio formato, sia joystick che wheel. Tutti i pulsanti sono retroilluminati per un colpo d'occhio sicuramente gradevole, ma anche per poter mostrare, tramite intensità luminosa o colori diversi, le funzioni ad essi associati. I potenziometri sono in materiale plastico, di buona fattura e gradevoli alla vista e al tatto. La sezione inviluppi e filtro ricorda quella di V-Synth, che ho sempre apprezzato perché replica in modo compatto quella di un sintetizzatore analogico: da sinistra a destra oscillatori, filtro, inviluppi ed effetti. Ai tasti è affidato il cambio dei parametri, perché dietro a una dozzina di potenziometri ci sono decine di parametri. All'estrema destra troviamo 16 pad luminosi RGB, di dimensione compatta. Tra la tastiera e la sezione di programmazione ci sono 16 pulsanti trasparenti, più grossi degli altri, per la selezione delle famiglie di suono, ma anche per programmare sequenze in modalità TR-REC.

 

Roland Fantom

Il Mixer sul display di Roland Fantom

 

Le Scene

Con Fantom viene introdotto il concetto di Scena che è come una fotografia generale dello strumento. Include cioè non solo i vari suoni assegnati alle zone, ma anche campionamenti, song, pattern, impostazioni delle Zone, ecc. Questo semplifica molto la vita perché evita di dover caricare e impostare manualmente i vari elementi di un progetto. Tutto viene salvato nella memoria flash e viene messo a disposizione richiamando una Scena. L'unità direttamente inferiore alla scena è il Tone, il singolo suono di uno strumento. Possiamo assegnare un Tone per ciascuna Zona e in una Scena ci sono 16 Zone. Una Zona può anche controllare uno strumento esterno collegato ad una porta USB o MIDI, gestendo moltissimi parametri, quasi fosse un generatore interno; torneremo sicuramente su questo argomento che rende Fantom anche una Master Keyboard. In un Tone può suonare uno dei motori di Fantom: Zen Core, V-Piano, SuperNatural o DrumKit.

ZEN-Core

Abbiamo già parlato più volte di ZEN-Core, il nuovo motore PCM+VA di Roland. A chi se lo fosse perso, consiglio di leggere il focus di Riccardo Gerbi o il mio. Riportiamo qui i capisaldi e scendiamo un po' più nel dettaglio. Un Tone di tipo ZEN-Core (ad oggi Fantom ne conta più di 8000) è composto da 4 Partial. Possono essere quattro suoni attivati in base alla velocity o a split di tastiera, oppure layer che si sommano per un suono ricco e complesso o anche essere quattro suoni completamente diversi, perché ciascun Partial ha la sua catena di sintesi indipendente. In un Partial infine possono suonare due oscillatori PCM (Right + Left) che riproducono le Wave, ovvero multicampionamenti. In memoria ce ne sono circa 2100 e a Febbraio sono diventati più di 7000 con la pubblicazione delle 15 espansioni EXZ. Sono file scaricabili gratuitamente e che contengono buona parte dei suoni delle schede SRX e altri suoni provenienti da librerie recenti. Su questo arsenale scriverò sicuramente un focus. Oltre a questa immensa libreria di multicampionamenti, gli oscillatori possono essere anche di tipo VA, SuperSaw e noise, per offrire forme d'onda elementari non campionate, ma generate con algoritmi Virtual Analog.

 

roland fantom

L'area dei controlli Synth di Roland Fantom

 

L'oscillatore VA ha pure una modalità Juno e sì, SuperSaw è la forma d'onda complessa grazie alla quale molti amano ancora JP-8000 e JP-8080. Se vi sembra ci sia già abbastanza carne al fuoco, sappiate che ogni forma elementare ha un parametro Fat per ingrossare il suono e due controlli per modificare la simmetria, in modo dinamico, come avviene quando applichiamo la PWM. All'interno del Tone ci sono cinque Structure che organizzano i quattro oscillatori in modalità parallela, SYNC, RING, XMOD1, XMOD2, cioè possono suonare indipendentemente, oppure essere messi in Sync, in Ring Modulation o in due modalità di Cross Modulation. A fine catena è presente un filtro Real Analog multimodo che non è ancora modulabile nella catena di sintesi, ma che sarà molto apprezzato da chi ama scaldare e dare la giusta "botta" ai propri suoni. Questo plus, presente in JD-Xa e in molti sintetizzatori moderni, non era mai apparso in una Workstation. Chi conosce la storia di Roland, avrà già riconosciuto numerose caratteristiche che provengono da diversi strumenti della casa nipponica. Ora risulta più chiara la definizione di Fantom come "piattaforma in cui confluiscono decenni di storia". Impossibile esaurire tutte le caratteristiche in questo paragrafo, ma lasciatemi aggiungere che sono presenti una matrice di modulazione 4x4, due LFO, due Step LFO e un filtro multimodo con 10 modalità, tra digitali e virtual analog. Insomma, ZEN-Core non è il classico motore di sintesi da Workstation e merita sicuramente un approfondimento.

 

roland fantom

Il menu TR-REC di Roland Fantom

 

V-Piano

Questa tecnologia introdotta da Roland più di 10 anni fa, riprende vita in Fantom con modelli rivisti ed aggiornati. E' un pianoforte a modelli fisici, anziché multicampionato. Pertanto, supera i limiti di livelli di dinamica, numero e durata dei campionamenti. E' un motore alloggiato in un Model Bank di Fantom, uno degli slot di cui ancora non si sa molto, ma dei quali Roland ha fatto intuire e sperare molto. Un Model Bank è, permettetemi la semplificazione, uno strumento virtuale che gira in Fantom (che agisce da host). Abbiamo già goduto di soluzioni simili in Kronos, coi suoi 9 motori, o in System-8, con i Plug-Out. Non si tratta di librerie di campionamenti, ma di codice informatico contenente modelli fisici o elettrici, capaci di emulare il comportamento di uno strumento acustico, elettrico o elettronico. Provando Jupiter-X abbiamo avuto modo di apprezzare i Model Bank ABM (Analog Behaviour Modelling) di Jupiter-8, Juno-106, JX-8P e SH-101. E' lecito sperare che questi modelli possano un domani girare su Fantom, e, perché no, modelli di altri strumenti Roland del passato, magari proprio quelli che troviamo in Roland Cloud o altri ancora non replicati in forma virtuale. Il banco di Tone V-Piano conta 17 preset e 128 user location.

SuperNatural

E' una tecnologia utilizzata in diversi strumenti Roland, dalle batterie elettroniche, ai pianoforti digitali, a strumenti completi come Integra-7. Lo scopo è superare i limiti espressivi degli strumenti campionati, che richiedono looping o campionamenti molto lunghi. In ogni caso, il realismo di un multicampionamento richiede grosse quantità di dati e manca della naturalezza per imitare le più svariate tecniche esecutive. SuperNatural combina l'uso di campionamenti e modelli fisici. In questo modo, il decadimento non è campionato, ma creato con modelli matematici. Anche determinate tecniche esecutive e comportamenti degli strumenti reali vengono emulati, come ad esempio il growl di uno strumento a fiato o le tecniche eseguite con l'archetto di uno strumento a corde. Ciascuna categoria di strumento ha il suo motore dedicato, con parametri specifici. Attualmente Roland ha rilasciato la prima parte di strumenti SuperNatural, 25 modelli che spaziano tra bassi elettrici, archi, arpa, erhu, ottoni, legni, flauti, strumenti ad ancia e cornamusa. Un Tone può ospitare un motore SuperNatural coi suoi parametri di modifica dedicati, ovviamente diversi dalla sintesi sottrattiva dello ZEN-Core o dai parametri pianistici del V-Piano. Fantom ha 70 preset e 256 user location SuperNatural.

 

roland fantom

La sezione di controlli fisici dedicati alla Zone in Roland Fantom

 

Drum

Quando scegliamo la modalità Drum, il Tone si configura in modo completamente differente. Abbiamo a disposizione sei compressori e i quattro Partial possono essere gestiti in modo indipendente per ciascuna nota. Ciò consente di gestire, ad esempio, quattro livelli di dinamica per un tom e solo due per il triangolo. Sono indipendenti anche le impostazioni per il livello, il filtro e il pitch (ciascuno col suo envelope indipendente), il pan e l'equalizzazione. Una notevole flessibilità per creare uno dei 128 Drumkit user o per i numerosi DrumKit preset.

Multieffetto

Tralasciando le opzioni di routing che renderebbero la trattazione inutilmente lunga e noiosa, il multieffetto di Fantom offre un processore MFX e un equalizzatore indipendenti per ogni Tone (tranne il V-Piano che ha solo l’MFX). A questi si aggiunge un altro equalizzatore, uno per Zona. I segnali convergono verso l'uscita master dove abbiamo due effetti in insert e due in mandata (Reverb e Chorus), con varie modalità e ovviamente possibilità di editing dei parametri. Il tutto passa quindi in un compressore e in un equalizzatore master. L'ingresso analogico ha un suo equalizzatore e riverbero dedicati, oltre ad un filtro passa alto. Il filtro analogico può essere inserito in diversi punti della catena effetti: sull'uscita master, in serie agli effetti Insert oppure a valle delle Zone (sia di tipo Drum che strumentale). La lista di effetti è davvero lunga e completa. Alcuni effetti sono doppi tipo Flanger>Delay o Overdrive>Chorus. Vi sono anche molte emulazioni di storici effetti Roland come il JUNO-106 Chorus o il riverbero di SRV-2000. La modifica degli effetti è molto semplice e vi si accede premendo il tasto Master FX e poi spostandosi in una delle finestre dedicate alle varie sezioni.

 

roland fantom

Roland Fantom 6

 

Sequencer e arpeggiatore

Fantom dispone di un sequencer che può operare per pattern, i quali possono essere creati, modificati e concatenati o lanciati in tempo reale. La modalità TR-REC consente di programmare sequenze ritmiche come sulle storiche batterie elettroniche Roland, non solo di suoni percussivi, monofonici, ma anche di accordi, diventando così simile ad uno Step Sequencer. L'editing può avvenire poi tramite Piano Roll, nota per nota o con i 16 tasti retroilluminati. Con l'aiuto del Touch Screen possiamo spostarci all’interno del Pattern (da 1 a 32 battute) o passare all'editing a 1/32. Per chi non vuole programmare da zero le ritmiche, ma preferisce semplicemente suonare su un ritmo, esistono i Rhythm Pattern, parti di batteria memorizzate e suddivise per genere e struttura (intro, verse, fill, ecc). Se qualche passaggio non piacesse, possiamo modificarlo in modalità TR-REC oppure Piano Roll. Fantom dispone anche di un arpeggiatore capace di combinare le classiche modalità Up, Down, Random, a 128 Style preimpostati. Gli Style sono dei riff, alcuni dei quali polifonici, costruiti sulle note premute. Troviamo infine la funzione Chord Memory presente già in Fantom FA, per suonare accordi premendo un solo tasto.

Pad e campionamento

I pad, di forma rettangolare 2 x 1,5 cm, hanno molteplici modalità: riprodurre campionamenti o rhythm pattern, suonare note o percussioni, attivare i Partial durante l’editing di un Tone, controllare la DAW, gestire i mute/solo delle zone, richiamare configurazioni di zone attive/spente. Queste funzioni si prestano molto all’utilizzo live, quando occorre agire rapidamente e con una sicurezza maggiore di quella che avremmo su un touch screen. Ad oggi i pad sono anche l’unico modo per gestire campionamenti. Vengono assegnati a ciascuno dei pad e memorizzati nei 2GB di memoria flash disponibile.

In prova

La sensazione generale suonando Fantom è quella di uno strumento di ottima fattura, ordinato e immediato da suonare, nonostante la presenza di molte funzioni e innumerevoli parametri. Davvero impossibile affrontarli tutti in questa sede. Il display touchscreen è una superficie di controllo aggiuntiva, con schermate intuitive, non un sostituto degli indispensabili controlli fisici, forniti in quantità adeguata e ben organizzati. Il display è inerziale e molto sensibile, il migliore tra le tastiere che ho provato fino ad oggi. Lavora anche in modalità Motion Pad, per miscelare il suono dei Partial, emulando la sintesi vettoriale di Prophet VS, Yamaha SY-22 o Korg Wavestation.

 

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Roland Fantom 8

 

La combinazione del tasto Shift e dell’azione su un controllo fisico ci porta direttamente nella pagina di editing dedicata a quel parametro. Inoltre, modificando ad esempio il filtro o un inviluppo, appare sul display il grafico relativo, per poi scomparire qualche secondo dopo l’intervento. I Parametri di Fantom hanno 1024 valori, quindi nessuno “scalino” durante il tweaking. Utili le modalità Zoom e Pro delle liste di parametri. Zoom mostra solo i parametri più importanti. Pro srotola la lista completa, per la gioia del programmatore più esperto, che non rimarrà deluso.

 

 

L’archivio di suoni é immenso: oltre a V-Piano e al banco con i nuovi suoni ZEN-Core, Fantom include i Preset di XV-5080, Integra-7, Fantom FA, AX-Edge, quasi tutti quelli delle schede SRX, suoni SuperNatural e del banco RD che ho apprezzato in Jupiter-X. Però si sa, l’appetito vien mangiando: qualitativamente parlando, spero che negli sviluppi futuri sia incluso un Model Bank dedicato agli organi elettrici ed elettromagnetici. E, perché no, uno dedicato ai pianoforti elettrici, visto che in Fantom-X era già presente, con la SRX-12, un modulo EP e Clavinet. Personalmente, avendo ascoltato la qualità dei Model Bank di Jupiter-X, non posso che desiderare di averli anche in Fantom. Ricordiamo che Fantom possiede quattro processori BMC, più di System-8 o di Jupiter-X. Però già oggi, con il motore ZEN-Core e il filtro analogico, la varietà e la qualità timbrica non mancano. Siamo di fronte ad una delle tastiere digitali che suonano meglio sul mercato, in termini di dinamica e di definizione. Inutile parlare di polifonia: 256 note per ZEN-Core e completa per V-Piano. In pratica, non mi é mai successo di sentire interruzioni, neanche cambiando Scena. Per riuscire a saturare la polifonia, ho dovuto creare una Scena con 8 Tone in layer e suonare accordi pieni col pedale abbassato!

 

 

Singolare la presenza di così tante porte USB, che consentono di collegare altre tastiere e superfici di controllo, alimentate da Fantom. L’interazione con altri generatori é reso possibile dalle funzioni di master keyboard. Impostando le Zone come EXT, possiamo cambiare suono, volume, range di tastiera e altri parametri di qualsiasi modulo MIDI esterno. La sezione Sequencer é molto divertente e semplice da utilizzare. Prendendo esempio dalle prime Scene preset, che contengono quasi tutte delle Demo Song costruite con i Pattern, si impara a creare in pochi minuti dei brani completi, registrando strumento per strumento e avviando i Pattern tramite touch screen o pad. Anche i Rhythm Pattern sono un ottimo supporto creativo. Fantom é certamente uno strumento con il quale é possibile divertirsi suonando anche da soli. Tutto questo senza aprire il manuale di istruzioni.

 

 

Dal punto di vista delle funzioni, rispetto ad altri strumenti di questa tipologia, si avverte la mancanza dell'opportunità di caricare multisample e assegnarli alla tastiera. È possibile solo campionare suoni e riprodurli tramite pad, che notiamo essere non dinamici e senza after-touch, quindi predisposti per lanciare clip o modificare le impostazioni, più che per suonare parti ritmiche o modulare droni o effetti speciali. Speriamo che in futuro sia possibile anche modulare il filtro analogico nella catena di sintesi ZEN-Core. Infine, una funzione di cui avrei auspicato l'implementazione, è l'esportazione non solo dei Tone, ma anche di intere Scene, inclusi gli elementi correlati. Dovrei scrivere anche del Vocoder, ma lo spazio é tiranno e quindi vi rimando ad un bellissimo video tutorial di Gianni Proietti aka Gattobus.

Conclusioni

Fantom é uno strumento indubbiamente potente, completo e versatile. Suona bene, preciso, dinamico e pulito, come i migliori strumenti oggi sul mercato. I diversi motori di sintesi, l’enorme bagaglio di forme d’onda, i filtri digitali e quello analogico, il sequencer con Pattern, Rhythm Pattern e TR-REC, la modalità per concatenare le Scene, le molteplici funzioni dei 16 Pad, la modalità DAW per controllare il nostro Sequencer, offrendogli un'interfaccia audio multicanale 16x3, le uscite CV/Gate, il Vocoder, rendono Fantom uno strumento realmente efficace sia in studio che sul palco, sia per improvvisare per diletto che per scrivere musica a livello professionale. Oggi vale sicuramente il suo prezzo, ma potrà diventare uno strumento senza rivali grazie ai prossimi sviluppi.

 

PRO

Qualità e varietà timbrica eccellente
Connettività
Sezione sequencer intuitiva e creativa
Interfaccia utente (sia software che hardware)

 

CONTRO

Tecnologia Model Bank sfruttata solo per V-Piano
Pad senza dinamica e after-touch
Mancata gestione di multisample

 

INFO

ROLAND

Roland Fantom 8 €3.999
Roland Fantom 7 €3.699
Roland Fantom 6 €3.499

 

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